Dallo splenido CD di Ernia, 68, ai featuring devastanti di Madman, passando per l’ingresso di Gallagher in Honiro, il dissing fra Junior Cally e Gionny Scandal, Cabriolet di Salmo e Nuvola di Side Baby e Drefgold. Dall’ingresso di Gallagher in Honiro a Bellaria – Gran Turismo di Vegas Jones.
Voto 10 a 68 di Ernia, disco migliore del 2018, ben scritto, ben rappato e tematicamente completo:
Prima di settembre, pochissimi ascoltatori avrebbero ipotizzato la pubblicazione di un disco capace di superare Potere, vera e propria opera d’arte del rapper napoletano Luche, poetico, musicalmente meraviglioso e cantato in maniera strepitosa, quasi senza featuring. Invece, il 7 settembre, Ernia pubblica il suo primo album, 68, un capolavoro, di pari valore, se non superiore, a Potere.
68 è un disco eccezionale, uscito dopo la repack di un EP, Come uccidere un usignolo / 67, altrettanto valida musicalmente e testualmente, che dimostra l’evoluzione, soprattutto a livello sonoro di Ernia, che non ha paura di osare e di sperimentare, abbandonando le atmosfere cupe del progetto precedente e concentrandosi su più generi, dal funk della title track di 68 alla trap di Bro e Paranoia Mia, fino a riuscitisimi pezzi che strizzano l’occhio al pop, come La Tosse e Domani.
Le abilità tecniche del rapper milanese non si discutono: grazie alla sua voce particolarissima riesce sempre a trovare flow unici, senza mai servirsi in maniera fastidiosa dell’autotune, e in tracce come La Tosse e 68 sono evidenti anche i suoi progressi nelle parti cantate. Tuttavia, ciò che rende Ernia unico, in una scena di rapper che sembrano assomigliarsi tutti tantissimo, è la sua incredibile penna, senza dubbio la più capace della nuova scuola, sottile e ironica negli esercizi di stile come No Pussy e Bro – in cui Tedua regala all’amico una strofa di altissimo livello – ed emozionante in brani più seri e riflessivi, come La Paura, Un pazzo (storytelling/tributo al cantautore genovese Fabrizio de Andrè), 68, Paranoia Mia e le due canzoni d’amore.
In conclusione, l’abilità lirica di Ernia, sintesi di un vocabolario assai ampio, una grande vastità di temi trattati e una sagacia innata, la sua sperimentazione musicale e il lavoro produttivo, di Zef, Luke Giordano, Shablo e soprattutto Marz, rendono 68 un disco eccezionale, molto eterogeneo a livello tematico e sonoro, ma soprattutto curato in ogni dettaglio da un artista che ama la musica e non si piega alle regole del mercato.
Voto 9 a Fame, Qualunque cosa accada e DAM 2, ultime strepitose collaborazioni di Madman:
Il flow nuovo di pacca, il tuo sa di già visto
Frà, chiedimi il feat che ti eclisso
Così cantava Madman, rapper pugliese classe ’88, fra i più capaci tecnicamente della storia del rap italiano, in Bolla Papale Freestyle, brano che ha anticipato il suo mixtape MM Vol. 2. Con una barra di una semplicità unica, l’artista aveva previsto in maniera incredibilmente esatta cosa sarebbe accaduto ai rapper che avrebbero collaborato con lui.
Infatti, quasi ogni volta che Madman realizza una strofa per un collega, risulta che la sua parte del pezzo è migliore di quella del rapper ospitante, evidenziando talvolta limiti tecnici di quest’ultimo in maniera netta e quasi imbarazzante. Non è andata così nelle ultime collaborazioni del pugliese, Fame, Qualunque cosa accada e DAM 2, soltanto perché ha lavorato con artisti di primissimo livello (Nayt, Primo e Grandi Numeri dei Cor Veleno e Eddy Veerus del Pagante, forse il numero uno sulle strumentali dance), ma anche in questi brani il dislivello, anche se non così clamoroso, è innegabile.
