Mowgli è il secondo album ufficiale di Tedua, pubblicato per Sony Music Italia il 2 marzo 2018 su Spotify e il 7 Marzo nei negozi e nei digital stores. In un certo senso (come sottolinea lo stesso rapper nell’intro di La Legge Del Più Forte), si tratta del suo album d’esordio, poiché il precedente, Orange Country California, era la riedizione di un precedente, omonimo mixtape.
La pubblicazione del disco è stata anticipata dai singoli La Legge Del Più Forte e Burnout, con relativi video, e da un vero e proprio trailer intitolato Il disco della giungla, diretto dallo storico regista di Tedua: Federico Merlo.
Il video, pubblicato sul canale Vevo di Tedua il 6 novembre 2017, mostrava in maniera chiara quale sarebbe stato il concept dell’album: il parallelismo fra la giungla vera e propria di Mowgli, protagonista di Il regno della giungla, romanzo dell’inglese Rudyard Kipling, e quella urbana di Tedua.
Infatti, nel trailer, Mowgli, ragazzino con cui Tedua si identifica, è circondato da una serie di animali particolarmente significativi: una tarantola, un boa e un avvoltoio, a rappresentare coloro che remano contro il rapper, un branco di lupi, identificabili invece con gli amici che lo hanno aiutato a crescere durante la sua vita, e infine la maestosa tigre, Shere Khan, che nel romanzo è il principale antagonista di Mowgli. Se il significato dei lupi e degli altri animali è più facile e immediato, per comprendere che cosa rappresenti per Tedua la tigre, bisogna ragionare e ascoltare l’album.

Il video del primo estratto dell’album, La Legge Del Più Forte, uscito esattamente due settimane dopo la pubblicazione del trailer, proponeva alcune scene girate nella stessa location del primo video, con una sostanziale differenza: questa volta era Tedua stesso a interagire con la tigre e non più il bambino.
La Legge Del Più Forte è un brano allegro e pieno di energia, dalla struttura identica a quella di Wasabi 2.0, precedente singolo del rapper nonché il più apprezzato della sua carriera, cioè due strofe cantate in levare e un ritornello esplosivo e cantabile. La strumentale, invece, prodotta da Chris Nolan come le altre tredici tracce del disco, fonde un dolce riff di pianoforte, composto da un accordo e tre note di collegamento, ad una batteria dalla ritmica dinamica e forte.

Il testo della canzone presenta le caratteristiche tipiche dei brani di Tedua (riferimenti biografici, esaltazione della vita di strada, giochi di parole…) ed è impreziosito da una serie di citazioni ad animali, le cui abitudini sono paragonate a quelle di chi vive nella società odierna. A causa dell’alterazione della sintassi e del linguaggio difficile, a tratti ricercato e molto forbito, a tratti, invece, diretto e colloquiale, quasi sotto forma di slang, comprendere i testi scritti da Tedua e i messaggi dietro alle sue canzoni spesso richiede un’attenta analisi delle parole, se non addirittura una parafrasi.
Ad esempio, quando il rapper, nella prima strofa, canta:
Mowgli, mo che il mondo gira, muoviti a vedere da ogni prospettiva
Per la giungla sputa bacche velenose e non palle di cocaina
si riferisce al fatto che Mowgli, cioè Tedua, si sia fatto rispettare nel quartiere (la giungla) per le sue parole (le bacche, velenose perché spesso invise agli altri ragazzi) e non perché fosse uno spacciatore.
Il tema dello spaccio, infatti, in Mowgli è ricorrentissimo, specialmente in tracce come questa, come Dune o, soprattutto, come Al lupo al lupo, emozionante storytelling che racconta la vita da corriere di un ragazzo. Essendo stato costretto durante la sua adolescenza a vendere droga lui stesso, pur di racimolare qualche soldo, Tedua comprende bene quanto sia faticosa la vita degli spacciatori di periferia e, in un certo senso, li giustifica. Quando Tedua cita Mowgli, all’interno del disco, non si riferisce solo a se stesso, ma a tutti i ragazzi che hanno dovuto lottare nella periferia, al solo fine di emergerne.
