A poco meno di un anno dall’uscita di Album, il suo primo disco ufficiale, Ghali ha prima annunciato e poi fatto uscire il video di una delle sue canzoni più riuscite ed apprezzate, già certificata doppio disco di platino: Ricchi Dentro. Il brano è il perfetto compromesso fra un sound moderno e ben riuscito e un contenuto difficile, ma reso leggero dall’abile penna del rapper italo tunisino.
La strumentale di Ricchi Dentro, composta dal produttore rap italiano per antonomasia, Charlie Charles, è in assoluto una delle più riuscite del 2017, forse la migliore dell’anno insieme a quella di Tran Tran. Il beat del pezzo, che Ghali ha rilasciato lo scorso novembre insieme alle altre strumentali del Cd, ha conquistato il pubblico per la sua apparente semplicità: fonde infatti il suono di uno xilofono dalla ritmica particolarissima a quello della batteria, che si unisce ad esso dopo il primo ritornello.

La genitalità di Charlie Charles, oltre che nella scelta del suono perfetto dello xilofono, sta soprattutto nel comporre la sua ritmica. Nell’intro del brano, ad esempio, i quarti sono composti da un primo battito di xilofono, una pausa e due battiti che, seguiti dal primo battito successivo, danno vita ad un ritmo allegro e incalzante.

Il flow di Ghali, inoltre, scorre in maniera perfetta sulla strumentale, sia nella prima parte della canzone e nel ritornello, in cui è più lento e caratterizzato da una seconda voce più bassa (sul modello di T-Shirt del collettivo americano Migos), sia nell’inizio della seconda strofa, unica parte cantata senza autotune in extrabeat.
Come in molte altre sue canzoni, su tutte Ninna Nanna e Wily Wily, anche in Ricchi Dentro il rapper ha scelto un tipo di scrittura particolarissimo: una sorta di flusso di coscienza, in prima persona, che non ha un vero e proprio argomento, ma varia di verso a verso. Infatti, nella canzone, Ghali alterna fatti biografici (“mio padre era un grande farabutto”) a massime di argomento generale (“il successo è come una Ferrari”) e a frasi apparentemente senza significato, ma che solitamente nascondono una metafora (“respirare bene è il trucco”).
Un’altra caratteristica unica dei testi di Ghali è il suo linguaggio: spesso l’autore di Cara Italia si esprime con un linguaggio semplice e allegro, quasi fanciullesco, anche quando tratta temi tutto fuorché leggeri, come razzismo e politica. Ad esempio, quando, in Ricchi Dentro, Ghali spiega che non voterà alle elezioni, non sapendo di quale partito politico possa fidarsi, lo canta nel modo più semplice possibile (Anche quest’anno voto “boh”).
La canzone:
Papá come mi diverto, è tanto che non ti sento…
Mamma dai sincera ti aspettavi tutto questo?
Eravam giá ricchi dentro!
Mio Dio che bello dirti te l’avevo detto!
Il ritornello della canzone, così semplice e leggero, nasconde in realtà una complessità lirica da non sottovalutare: infatti, Ghali riprende non solo il tema della famiglia, piuttosto ricorrente nelle sue canzoni, ma anche quello del successo, ormai diventato un vero e proprio clichè dei testi dei rapper di nuova generazione (l’intero secondo disco di Sfera Ebbasta parla di come l’autore sia orgoglioso di avere sfondato con la musica).
Per quanto riguarda la sua famiglia, Ghali è sempre stato molto trasparente con il suo pubblico, sin dalle prime canzoni, dedicando moltissimi dei suoi più bei versi alla madre, dipinta come la donna che lo ha cresciuto, che lo ha aiutato nei momenti di difficoltà e che gli ha trasmesso i suoi più profondi valori. Addirittura, basterebbe pensare che il rapper ha scritto per lei un’intera canzone, Mamma, e che soprattutto le ha dedicato il suo primo disco d’oro.
Invece, se da un lato la madre del rapper è presentata, nei suoi testi, un po’ come quella di Tony Montana nel celebre film Scarface, la descrizione del padre del rapper è opposta: appare come un uomo dedito ad attività illegali e soprattutto assente per suo figlio.
Analizzando il tema della rivincità sociale, è impossibile trascurare che molti colleghi di Ghali avrebbero trattato l’argomento in maniera radicalmente diversa, se non opposta. Questo è particolarmente evidente se si pensa che la canzone di Sfera Ebbasta che per eccellenza glorifica il suo successo si intitola Ricchi x Sempre.
Ricchi Dentro e Ricchi x Sempre, canzoni che trattano lo stesso argomento, sono opposte e sono perfettamente rappresentate dalle frasi del loro ritornello. Se Ghali ricorda lui e sua madre erano già “ricchi dentro”, ancor prima che sfondasse con la musica, Sfera Ebbasta sottolinea che da quando ha ottenuto il successo sperato saranno “ricchi per sempre, sì ricchi per sempre”. L’uno glorifica il suo passato di umiltà e l’altro guarda il futuro con ambizione e voglia di riscatto.
Ciò che accomuna le canzoni dei due rapper milanesi è certamente la presenza delle due madri: entrambi hanno lavorato sodo per renderle orogliose e ci sono senz’altro riusciti.