Inoltre, dalle tre prestazioni, si evince che l’autore di MM Mixtape si trovi in uno stato di forma eccezionale, per quanto riguarda la metrica, fondamentale in cui si è sempre distinto con merito, e scelta di flow, essendo capace di cambiarne addirittura uno a quartina. Per dimostrare le sue doti tecniche, bisogna ascoltare i pezzi in questione, in modo da sentire i cambi di flow e la velocità delle sue rime, ma anche leggere i loro testi, per rendersi conto dei clamorosi incastri metrici di questo fuoriclasse delle barre:
Tratto da Fame (Nayt feat. Madman prod. 3D):
Mezza strofa, vi crivello
Roba di livello, senti il dislivello con me, hombre
Per ’sto flow ho già vinto troppe coppe
Doppelganger nelle casse e fuma bombe
Fa la schiuma, Dompe’, scoppia troie, Unabomber
Sto con queste troie la notte, le botte e le coccole
Tratto questi beats come zoccole
Tratto da DAM 2 (Il Pagante feat. Madman prod. Merk & Kremont):
Cazzo mene di Van Gogh voglio fumi rari
Al parco guardo culi vari, mica i tulipani[…]
Sto fumando sui mulini a vento (ehi)
Se te le passiamo bro sono purini, attento
Voto 8 a Vegas Jones che con Bellaria – Gran Turismo alza notevolmente il livello della sua musica:
Vegas Jones è senza dubbio uno dei ragazzi più talentuosi della nuova scuola, unico per sonorità e modalità di scrittura, come dimostra il forte distacco con la maggior parte dei rapper della “generazione trap” e la sua vicinanza ad artisti più esperti e, soprattutto, tecnicamente eccezionali come Emis Killa, Gemitaiz, Madman, Jake la Furia e Nitro.
Il suo primo CD Bellaria, che seguiva due ottimi lavori, l’EP Gratta e Vinci e il mixtape Chic Nisello, tuttavia, è stato, sì, fortunatissimo a livello di vendite (più di quaranta milioni di ascolti con il singolo di punta Malibu) ma, a livello qualitativo, è un progetto medio, che alterna alti e bassi. Bellaria vede infatti i suoi punti di forza nell’indiscutibile tecnica di Vegas e nel suo infrangere costantemente gli schemi musicali del rap, creando atmosfere uniche nel genere, anche grazie a un team di beatmaker eterogeneo e capacissimo.
I punti di debolezza dell’album, invece, sono alcune tracce un po’ anonime, come Trappola e Numeri & Zeri, e la mancanza di un vero filo conduttore, sonoro e testuale, fra brani pensati per i concerti come Brillo e Ice, canzoni che recuperano le atmosfere malinoniche di Chic Nisello, come Cristo e Bubble Bubble, e pezzi esotici dal sound californiano, come Mamacita, Yankee Candle e Malibu.
Il 23 novembre a mezzanotte, però, Vegas ha pubblicato una riedizione di Bellaria, intitolata Gran Turismo, arricchita da sette nuove canzoni che, di fatto, danno vita a un vero e proprio EP. Con queste nuove sette tracce, prodotte dal solito team formato da Boston George, Kid Caesar, Joe Vain, Andry The Hitmaker e per la prima volta da Don Joe, Vegas Jones ha convinto molto di più che con le quindici di Bellaria.
Nei sette brani della Gran Turismo, sono evidenti grandi passi avanti sotto tutti i punti di vista, dalle meravigliose strumentali (basterebbe ascoltare 1000 Domande di Boston George o Backpack di Andry The Hitmaker) ai flow del rapper, sempre diversi e clamorosamente innovativi, come nel ritornello di Gran Turismo o nelle strofe della hit Pelle D’Oca. Il vero progresso del rapper, comunque, è soprattutto nella scrittura dei testi, elemento spesso passato in secondo piano in Bellaria. rispetto a Chic Nisello.
