Vaz Tè: La recensione di VT2M – Un disco fuori dalle righe proprio come il suo autore

Il racconto di “VT2M”, il disco d’esordio di Vaz Tè, pubblicato il 4 settembre 2020 per Dogozilla Empire e Sony Music Italy.

L’identikit di Vaz Tè – Un talento avvolto in una nube di mistero

Vaz Tè è una delle personalità più particolari e misteriose della scena rap italiana: è un artista genovese, del collettivo Wild Bandana, ricchissimo di personalità geniali e al contempo folli, classe ‘92 e grande appassionato di calcio. Queste sono le uniche informazioni certe sul suo conto, perché le altre, invece, vanno dedotte a partire dai suoi testi, a causa della sua riservatezza e dal suo difficile rapporto con i media. Se si cerca infatti “Vaz Tè intervista” su Youtube, si trovano solo una diretta su Hip Hop TV con Bresh, Ill Rave, Disme e Nader, in cui è nervosissimo e in continua iperattività, un dibattito coordinato da Chicoria – con loro anche  Massimo Pericolo e Speranza –  in cui i suoi interventi sono talmente pochi che un utente commenta:

Povero Vaz si sente un pesce fuor d’acqua

e una vecchissima intervista del 2014 in cui lascia interamente la parola a Tedua. Questo è tutto per quanto riguarda le sue apparizioni extra-musicali.

Forse anche per questa peculiare posizione antimediatica, la musica di Vaz Tè sembra avvolta in una nube di mistero e apparenti contraddizioni: per esempio, l’artista si è diplomato al liceo classico (qualcuno in rete sostiene addirittura che sia laureato) ma il suo rap è fatto di slang, di strada e di riferimenti allo sport. Ancora, artisticamente è cresciuto con rapper underground come Inoki, Joe Cassano e Noyz Narcos, ma si è proposto come “drill king”, con uno stile per cui l’aggettivo moderno è riduttivo: sarebbe più corretto “avanguardistico”.

In questa fitta nebbia di informazioni peculiari e per certi versi assurde che contribuiscono ad alimentare la sua leggenda – la ciliegina sulla torta è che tifa Parma, nonostante venga da una città con due tifoserie sfegatate, Genoa e Sampdoria – la sua musica è, ovviamente, unica e inconfondibile.

Vaz Tè fonda la sua discografia su un flow granitico e dinamico, che sembrava possedere già a inzio carriera, basato su un’interpretazione atipica e singolare del tempo – molti suoi flow procedono addirittura “controtempo” – e su un intenso uso di autotune, su una fine abilità metrica ereditata dai suoi ascolti “old school” e sulla sua penna, visionaria e caotica. I suoi testi, infatti, sembrano dipinti di Pollock: sono estemporanei e incomprensibili se non dall’autore, ma esercitano sul pubblico un’influenza magnetica e difficile da spiegare.

Questo, sciogliendo la metafora, significa che la scrittura di Vaz Tè è, fondamentalmente, un folle flusso di coscienza, di immagini e di barre, in cui si mischiano vita di strada e momenti introspettivi, divertimento e episodi conscious, citazioni a calciatori semi-sconosciuti e passaggi di livello altissimo, per lirica e vocabolario.

Il culmine del suo assurdo identikit: VT2Mil suo disco d’esordio, è uscito a distanza di quattro anni dal suo annuncio, dopo un periodo di confusione e di spiegazioni poco chiare per i fan. Ciò che conta, adesso, è che il CD è fuori e, soprattutto, che è un album “alla Vaz Tè”, fuori dalle righe e di sprazzi, che conferma il suo talento e la sua incorregibile follia artistica.

VT2M – Un album d’avanguardia per un pubblico molto limitato

Qualche giorno prima dell’uscita di VT2M, ho scritto, a proposito delle aspettative che si nutrivano rispetto all’album:

Vaz Tè è un rapper atipico, un rapper fumoso, che ha dimostrato colpi letteralmente da fuoriclasse, ma che ancora non si è imposto nella Serie A del rap italiano da titolare.

Se si volesse fare un esempio calcistico, per entrare in un mondo di cui il genovese è molto appassionato, la carriera di Vaz Tè – fin qui – assomiglia a quella di Alvaro Recoba, dall’incostante talento cristallino, che militava in squadra con Ronaldo il Fenomeno e Roberto Baggio (che nella nostra metafora potrebbero essere rappresentati da Tedua e Izi). […]

Che Vaz Tè abbia il talento necessario per essere un punto di riferimento non c’è alcun dubbio: mette a segno rime di livello, ha un flow unico e inimitabile e, soprattutto, il suo sound è, in questo momento, perfetto per surfare l’onda-drill di questi ultimi mesi in Italia.