Nella seconda strofa di La Legge Del Più Forte, invece, è particolarmente rilevante il passo:
Milano, la giungla, Bosco Verticale
Una scimmia nell’ombra non si può arrampicare
Questo scatena uno scompenso nella catena alimentare
in cui il rapper paragona esplicitamente Milano ad una giungla urbana, citando ironicamente il complesso di residenze Bosco Verticale, costituito da due grattaceli rivestiti interamente da alberti ed arbusti. Inoltre, Tedua paragona le scimmie che senza visibilità non riescono ad arrampicarsi sugli alberi ai ragazzi di periferia che, all’ombra di una grande città, non riescono a far emergere il loro talento, creando una disuguaglianza sociale (lo scompenso della catena alimentare).
l secondo singolo che ha antipato Mowgli è Burnout, il cui titolo fa riferimento alla manovra burnout, derivante dal mondo delle corse automobilistiche, ovvero quando un pilota di auto o di moto, da fermo, fa scivolare le ruote di trazione fino a produrre il classico fumo bianco. Tedua paragona perciò la sua carriera ad una strada in cui effettuare questo tipo di manovre, cioè dove mettere in mostra i suoi tecnicismi e le sue abilità.

Rispetto a La Legge Del Più Forte, il brano ha un suono decisamente più aggressivo, per quanto riguarda la strumentale e anche per quanto riguarda parole e flow. Se infatti Chris Nolan sceglie di alternare al suono potente e basso della grancassa un solenne trombone da battaglia, quasi da film fantasy, Tedua opta per una metrica veloce e aggressiva, il cui flow varia ogni quattro versi. Il testo di Burnout è, comparandolo al brano precedente, meno serio e più autocelebrativo, pieno di punchlines, incastri metrici e giochi di parole affatto scontati, come al termine della prima strofa, quando canta:
Il giorno che muoio diventa vedova Genova voglio
Una mimetica ermetica, in metrica sposto te nel dimenticatoio
Nella seconda strofa, invece, queste due serie di versi rappresentano un momento chiave per lo sviluppo dell’album:
1.
Jet privato dirottato sul Pentagono, attentato all’abitacolo
Addestrato a dar spettacolo, rom-po ogni ostacolo
Che fai? Non hai un vocabolo
Parli di flow, contro Tedua ten-ta con un ten-tacolo
2.
Chiamo il mio album Mowgli non per Marra o PNL
Ma perché sono cresciuto fra bestie e belve, senza un parente ed il suo parere
La prima serie è una citazione della traccia introduttiva dell’EP del 2014 Medaglia D’Oro, primo progetto dell’intera discografia di Tedua, ai tempi Duate, che solo i fan più affezionati del cantante avranno riconosciuto e apprezzato. In Mowgli, sono frequentissime le citazioni a brani passati della discografia del rapper e questa è la prima, in ordine cronologico, del disco.
L’importanza dei versi in cui canta “Chiamo il mio album Mowgli non per Marra o PNL…” non deriva solo dal fatto che, ai tempi, avrebbe reso noto il nome del disco, ma anche perché spiegava in maniera chiara il motivo di tale scelta. Il titolo Mowgli, infatti, non è una citazione né a Marracash né al duo cloud rap francese PNL, che si erano paragonati al personaggio del Regno Della Giungla rispettivamente in un freestyle e in una canzone, ma è motivato dalla sua esperienza di vita.
Tedua ha due caratteristiche in comune con Mowgli: da piccolo è cresciuto con una famiglia affidataria, senza parenti di sangue a dargli una mano, e, soprattutto, ha vissuto in strada fra persone losche e poco fidate, facendo sì che scegliesse sempre con la sua testa, senza chiedere le opinioni degli altri.
Mowgli, pubblicato il 2 marzo sulle piattaforme di streaming e acquistabile nei negozi dal 7 dello stesso mese, è un disco di quattordici brani (più due bonus tracks, Bandar Log, prodotta da Sick Luke, e Party Privato) prodotti interamente dal fidato Chris Nolan.