Da 1000 Domande, che descrive il difficile rapporto dell’artista con la fama, a Gran Turismo e Angeli & Demoni (forse brano più profondo dell’intero progetto Bellaria) in cui Vegas racconta quanto ha faticato per emergere, passando per Tocca A Me, brano omaggio ai Club Dogo, il rapper è riuscito nuovamente a emozionare fan e ascoltatori, grazie ai suoi versi poetici, ai suoi flow innovativi e anche grazie agli eccezionali featuring di Jake La Furia e Nayt.
Voto 7 a 105 Trap, nuovo programma radiofonico condotto da Moko, Charlie Charles e Shablo:
L’etichetta discografica di Sfera Ebbasta, Shablo e Charlie Charles, BHMG, ha senza dubbio rivoluzionato la scena rap italiana, mettendo sotto contratto, oltre ai suoi tre fondatori, in ordine, il rookie Drefgold e il suo beatmaker Daves The Kid, Guè Pequeno e Elettra Lamborghini.
Per l’etichetta, Drefgold ha pubblicato il suo discutibile disco d’esordio Kanaglia, Guè Pequeno il suo quinto CD da solista Sinatra e a dicembre Sfera Ebbasta pubblicherà Popstar, ridizione del fortunatissimo album Rockstar, arricchito da collaborazioni con Elettra e Guè, rispettivamente nei remix di Cupido e XNX.
Tuttavia, BHMG non si è occupata solo di musica: ha prodotto la web serie di Guè Pequeno, Sinatra, e ha sponsorizzato un programma su Radio 105, condotto dallo speaker Moko, da Charlie Charles e da Shablo, chiamato Trap 105. Il programma è in onda ogni giorno lavorativo della settimana dalle 21 alle 22 e il suo punto di forza è nella scelta dei brani trasmessi, stranieri e italiani, durante il programma, scelti personalmente da un esperto di musica urban come Charlie Charles.
Inoltre, la trasmissione è apprezzabilissima per il clima disteso e rilassato che si viene a creare grazie a tre personalità completamente diverse fra loro come Moko, sempre allegro e informatissimo sul mondo hip hop, Shablo, trasparente e acculturato come pochi, musicalmente, e l’enigmatico Charlie Charles, con il suo personaggio misterioso, timidissimo e sempre riservato.
105 Trap ha proposto anche, settimanalmente, ospiti speciali, i rapper più apprezzati e noti della scena: da Gemitaiz a Noyz Narcos, passando per Luche, Ernia, Emis Killa, Rkomi, Capo Plaza, Side Baby e Drefgold, Rvssian e Guè Pequeno, tutti pieni di aneddoti da raccontare. L’intervista più riuscita di tutte è stata sicuramente quella a Luche, in cui il conduttore Moko era nettamente più coinvolto e appassionato rispetto ad altre volte, portandolo a riflettere su temi come la scrittura delle canzoni, il rapporto con Napoli e i suoi progressi artistici.
L’unica piccola pecca di Trap 105 è, purtroppo, la monotonia dei brani italiani trasmessi, soprattutto se paragonati a quelli stranieri. Se Shablo e Charlie propongono sempre canzoni varie e non scontate della scena statunitense, francese e latina, quando bisogna scegliere brani italiani la decisione ricarde sempre sui soliti nomi vicini all’immaginario di BHMG: Guè, Sfera Ebbasta, Elettra Lamborghini, Rkomi, Izi, Ernia o Luche.
È, per esempio, un peccato che durante il programma non si siano mai ascoltate, se non per tracce realizzate in collaborazione con altri artisti, le voci di Tedua o Vegas Jones, due degli hitmaker più influenti della scena rap, per ovvi motivi: i dissapori, rispettivamente, con Shablo e Sfera Ebbasta. Al di là di questo aspetto, che sicuramente sarà migliorato dai tre conduttori, 105 Trap è senza dubbio la miglior trasmissione radiofonica che l’Italia abbia mai avuto, a tema rap.
Voto 6 a Cabriolet di Salmo e Sfera Ebbasta: messaggio geniale o collaborazione incoerente?
Se si dovesse inserire Playlist, ultimo CD del rapper più in voga del momento, Salmo, nel pagellone autunnale di Raphaolic, lo si dovrebbe senza dubbio inserire alla voce “9”, se non addirittura alla voce “10”.
