Ci sono cose che non passano mai di moda: un completo elegante, un buon vino rosso e anche l’hip-hop.
Quando è stato annunciato “4 mani” non ci si aspettava altro che un album rap fatto con tutti gli stilemi del caso e questo è stato. Da quando è uscito “Medioego”, Inoki ha trovato una sorprendente costanza che forse è stato l’unico vero aspetto in grado di danneggiare in passato la sua carriera musicale.
C’è poco da dire sullo stato di forma del rapper bolognese, le metriche sono giuste e piacevoli ma i testi sono l’elemento trainante dell’EP. “Sorelle“ con Nina Zilli è un brano che andrebbe fatto ascoltare a qualunque rapper che voglia scrivere una canzone sulle donne senza risultare retorico.
Le altre canzoni del disco sono godibili per i nostalgici del rap puro grazie anche alle produzioni. A proposito di produzioni, un altro merito di Inoki è quello di aver fatto tornare Dj Shocca, un semi-dio per i fan degli scretch e della vecchia scuola.
Ovviamente non possiamo non parlare di “Milano by Night“, sequel di una pietra miliare del genere che ascoltiamo ora. Purtroppo il paragone è un po’ impietoso sia per rilevanza ottenuta che per epicità della struttura del singolo. Però la strofa di Jake la Furia vale il prezzo dell’ascolto.
Onestamente “4 mani” non è un capolavoro, lo sapranno probabilmente anche gli stessi autori. Ma è stato concepito per un altro scopo, ben più nobile: per amore del genere e non per dimostrare qualcosa. Anche perché se qualcuno pensasse che Inoki e Shocca debbano ancora dimostrare di saper fare questa roba, quel qualcuno avrebbe davvero qualche problema serio.