Una caratteristica peculiare dell’album è la totale assenza di featuring, a differenza di quanto era avvenuto nel precedente Orange County California, che ospitava sei collaborazioni, fra cui alcuni dei rapper più importanti della nuova scuola, come Ghali, Sfera Ebbasta e Izi. Tedua e Chris Nolan hanno scelto di essere, rispettivamente, l’unico rapper e l’unico beatmaker presente in Mowgli, se si escludono le bonus track, per dimostrare che per realizzare un disco di qualità e di successo non avevano bisogno di alcun aiuto esterno, un po’ come aveva fatto Ghali sei mesi prima con Album.
Nel disco del rapper italo-marocchino, tuttavia, la mancanza di seconde voci non si sentiva particolarmente, sia per la sua durata minore (38 minuti di Album contro i 47 di Mowgli), sia per la maggiore varietà di suoni. Invece, in Mowgli, cd dalle sonorità certamente meno tendenti al pop e, soprattutto, caratterizzato da testi tutto fuorché leggeri, un paio di featuring avrebbero sicuramente reso il disco meno pesante.
Comunque, nel complesso, Mowgli è un ottimo disco, specialmente considerando che è il primo vero album della carriera di Tedua, e, paradossalmente, l’unico suo vero difetto deriva da una scelta ben ponderata del rapper ligure ed è la mancanza di hit. E’ vero, sì, che le abilità al microfono di Tedua sono migliorate in maniera netta e considerevole, soprattutto nei ritornelli, punto di forza del Cd, ma, esclusi i due singoli già annunciati dal rapper, l’unica traccia che potenzialmente scalerà le classifiche è Fashion Week.
Orange County California, al contrario, era un disco più equilibrato da questo punto di vista: alternava infatti canzoni leggere come Lingerie o Buste della Spesa ad altre più riflessive e più pesanti dal punto di vista sonoro, come OC (Orange County) o Pugile.
Passando però ai numerosi pregi e alle numerose innovazioni portate da Mowgli, non si può non cominciare dal superlativo lavoro svolto da Cristian Mazzocchi, ovvero Chris Nolan. Le strumentali del produttore sono tutte azzeccatissime, coinvolgenti e danno all’ascoltatore la percezione di trovarsi in una giungla o, comunque, in uno spazio all’aria aperta.
Negli ultimi mesi, Chris Nolan era stato etichettato dalla critica e dai fan come “produttore tipicamente acustico”, poiché nelle sue produzioni in Orange County California si notava un utilizzo frequentissimo del pianoforte. In Mowgli, invece, il beatmaker milanese ha dimostrato di essere un compositore eclettico e polivalente.
Nolan ha infatti valorizzato l’uso dello stesso pianoforte, a volte caratterizzandolo con note basse e veloci, come nelle aggressive Rital e Fashion Week o come nelle spensierate Cucciolo d’uomo e Natura, e altre volte, grazie a frequenze lente e a note più alte, rendendo le melodie rilassanti e delicate, come nella celebre Sangue Misto, in 3 Chances o in Il fabbricante di chiavi. Inoltre, alcune delle strumentali sono state pensate e strutturate su strumenti musicali diversi dalle solite tastiere: ad esempio Vertigini, che da subito ha conquistato il pubblico, è rappata, in maniera del tutto inusuale, sul suono di una chitarra, e Dune, la cui base è per Tedua la migliore di Mowgli, è caratterizzata dal suono di uno xilofono.

Probilmente, però, la vera perla del disco è il beat di Acqua (Malpensandoti), la cui intro, con il suono sordo e risonante della marimba, ricorda esattamente il rumore delle gocce che si infrangono su uno specchio d’acqua, riuscendo perfettamente nell’intento del producer.
Nella sua intervista di presentazione di Mowgli, alla richiesta da parte di Dikele di indicare le sue tre tracce preferite del disco (secondo 31:55), Tedua ne ha scelte tre molto diverse fra loro: Sangue Misto, Fashion Week e Vertigini, che ha convinto il rapper nonostante fosse indeciso fra questa e Al lupo al lupo.