Playlist è innegabilmente un grande disco, a livello sonoro uno dei più completi e sperimentali della storia del rap italiano, curato da un artista tecnicamente fenomenale, che è ancora una volta riuscito a far evolvere la sua musica, in termini di musica e contenuti. Inoltre, il rapper, nel CD, affronta temi politici in maniera coraggiosa, temi sociali-filosofici come il rapporto uomo-denaro e mostra, come mai prima d’ora, i lati più vulnerabili e intimi della sua persona, dando vita a un album tanto vario quanto ben scritto.
L’unico vero aspetto difficile da comprendere di Playlist, che in un certo senso sporca un album veramente eccezionale, è paradossalmente in una delle due hit principali, Cabriolet con Sfera Ebbasta.
Infatti, il brano in questione funziona soltanto a livello musicale, in gran parte grazie alla strumentale straordinaria composta dall’artista insieme a Charlie Charles e al meraviglioso ritornello cantato. Se però si analizzano le strofe, si nota una fortissima differenza, a tratti fastidiosa, fra la strofa di Salmo, cruda e aggressiva, e quella di Sfera, leggera e melodica. Dunque, i due rapper, per realizzare Cabriolet, non hanno minimamente voluto trovare uno stile comune e sembra quasi che le due parti appartengano a canzoni diverse.
Al di là di questo, inoltre, Salmo aveva, in più occasioni, prima di Playlist e nell’album stesso, punzecchiato i rapper della nuova scuola, sbeffeggiando alcune loro caratteristiche, come i denti d’oro, l’autotune, la codeina e l’ossessione per il lusso e per i capi d’abbigliamento firmati e stravaganti, elementi distintivi del personaggio di Sfera Ebbasta. Quindi, la scelta di inserire una strofa dell’autore di XDVR nel suo disco è sembrata piuttosto incoerente al pubblico dell’olbiese e, effettivamente, la critica è più che legittima: perché far partecipare al proprio CD un artista che è l’emblema di ciò che si attacca nelle canzoni?
Voto 5 a Nuvola di Side Baby, passo indietro dopo la bella Medicine
È passato quasi un anno dall’uscita di Sickside, primo progetto solista di Dark Side a.k.a. Side Baby, nome d’arte usato dal rapper romano, all’anagrafe Arturo Bruni, dopo la sua uscita dalla Dark Polo Gang. Da quando si chiama Side Baby, il rapper ha pubblicato due nuovi singoli: la toccante Medicine, che raccontava il suo angosciante periodo di dipendenza da farmaci come lo xanax e di depressione.
Medicine aveva entuasiasmato il pubblico, poiché affrontava una tematica nuova non solo per la discografia dell’artista, fino a lì poco propenso, salvo qualche sporadico spunto in Sickside, a brani così seri e profondi, ma anche per l’Italia, dando vita alla prima dimostrazione italiana, nel mainstream, di “Emo Trap”, quel tipo di rap emotivo e personale proposto, negli Stati Uniti, da rapper new school come XXXTentacion, Trippie Redd, Lil Uzi Vert e il compianto Lil Peep.
Se quindi Medicine può essere considerato un picco della carriera del rapper romano, lo stesso non si può dire per il singolo che lo ha seguito, Nuvola, realizzato insieme all’amico e collega Drefgold e prodotto dai due beatmaker di fiducia degli artisti, i talentuosissimi Sick Luke e Daves The Kid.
Il cambio di stile del rapper romano, che nel pezzo si avvicina alla wave allegra e colorata dell’autore di Kanaglia, non convince e appare un po’ brusco, ma il vero problema di Nuvola è proprio nelle sue strofe. Se il beat è rilassante e divertente e il ritornello di Drefgold è coinvolgente e cantabile, il problema è nelle parti di Side, inadatto, per flow e attitudine, al tipo di atmosfera e mediocre nella scelta delle rime.