Purtroppo, fin qui, il rapper è stato fumoso e si è fatto capire poco, con un’identità artistica complessa (forse troppo poetico per lo street-rap e troppo street per il conscious-rap) e difficile da metabolizzare.

Dopo anni di carriera, peró, sta a lui dimostrare di non essere un ottimo – incostante – rapper, ma di poter essere un protagonista di livello nella scena. Si aspetta VT2M per trarre delle conclusioni.

Con questo disco Vaz Tè ha detto indirettamente alcune cose molto rilevanti: su tutte, che non ha nessuna intenzione di giocare nella Serie A del rap italiano, non vuole che la sua musica sia mainstream, ma essere un artista per pochi, un calciatore argentino dai colpi brillanti più interessato a dare spettacolo che a decidere le partite.

VT2M – dieci tracce per 29 minuti di musica – è un disco impossibile da recensire come un disco normale perché non ha quasi niente di canonico: la tracklist somiglia più a quella di un mixtape, non c’è un concept o un filo conduttore e i testi sono tutti flussi di coscienza. L’unico aspetto di questo CD che si può valutare con parametri tipici è quello prettamente sonoro e, musicalmente, si parla di un disco di gran qualità di un rapper che ha esperienza, tecnica e originalità.

A livello di beat, si parla di un CD prodotto in maniera moderna e di livello, da una moltitudine di produttori tutti diversi: dall’elegante Chris Nolan all’esperto Don Joe, passando per Evangelisti (la grande sorpresa con le loro batterie perfette per il flow di Vaz Tè), Roofio, Janax, Davide Ice, Closelisten, Nebbia e Garelli. A proposito di flow, invece, VT2M mette in luce la classe e il talento di un rapper navigato che ha trovato la quadratura giusta per essere dinamico e ampliare il suo bagaglio di soluzioni musicali. Il miglioramento maggiore di Vaz Tè, infatti, è da ricercare nei ritornelli, tutti diversi e di forte impatto, da quelli più estremi alla Wsp, Dos Santos e Skillato a quelli più armoniosi di Beckham, Mowgli e Tarzan, Giotto, Bendetta Risky Road.

I featuring, poi, sono sei e sono di natura radicalmente diversa: sono presenti due punti di riferimento della scena italiana, Izi e Tedua, – la traccia con quest’ultimo è un capolavoro – un drill-rapper londinese, Sav12, e tre grandi sottovalutati della scena italiana: Bresh, Drefgold e Peppe Soks. Il primo ha una storia simile a quella di Vaz Tè: non dev’essere facile trovarsi nella stessa crew di due fuoriclasse come Izi e Tedua, mentre il secondo è stato spesso mortificato da un pubblico e da una critica che non gli hanno dato il tempo di esplodere (e hanno ignorato quanto di buono ha fatto nella sua carriera) e infine il terzo è a volte superficialmente classificato come “quello che rappava con Plaza”. In VT2M i tre si prendono una grossa rivincita realizzando, con il loro stile unico, due super-tracce insieme a Vaz Tè: Dref e Bresh si alternano in Big Dog e Peppe Soks spara barre infuocate sul beat di Risky Roaduna street-hit di livello altissimo.

Infine, i testi del CD che, come si è detto, sono tutti flussi di coscienza che mischiano divertimento, autocelebrazione, riferimenti biografici e massime profonde e ricercate. Non c’è una traccia che spicca per scrittura, se non l’intro Giotto e l’outro S4TW e anche per questo l’album somiglia più a un mixtape.

Quindi, in conclusione, com’è VT2M? È un buon CD, se si tiene conto del fatto che rappresenta il debutto discografico di Vaz Tè, ma è un progetto che evidentemente pecca, in alcuni passaggi, di inesperienza e di confusione. Dal prossimo album del genovese ci si aspetta quindi un salto di qualità e la sua non sarà una sfida semplice: dovrà confermare l’altissimo tasso tecnico di questo disco, migliorare nella gestione di tracklist e concept e diventare, complessivamente, un po’ più ordinato. Se ci riuscirà, non sarà più il calciatore argentino dal talento sconfinato ma fine a sè stesso, ma diventerà un top player formidabile e dalla forza travolgente, in grado di scrivere per sempre il suo nome sulle pagine della storia del rap italiano.

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