Il Cd infatti presenta brani d’amore profondi e introspettivi, caratterizzati da un flow più lento e armonioso e da una scrittura ricca di metafore, in seconda persona (“Ti ho lasciato il mio numero sopra il frigorifero…”; “E io volevo ancora commentarti, che siamo come tanti…”; “Baby lo sai non sono il tipo che andava a ballare…”). Canzoni come queste, ad esempio 3 Chances, Acqua, Vertigini o Il fabbricante di chiavi, sono difficili da apprezzare se non si comprende esattamente cosa voglia dire il rapper, ma, nel momento in cui vengono ascoltate con attenzione, si rivelano nella loro qualità.
Più accessibili, invece, sono senza dubbio canzoni come Cucciolo D’Uomo, Natura e Dune, spensierate e dai testi più chiari, che danno il meglio di sé nei ritornelli energici. Non mancano brani dal suono sorprendentemente aggressivo, sul modello di Burnout, che a volte riescono molto bene, come Fashion Week, e altre volte meno, come Rital e Jungle, che una collaborazione avrebbe sicuramente migliorato.
Stando ai numeri, Sangue Misto, canzone introduttiva del disco è il brano più apprezzato dal pubblico, avendo già totalizzato la bellezza di tre milioni di streaming su Spotify, e questo è sorprendente, perché non è affatto un brano facile e accessibile a tutti.
Sangue su di me, ferite in ogni dove
Labbra disidratate, sguardi pietrificati
Il mondo è un’illusione, la NASA ci ha mentito
Mia madre ha due lavori
Queste sono i primi versi del pezzo e, quindi, anche di tutto Mowgli: Tedua introduce l’album partendo da se stesso, dalle ferite, cioè tutto ciò di doloroso che lo ha segnato durante il suo percorso di vita, e dal sangue, paragonando l’inizio dell’album ad un risveglio nella giungla. Quando il rapper afferma che “la NASA ci ha mentito”, spiega con una splendida metafora che, per lui, le scoperte e i progressi scientifici sono solo un’illusione per persone come sua madre, costrette a vivere in difficoltà economica.
E io proverei tutto, sì ma con te no
Non ne ho il tenore, un tempo per ore
Ti sarei stato a parlare e invece adesso no
Se mai dovessi sentirti sola, in stand-by
Potresti prendermi la mano ma mai
Il cuore, il cuore, il cuore, il cuore
Nel ritornello di Sangue Misto, Tedua affronta un tema che nel disco sarà determinante: l’amore. Il rapper afferma infatti che per la ragazza della canzone, nel passato avrebbe fatto qualunque cosa, mentre adesso, forse per paura di ricevere un’altra delusione, forse perché il suo tempo è occupato dalla musica, è costretto a porre fine alla sua relazione. La ragazza deve essere perciò consapevole che Tedua può tenerle compagnia (tenerle la mano), ma in questo momento non può donarle il suo amore.
Tuttavia, la canzone centrale dell’album, in cui il parallelismo fra il romanzo di Kipling e il disco di Tedua si fa più evidente ed esplicito, è Al lupo al lupo, il cui testo è un autentico story-telling. La storia raccontata dal rapper di Cogoleto, pur essendo ambientata in un quartiere di periferia, non è autobiografica, ma ha come protagonista un altro ragazzo, che Tedua definisce “il mio informer” e che ha quindi lo protegge, assicurandogli informazioni sul mercato della droga e nascondendolo dalla polizia.

Molti fan, poichè Tedua nel disco ha interpretato Mowgli, hanno pensato giustamente che all’amico “informer” corrisponda un altro animale del Libro Della Giungla: la pantera nera Baghera, che, nel romanzo trova Mowgli presso la riva di un fiume e, affezionandosi a lui, lo difende dalle minacce della giungla. Così, nell’interludio, fra il ritornello e la seconda strofa, Tedua chiama il suo produttore “Baloo“, ovvero il nome dell’orso che, nel libro, è il migliore amico di Mowgli, mettendo in risalto la collaborazione e l’amicizia fra i due.