Il testo, infatti, sorprende per la noncuranza con cui sembra scritto e ciò si vede soprattutto da rime non chiuse particolarmente cacofoniche, come:
Scopo una tipa, dopo la lascio subito
Sai che non sono romantico, Side e Dref fumiamo un sacco
Tu non fumi così tanto, tu non brilli così tanto
Non posso insegnarti a farlo, puoi solamente guardarlo
e da una scelta di vocaboli e di espressioni che sembrano improvvisate, piuttosto che ben ponderate. Neanche i numeri, poi, sembrano sorridere a Side e a Drefgold, avendo totalizzato solo quattro milioni di streaming su Spotify: un quarto di Cambiare Adesso, singolo di punta del suo ex collettivo.
Voto 4 alla nuova stagione di Hip Hop Tv, che manca di ospiti di spessore:
Hip Hop Tv è uno dei programmi più noti e apprezzati del mondo del rap, condotto da dieci anni dallo speaker Max Brigante e, da quando si è spostato dalla televisione alla piattaforma di YouTube, da Michele Caporosso, in arte Wad, conduttore di qualità, nonostante sul web se ne parli molto male.
Con il passare degli anni, Hip Hop Tv ha sempre proposto interviste apprezzabilissime per la trasparenza con cui sono condotte, che l’intervistato sia Guè Pequeno, Sfera Ebbasta, Noyz Narcos, Jamil, Highsnob o qualsiasi altro artista della scena. Nella prima parte del 2018, negli studi della trasmissione, sono stati intervistati moltissimi rapper brillanti e interessanti da ascoltare, da Inoki Ness a Nitro, passando per Vale Lambo, Tormento, Emis Killa, Shade, Giaime, Cromo, Vegas Jones, Lowlow, Axos e En?gma.
Da settembre, al contrario, il livello medio degli ospiti si è notevolmente abbassato, non riuscendo, in dodici puntate, a portare neanche uno dei cosiddetti “big” della scena. Addirittura, nella puntata del 15 ottobre, sono stati invitati Manny Fresh, Tyler Strikes, Vladislav Kirillov e Federica Petri, youtuber che con il rap non hanno nulla a che fare, con un Wad a metà fra l’imbarazzato e il diverito.
Qualche ospite interessante c’è stato certamente: basti pensare all’intervista condotta a Ernia, quella a Mecna, Junior Cally, Metal Carter e Cor Veleno, tuttavia è piuttosto deludente pensare che uno degli show storici per quanto riguarda l’hip hop in Italia non sia riuscito a ospitare – Ernia escluso – alcuni degli artisti più importanti per produzioni musicali, a livello qualitativo e numerico.
Infatti, nello stesso autunno in cui sono stati pubblicati Sinatra, Trap Lovers, Supereroe, Paninaro 2.0, Bellaria – Gran Turismo e Playlist, nessuno fra Guè Pequeno, la Dark Polo Gang, Emis Killa, Il Pagante, Vegas Jones e Salmo è stato intervistato negli studi di Wad e Max Brigante: piuttosto deludente per un programma così importante e, fin ora, così piacevole da seguire.
Voto 3 all’ingresso in Honiro di Gallagher, l’artista, giustamente, più discusso di quest’autunno:
La Honiro Label è senza dubbio una delle case discografiche più fortunate della storia del rap italiano, avendo lanciato nel panorama musicale artisti come Coez, Madman, Gemitaiz e, più recentemente, Mostro, Lowlow, Briga, Mostro, Sercho e Ultimo. Nel corso degli anni, il managment di Honiro si è occupato della pubblicazione di pietre miliari della scena odierna: mixtape come Haterproof, prima collaborazione di Gemitaiz e Madman, Quello Che Vi Consiglio 2 e 3, Fenomeno Mixtape di Coez e album come Spiraglio di Periferia di Rocco Hunt, Die Hard di Chicoria & 1Zuckero, Per Sempre di Lowlow & Sercho e Escape from heart di Madman.
Nel 2018, grazie a scelte di marketing eccellenti, su tutte la presentazione di Ultimo al Festival di Sanremo, nella categoria “Nuove proposte”, Honiro Label ha continuato a essere una delle etichette più vincenti della discografia italiana, occupandosi degli ormai consolidati Briga e Mostro, cresciuti e migliorati, e di Ultimo, rivelazione musicale dell’anno.
