Se in precedenza in Italia il mondo rap era popolato principalmente da uomini, negli ultimi anni questa tendenza è stata fortunatamente abbandonata lasciando sempre più spazio ad artiste donna.Solo negli ultimi due anni abbiamo assistito ai fenomeni di Anna e di Madame che hanno spopolato nelle classifiche. Ma ben prima di loro, sul pianeta del rap italiano era atterrato l’astro nascente di Priestess.
Per chi non conoscesse Priestess, al secolo Alessandra Prete, si parla di una ragazza classe 1996. Inizia la sua carriera artistica ad alti livelli nel 2015 quando prende parte a ben due tracce dell’album “Doppelganger“di MadMan. Nel 2017 entra a far parte di Tanta Roba Label e rilascia il suo primo EP “Torno domani”.
Negli anni successivi diventa quasi una presenza fissa nei progetti di MadMan e Gemitaiz. In questo percorso i due rapper, musicalmente parlando, ricoprono quasi un ruolo paterno.
Il 2019 è l’anno del primo album ufficiale intitolato “Brava” a cui segue il secondo EP di Priestess “Rendez-vous” pubblicato l’anno successivo.
“Seduzione, fascino, eleganza, sì, sensualità“. Questo è un verso del brano “Brigitte” di Priestess e possiamo dire che Alessandra musicalmente incarna appieno questi aggettivi. La voce di Priestess risulta adatta a qualsiasi contesto e riesci ad adattarsi benissimo ai mood dei brani. Inoltr,e è dotata di grandi qualità canore avendo studiato canto per anni, il che le dà la possibilità di far assaporare tutta la sua vocalità sia nelle strofe ma soprattutto nei ritornelli.
Ma non è possibile limitare Priestess a questo. Quando si tratta di rappare risulta estremamente versatile, sia a livello di flow e metriche che a livello di stile. Che sia rap o trap per Priestess non c’è differenza, il microfono con ogni probabilità prenderà fuoco in entrambi i casi.
In Italia è difficile trovare un’altra rapper che possa avere questo mix abbinando qualità sia a livello di rappato che a livello di canto e che sia così versatile.
Il primo album ufficiale di Priestess si intitola “Brava” e a tal proposito l’artista ha dichiarato:
“Ho scelto di intitolare questo album Brava perché è un aggettivo che non viene quasi più usato: oggi l’immagine, l’apparire, sembrano più importanti dell’essere Brava a fare quello che vuoi fare. Io mi sento Brava in quello che faccio ed è questa la mia forza.
Quasi tutti i brani del disco presentano un titolo che rimanda a personaggi femminili. Alessandra in questo lavoro risalta appieno quello che è il concetto di girl power. Vediamo un’artista brava (ma anche qualcosa in più) in ciò che fa e che cerca di dare risalto alla figura femminile nel mondo del rap che, come detto in apertura, è stato storicamente un ambiente composto quasi unicamente da uomini.
Viviamo in un momento storico dove un’artista per stare sulla cresta dell’onda deve avere una frequenza di pubblicazione molto alta. Il pubblico reclama che lo stesso artista abbia una cadenza fissa di uscite per quanto riguarda sia singoli che album. Per produrre musica di qualità, però, serve tempo. E quel tempo gli ascoltatori posso utilizzarlo per riascoltare i lavori passati dell’artista. Utilizziamo passati e non vecchi perché non si può definire vecchio un album dopo solo due o tre anni dalla sua pubblicazione.
Quindi noi lasciamo ad Alessandra tutto il tempo che le serve per produrre della nuova musica, con la certezza che quando uscirà Priestess sarà “nuova religione”.
E voi che ne pensate di Priestess? Può essere considerata una tra le più forti nel rap game femminile?