Non sai quante ne ho passate, mai, tante
Ho sempre dovuto combattere Highlander
È il momento di togliersi le maschere
È il momento di non battere le palpebre
La seconda strofa si apre con questa quartina, in cui Ghali ricorda le difficoltà che ha dovuto affrontare, prima, per sopravvivere nella periferia milanese e, poi, per affermarsi come artista, paragonandosi al protagonista del film Highlander. Infatti, i primi brani di successo del rapper sono stati Come Milano, Optional e Cazzo Mene, pubblicati fra il 2014 e il 2015.
Dal 2010 al 2014, però, molti non sanno che Ghali, con il nome “Ghali Foh” (la cui evoluzione fu: Fobia → Ghali Fobia → Ghali Fo → Ghali), era membro di un collettivo chiamato Troupe d’Elite, insieme alla cantante Maite, al rapper Er Niah (l’attuale Ernia) e al produttore Fonzie Beat.

Nonostante i due rapper del gruppo attualmente siano due capisaldi della scena italiana e sebbene il gruppo avesse firmato per Tanta Roba Lable, l’etichetta discografica rap di tendenza in quegli anni (aveva sotto contratto anche Guè Pequeno, Fedez, Ensi, Gemitaiz e Salmo), la Troupe d’Elite non riuscì mai a produrre canzoni o dischi della qualità sperata, un po’ a causa dell’inesperienza dei suoi membri e un po’ perché il loro atteggiamento arrogante fece sì che si creasse una discreta quantità di haters del collettivo.
Come spesso ricordano sia Ernia che Ghali nelle interviste, l’insuccesso del progetto Troupe d’Elite fu una pesante batosta per i due giovani rapper, ma fu una lezione che impararono e da cui ripartirono per costruire due sorridenti carriere.
Scusa chi sei? Comment tu t’appelles?
Dov’eri quando non avevo tasche, eh?
Al mare mi facevo mille castelli
In città mi son fatto mille vasche
In questa serie di versi, estratti dalla seconda strofa, Ghali si rivolge direttamente a chi un tempo lo disprezzava e ora lo cerca per la sua fama e per i suoi soldi, riprendendo una riflessione proposta anche nel ritornello di Habibi, cantava: “Qua non ti ascoltan quando hai sete, ti stanno addosso quando bevi!”
La seconda barra, apparentemente senza significato, è una metafora della giovinezza dell’artista: così come al mare fumava con i suoi amici (si faceva mille castelli), a Milano percorreva sempre le stesse strade (si faceva mille vasche).
No grazie, non mangio prosciutto, ma siamo in mano a dei maiale
Un buco in testa come Tuco Salamanca
Grosso da farci entrare un bruco o una salamandra
Respirare bene è il trucco
Infine, la seconda strofa si chiude con questa quartina, in cui inizialmente Ghali contrappone la sua abitudine di non mangiare carne di maiale (poiché musulmano) al fatto che l’Italia sia governata da politici indegni, da lui definiti maiali.
Quando rappa invece: “Un buco in testa come Tuco Salamanca.”, cita un personaggio della serie televisiva Breaking Bad: Tuco Salamanca è uno dei principali antagonisti del protagonista Walter White nelle prime due stagioni. Nella serie, Tuco è un potente spacciatore messicano che, come detto da Ghali, morirà in maniera brutale, sparato in testa.
L’ultimo verso della quartina e, quindi, della strofa riporta una massima che molto spesso viene usata nello sport, poiché il controllo della respirazione è effettivamente fondamentale in attività come il nuoto, la corsa o il sollevamento pesi. Ghali paragona dunque la sua carriera ad una corsa e, di conseguenza, il non abbattersi e superare ogni ostacolo al prendere fiato.
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