Estratto dall’articolo “La prima metà del 2019 – Le sorprese”, in cui si sottolinea la moltitudine di giovani rapper (e artisti di altri generi) capitolini, come Quentin40, Nayt, Gianni Bismark, Side Baby, Mostro,Franco126, Carl Brave, tha Supreme e Ketama126.
Dicembre 2018. Sta per uscire l’ultimo attesissimo capitolo di una delle saghe più seguite del rap italiano: QVC8 di Gemitaiz. Nel 2017, QVC8 non è uscito: Gem stava lavorando a Davide. Il progetto, successo senza precedenti per un mixtape in Italia, sarà rilasciato in free-download il 28 dicembre e avrà una particolarità unica: solo featuring mai ospitati negli altri QVC ad eccezione di uno, Nayt in Rossi.
Gemitaiz, che è ormai evidentemente uno dei due artisti hip hop più importanti della Capitale – l’altro è Noyz – ha avuto fin lì un rapporto controverso con le nuove leve: ha dissato più volte la Dark Polo in QVC7 e ha litigato con Izi su Facebook nel 2016, per poi cambiare radicalmente atteggiamento l’anno successivo, propsando artisti come Rkomi e Sfera Ebbasta, nelle interviste e su Instagram. In QVC8 Gemitaiz è ufficialmente un sostenitore della nuova scuola: al suo interno sono presenti, come ospiti, solo rapper under 25. Il risultato è straordinario.
Questa premessa è volta a individuare alcuni di quelli che sono gli “hot names” della scena rap romana, che anno dopo anno si dimostra più ricca di talenti originali e credibili. È il caso dei ragazzi della Lovegang, in particolare di Carl Brave, Franco126 – il suo primo disco, Stanza Singola, è un capolavoro a tutti gli effetti – e Ketama126, ma è anche il caso di Quentin40, di Acilia, in provincia di Roma, autore di 40, un primo grande album, e di Nayt.
Tuttavia, al contrario di quanto si possa pensare, il lavoro di scouting di Gemitaiz non è stato un unicum a Roma. I talentuosissimi beatmakers Frenetik & Orang3 hanno infatti scelto, nel loro disco ZeroSei, di far cantare sulle loro strumentali solo artisti capitolini: da Noyz a Gem passando per Il Turco, Gemello, Franco126, Carl Brave, Martina May, Achille Lauro e Lucci Brokenspeakers.
Roma, dunque, per la musica italiana, riveste senza alcun dubbio un ruolo chiave, nella scena rap come in quella indie, due scuole sempre più vicine fra loro. Si pensi al fatto che Ketama e Franco, due artisti diametralmente opposti, militino nello stesso collettivo, al fatto che un producer come G Ferrari riesca a lavorare, da un lato, con un rapper come Gianni Bismark e, dall’altro, con un artista indie come Peter White. Gianni Bismark e Peter White non sono esempi scelti a caso: sono infatti due cantanti giovani e che hanno sorpreso il pubblico con i loro convincenti dischi d’esordio: Re Senza Corona e Primo Appuntamento.
Se l’attesissimo Raptus 3 di Nayt è stato di fatto un album sotto le aspettative, Arturo di Side Baby e The Illest Vol. 2 di Mostro hanno decisamente convinto, dando prova di carisma ed evidente miglioramento. Persino tha Supreme, un ragazzo di cui spesso si trascura la provenienza capitolina, ha entusiasmato e si è confermato con M8nstar e Achille Lauro, pochi mesi prima, sfidava Sanremo con il rock ‘n roll di Rolls Royce e con uno stile provocatorio ma estremamente raffinato. Si potrebbe parlare a lungo di tanti artisti – rapper e non – capitolini, dei dischi di Gemello, della Dark Polo e questo non può che rendere compatta e forte la scena romana, ormai fucina di artisti rivoluzionari e di grande potenzialità.