Fuori dalla tana, Mowgli ti allattava
Un lupo ma senza branco, al lupo al lupo
La lupara fa ci-ci-cilecca, ti si inceppa
E così Shere Khan cercherà me
Nel ritornello, ancora, i riferimenti al romanzo sono due. Il primo è quando Tedua canta “Fuori dalla tana, Mowgli ti allattava un lupo ma senza branco” ed è una citazione al branco di lupi già visto nel trailer, rappresentazione metaforica del gruppo di amici del rapper, mentre il secondo è l’ultimo verso del ritornello in cui afferma che “Shere Khan cercherà me”.
La tigre Shere Khan che cerca Tedua, in questa canzone, rappresenta la polizia venuta a indagare sull’attività di spaccio, ma sarebbe riduttivo e anche sbagliato pensare che questa tigre, così importante da venire rappresentata sulla copertina stessa del Cd, possa rappresentare un poliziotto o carabiniere.
Comunque, questa canzone non dà una risposta alla fatidica domanda su cosa rappresenti Shere Khan nel disco o, almeno, non da sola. Analizzando le varie citazioni all’animale, nei brani di Mowgli, è possibile stilare una tabella di questo tipo.
Dunque, seguendo le tracce sparse dal rapper nelle canzoni dell’album, non solo i passaggi in cui Tedua si paragona alla tigre sono frequenti, ma sono addirittura più di quelli in cui è qualcun altro che viene paragonato a Shere Khan. Questo fa riflettere sulla possibilità che la teoria sia corretta: il principale antagonista di Tedua, che gli si oppone nella copertina del suo stesso Cd, è Tedua stesso.
Se questa teoria a molti sembrerà fantasiosa, occorrerà soffermarsi su alcuni ulteriori elementi, come ad esempio lo spot pubblicitario andato in onda il 6 marzo su Rai 1, in cui il rapper genovese sembra voler dare un ulteriore indizio.
Nel video Tedua parla su spezzoni del primo trailer, associando ad ogni parola un’immagine (quando pronuncia la parola rapaci, viene mostrato un avvoltoio) e, alla fine dello spot, pronuncia questa frase:
Il cucciolo d’uomo che è in voi è stato inghiottito in un pot-pourri di informazione superflua: più cresce, più si fa saggio di esperienza, ma è quest’ultima a riportarlo sul suo vero istinto, quello animale. Ora starà a voi capire se il vostro istinto sia odio o amore! Vi ricordo che l’amore non è per i deboli, ma è ques’ultimo la vera forza motrice del pianeta, in un’intrinseca rete telepatica tra individui! Vi ricordo che il mondo è in mano ai deboli che si sono fatti coraggio: Mowgli, il disco è fuori!
Non appena Tedua pronuncia la parola “odio”, il video mostra la tigre, mentre alla parola “amore” viene mostrato Tedua, in una clip presa dal video di La Legge Del Più Forte. Dunque la spiegazione è proprio questa: tutti i ragazzi come Tedua, cresciuti in condizioni umili e precarie, possono mostrare un loro alter-ego aggressivo e cattivo, uno Shere Khan, ma per il rapper le persone più forti caratterialmente sono quelle che si fanno trasportare da emozioni positive, quali amore, fratellanza, rispetto e umiltà.
In conclusione, Mowgli è un ottimo primo album, che trova i suoi punti di forza nelle varie sfaccettature dei suoi testi complicati e nelle strumentali prodotte da Chris Nolan. Non è certamente il disco con cui il rapper scalerà le classifiche, ma gli stessi autori sembrano averlo capito molto bene, avendo definito il Cd “street mainstream”.
Non è possibile sapere se il prossimo progetto di Tedua avrà delle sonorità più commerciali e tendenti al pop, come era successo per Orange County California, o manterrà lo stile un po’ ibrido di Mowgli, ma ciò che i fan apprezzerebbero maggiormente è senza dubbio una via di mezzo: un progetto in grado di alternare hit come Wasabi 2.0 o Buste Della Spesa a pezzi più profondi come Vertigini o Sangue Misto.
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