Recentemente, l’etichetta ha deciso di scommettere su un ragazzo, Gallagher, la cui musica è davvero di bassissima qualità. A dir la verità, infatti, questo ragazzo è famoso non tanto per la sua produzione musicale, inconsistente e volta a imitare le sonorità di più famose di rapper statunitensi come Lil Pump o 6ix9ine, ma piuttosto per il personaggio che si è costruito su Instagram.
Gallagher è, per modi ed espressioni, una caricatura della prima Dark Polo Gang, i cui membri si comportavano già in maniera grottesca, condita da un atteggiamento intimidatorio importato dal modello di 6ix9ine. Come il collega americano, anche il romano è diventato famoso per i suoi scontri online con rapper affermati e più capaci di lui, come Highsnob, Vacca e lo stesso Tony Effe della DPG.
La presenza di un personaggio di questo tipo non è nuova nella scena rap italiana, basti pensare a Young Signorino, meteora trash della primavera, ora del tutto scomparso. Il problema sorge quando un’etichetta forte e di qualità come Honiro investe su Gallagher piuttosto che su veri artisti validi, come lo potrebbero essere per esempio (senza bisogno di spostarsi dal panorama romano) Garfo, Ozymandias e Il 3.
Voto 2 alla non risposta di Junior Cally a Gionny Scandal, una mossa che poco ha a che vedere con l’hip hop:
Il 2018 è stato indubbiamente l’anno dei dissing, recentemente passati di moda, specie se si pensa a quanto era accaduto l’anno passato, in cui il principale beef in Italia, fra Jamil e Noyz Narcos, era stato quasi unilaterale, con Jamil che attaccava il collega romano e quest’ultimo non rispondeva, non ritenendolo alla sua altezza.
Quest’anno, al contrario, in America si è svolto il dissing più importante, per numeri, del decennio: quello fra Machine Gun Kelly ed Eminem, che nel suo utimo CD Kamikaze ha attaccato diversi rapper americani, ma anche, qualche mese prima, quello fra Drake e Pusha T, vinto dal new yorkese.
In Italia, invece, il dissing più spettacolare è derivato dallo scontro fra il romano Skioffi e il più noto Mike Highsnob, che ha avuto il suo picco di qualità nelle due diss-track Hallelujah di Skioffi e OPS! di Highsnob. Dunque, quando Junior Cally ha criticato Gionny Scandal, nel pezzo Bisce, e quest’ultimo ha risposto con il Death Note Freestyle, il pubblico si è infiammato: sperava di assistere a una contro-risposta esaltante, da un artista ambizioso e capace tecnicamente come Cally.
Invece, l’unica risposta che l’autore di Ci Entro Dentro ha dato al suo collega è stato un “fake-dissing” in cui Junior Cally pubblicizza il suo disco, grattandosi simbolicamente il fondoschiena. Molte pagine, su Instagram, e molti Youtuber hanno apprezzato la risposta, definendola ironica e pubblicando articoli con titoli alla “Junior Cally trolla Gionny Scandal”.
In realtà una risposta del genere non è nè geniale nè divertente, a meno che non sia guardata con gli occhi di un pubblico di età molto bassa, ma anzi è stato un po’ come regalare la vittoria a tavolino al suo avversario, non dando una risposta dopo aver avviato lui stesso il beef. Il risultato è che Gionny Scandal, certamente non il più forte dei rapper italiani nè il più bravo a scrivere, nello scontro ha dato il meglio di sè, proponendo due ottimi freestyle (Death note e Fatality), mentre Junior Cally, senza dubbio più capace a rappare del collega, ha lanciato il sasso e nascosto la mano, perdendo malamente il dissing.
