Paninaro 2.0 – L’album della maturità del Pagante?

E conseguentemente dovremmo chiederci: meglio la maturità o l’adolescenza del terzetto/quartetto milanese?

Recensione di Paninaro 2.0, secondo album del Pagante, collettivo formato da Federica Napoli, Eddy Veerus, Roberta “Brancar” Branchini e il loro deejay Fedex. Il disco, seguito del fortunatissimo Entro In Pass, è stato pubblicato il 21 settembre 2018 per l’etichetta Warner Music e vanta le collaborazioni di molti esponenti della scena rap italiana, da Emis Killa a Shade, passando per Madman, Samuel Heron, Myss Keta e i Gemelli Diversi.

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Paninaro 2.0, il netto cambio di rotta del Pagante:

Grazie ai molti featuring e a nuovi contenuti, Paninaro 2.0 rappresenta senza dubbio una svolta nella storia non così breve del Pagante.

Il cambio di rotta rispetto ad Entro in Pass, album del debutto, è notevole.

La discoteca non è più quel tempio sacro dal quale hanno origine le canzoni della band: le basi dance e i drop aggressivi, se non scompaiono del tutto, vedono comunque il loro ruolo ridimensionato, a favore di altri generi: rap, pop e addirittura techno.

Dress Code, Too MUCH, IL Terrone Va di Moda, tutte rilasciate prima dell’uscita dell’album, sono indubbiamente i pezzi grossi che, francamente, avevano fatto sperare qualcosina di diverso. Non che Paninaro 2.0 sia un brutto album (e d’altronde grazie a quelle sole tre tracce il resto potrebbe essere anche Pupo o i Cugini di campagna) semplicemente il tentativo di trasformare il Pagante in una band simil 883 musicalmente non sempre si dimostra convincente.

Tre, in particolare, sono le canzoni che più sposano questo progetto: il Mezzo, La Triste Storia dei Ragazzi di Provincia e Radical Chic.

Messi da parte i drop duri di Faccio After o Pettinero il pop-rap in questi brani prende il sopravvento. Ottima la performance di Eddy Veerus più o meno in ogni traccia, eccezionale ne Il Mezzo feat Emis Killa (con quest’ultimo quasi superfluo), mediocre ma comunque sufficiente quella della Branchini e della Napoli.

La traccia più strana del disco è sicuramente Adorobrano techno che, per contenuti spinti e per la presenza del featuring di Myss Keta, artista controversa e tutt’altro che conosciuta al grande pubblico, mira ad un target di età totalmente diverso da quello di #Sbatti, Ultimo o Pettinero.

Settimana bianca è certamente l’inedito musicalmente più interessante del disco. Strofe ben costruite e atmosfere trasognanti, rese da quei fiumi di champagne tanto invocati, spostano l’attenzione su quello che è il trend degli appartenenti ad un certo ceto sociale. E’ una traccia potenzialmente valida in discoteca, che, ben mixata, non sfigurerebbe affatto.

Lo stesso discorso vale per Food Porn con Shade: il re del comedy-rap, autore di una performance buona e non di breve durata,vede in Veerus un degnissimo collega. I due hanno, infatti, dato vita a una traccia tematicamente nuova, gradevole all’ascolto, e moderatamente house la cui forza sta in quel “Food Porn” ripetuto nel ritornello.

In Paninaro 2.0 c’è spazio anche per un remix: DAM 2. Alcuni ascoltatori potrebbero pensare a un brano di riempimento, mentre i fan del rap sicuramente apprezzeranno la performance di Madman. Per il resto le nuove strofe, in linea con la vecchia melodia, sono assolutamente di livello, ma non possono fare a meno di provocare un senso di spaesamento in chi sa a memoria la precedente versione.

Radical Chic è una traccia che farà sorridere soprattutto i più giovani, abituati ad avere a che fare con coetanei dalle dubbie abitudini. Ottima sicuramente l’idea, in linea con la satira da sempre affrontata dal Pagante, meno l’esecuzione.

Non convince il drop, troppo morbido, specie se paragonato a quello pur simile di Dress Code, non convince la scelta delle parole. Si poteva costruire Radical Chic prendendo a modello Too Much, come anticipato prima una delle tre bombe del discosi è preferito guardare alla Shampista. Difficile dire se potrà essere una hit, difficile anche dire se sarà ballabile. Peccato.

Convincono, invece, Il Mezzo e La triste storia dei Ragazzi di Provincia. Si tratta di due brani musicalmente differenti tra loro: più “duro” ed energico il primo, perfetto da ascoltare nelle cuffiette durante una corsa e potenzialmente ballabile in discoteca; articolato molto sullo stile “883” il brano che vede il featuring dei Gemelli DiVersi.

Dunque quali conclusioni trarre da Paninaro 2.0?

Ripetere il successo di Entro in Pass era difficile, e il terzetto milanese lo sapeva bene. Affrontare tematiche simili all’album d’esordio rischiava di rendere il secondo album una copia del primo. La scelta che però pochi si sarebbero aspettati, viste anche le polemiche legate all’uscita della Shampista, è che il Pagante potesse mettere in secondo piano le tonalità house o addirittura osare l’uscita dalla discoteca, il suo principale campo da gioco.

Messi da parte brani in musica e in contenuti simili a #Sbatti o Pettinero, quasi impresentabili alle radio, il Pagante è riuscito a creare un disco anfibio, capace di rivolgersi a più strati del pubblico e ascoltabile fuori dai club.

Dei 3 brani già da tempo presenti su youtube, Il Terrone Va di Moda, in particolare, risulta uno dei brani più interessanti dell’intera produzione nazionale (il che potrebbe anche essere percepito come sintomatico della crisi che la musica italiana stia vivendo).

Nessun gruppo musicale, al giorno d’oggi, ha la capacità comunicativa del Pagante. Ed è perfettamente ragionevole che questo possa non piacere: ragazzi e ragazze che hanno avuto a che fare con pessimi meridionali non potranno condividere quanto cantato in Il Terrone Va di Moda, gli amanti dello stile potranno non condividere la scelta di fregarsene del dresscode, la finta-intellettuale di turno potrà sentirsi offesa per il suo uso dei social un po’ too much; Ma, che ci piaccia o meno, con quello slang, con quelle parole colorite, le canzoni del Pagante delineano un quadro assai verosimile della società contemporanea.

Paninaro 2.0 è un album diverso da Entro in Pass.

E non essendo i due dischi relazionabili non è possibile parlare di un migliore e di un peggiore.

Ciò non impedisce tuttavia di poterli confrontare per macroconcetti: Paninaro 2.0 è un album dai contenuti più vari? Si. Entro in Pass è un album più dionisiaco, musicalmente esagerato rispetto al suo successore? Assolutamente si.

L’auspicio, dunque, è che, svelata l’altra faccia della medaglia, il terzetto milanese non metta da parte le proprie origini. Il nuovo Pagante può tranquillamente coesistere con la sua versione originale, rendendolo indubbiamente uno dei gruppi più particolari della scena italiana.

 

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