La “Rivoluzione” di Rocco Hunt non c’è stata ma…

La scelta del titolo è sempre un momento fondamentale nella costruzione di un album. C’è chi si gioca la carta del proprio nome che, pur essendo abbastanza banale, di solito è sinonimo di voler rappresentare al meglio se stesso. Dall’altra parte ci sono artisti che preferiscono fare giochi di parole da cui molte volte scaturisce la title track.

Rocco Hunt negli ultimi due progetti ha voluto scegliere vocaboli di un’importanza significativa: Libertà e Rivoluzione. Quando si inizia un disco con questo tipo di input è ovvio che le responsabilità crescono a dismisura perché si vuol vedere quel concetto in ciò che interpreti.

Nel primo caso le aspettative sono state rispettate, il rapper partenopeo veniva da un periodo difficile in cui i suoi riscontri musicali si erano bloccati e la libertà con cui lui si è descritto in alcune canzoni era sincera. Purtroppo, fare un buon album non giustifica un titolo di questo calibro. La rivoluzione è andare contro corrente dimostrando con i fatti che le cose possono cambiare drasticamente se lo si vuole. Qui di cambiamenti radicali non se ne vedono, ma questo fattore non toglie nulla alla qualità del prodotto.

Durante l’estate si concede spesso e volentieri alle esigenze di mercato che incredibilmente non stancano gli anni pur essendo le stesse da un bel po’ di tempo. Ma quando si tratta di portare a termine un progetto, è difficile cogliere impreparato il Poeta Urbano. Rivoluzione ospita praticamente solo pesi massimi della scena italiana con cui non sfigura. C’è più introspezione rispetto al suo solito e gli argomenti trattati vengono espressi elegantemente e senza sfociare nella retorica.

L’autore decide di rappare maggiormente accantonando un po’ il pop che lo aveva aiutato a raggiungere certificazioni ma che probabilmente ha sentito suo in misura minore. In conclusione, il potenziale di Rocco Hunt è ben chiaro a tutti e un disco così ben riuscito non può sorprendere conoscendo il suo percorso musicale. La rivoluzione non c’è stata ma chi ha detto che ne avevamo bisogno?

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