Voto 1 all’eliminazione di Boro Boro da X Factor, dimostrazione che la TV non merita il Rap:
L’edizione di quest’anno di X Factor deve tantissimo al rap: dalla supervisione costante di Big Fish al team di ragazze seguite da Manuel Agnelli alle liriche scritte da Jake La Furia per Los Angeles, inedito di Luna Melis, passando per le numerose assegnazioni di artisti urban come Ghali (Zingarello è stato assegnato a Emanuele Bertelli), Post Malone o Achille Lauro (si ricorda una terribile esecuzione di Thoiry RMX dei Red Bricks Foundation) e per l’esplosione del talentuoso Marco Anastasio.
È proprio il rapper campano ad aver scatenato una polemica dai toni molto accesi fra la sua giudice e ammiratrice Mara Maionchi e Manuel Agnelli, che criticava la mancanza di cover nel suo percorso nel programma, teoricamente basato sul cantare brani di altri artisti. Per porre fine alla discussione dei due giudici, il conduttore Alessandro Cattelan ha spiegato che, stando al regolamento di X Factor, le esibizioni di Antastasio non hanno alcun elemento illecito.
Il vero problema non è certamente il percorso di Antastasio, ma la profonda incoerenza di Mara Maionchi, che ai Boot Camp aveva eliminato un altro artista urban che sta ottenendo risultati convincentissimi, il torinese Boro Boro, giustificando la sua esclusione con la domanda: “Che cover posso fargli fare?”.
La differenza fra Anastasio e Boro Boro è evidentissima, a livello di immagine e di proposta musicale: il primo non sembra neanche un rapper a tutti gli effetti e punta moltissimo su un tipo di scrittura poetica e profonda, mentre il secondo è rappresentativo della “new school”, si presenta al live con i capelli biondi, graffia con le sue punchlines, usa l’autotune “alla Sfera Ebbasta” e parla di droga, di party e di donne.
Sarebbe stato più corretto, da parte della giudice, spiegare che Boro Boro propone un tipo di musica completamente inadatta al pubblico di X Factor e molto più indicata per i ragazzi (i suoi inediti Rapper Gamberetti e Trapper sono davvero degni di nota), piuttosto che giustificare la sua esclusione affermando che non avrebbe potuto affrontare cover di altri artisti.
Voto 0 all’intervista del “Simpatico Lauro” a Emis Killa, tragicomica dimostrazione del difficile rapporto fra Rap e radio:
In realtà, per spiegare quest’ultimo punto, basterebbe guardare le storie di Instagram che Emis Killa, in modo molto diplomatico, ha dedicato alla questione: la sua intervista per Rai Radio 1. Chiamato a telefono durante la trasmissione Un giorno da pecora, condotta da Geppi Cucciari e dal Simpatico Lauro, Emis Killa ha affrontato pazientemente irritanti battute sul suo nome d’arte, storpiato dagli speaker in “Emi Skilla”, e domande non inerenti alla sua musica e al suo fortunato disco Supereroe.
I due conduttori, infatti, hannno chiesto al rapper milanese cosa ne pensasse di Fedez, del successo politico di Matteo Salvini e della formazione del Milan, ricevendo risposte svogliate e brevi. Il Simpatico Lauro, dunque, ha domandato a Killa che tipo di argomenti volesse affrontare, in modo piuttosto infastidito, con la conseguenza che il rapper, altrettanto piccato, gli ha risposto giustamente: “Sono un musicista, un politico o uno sportivo?”.
La vicenda parla da sè, ma occorre comunque soffermarsi su due punti fondamentali: la pazienza e la diplomazia di Emis Killa, che tutti sanno essere piuttosto irascibile, e la mancanza di qualsiasi forma di rispetto nei confronti degli artisti urban in alcune radio e da parte di alcuni personaggi, come per l’appunto il Simpatico Lauro e Geppi Cucciari, che non avevano la minima idea di chi stessero intervistando nè alcun interesse nel saperlo.
Se infatti alcune emittenti, televisive e radiofoniche, come per esempio Radio 105 o Radio Deejay, stanno proponendo programmi anche per ragazzi, come Say Waaad!? o la sopracitata Trap 105, altre realtà non sono ancora state in grado di evolversi nè di comprendere il genere che negli ultimi anni ha conquistato il paese.