Il successo di “Salvatore”, disco d’esordio di Paky, era praticamente inevitabile per l’ottimale strategia di marketing e la qualità generale.
Prima di arrivare al progetto, ci sono stati vari singoli di anticipazione ma questa mossa si può anche rivelare a doppio taglio. Però l’artista di Rozzano è stato fenomenale nella continuità delle canzoni uscite, arrivando al suo massimo momento di hype con un album ancora più di impatto.
Tra banger e brani più introspettivi abbiamo potuto scoprire più sfaccettature del rapper in questione. Quando si fa un progetto, specialmente d’esordio, così riuscito, il rischio di una repack è quello di non dare un valore aggiunto. Purtroppo questo sembrerebbe uno di quei casi. Ovviamente questa affermazione non significa che il lavoro sia pessimo o di qualità inferiore, però questi quattro pezzi non sono poi così indimenticabili in confronto a tutto “Salvatore”.
Anzi a onor del vero bisogna riconoscere che l’ignorantissima “Sharm El Sheik” ha un’esplositivitá che fomenta non poco l’ascoltatore. È il tipo di singolo da sentire in palestra per caricarsi o per divertirsi con gli amici. A livello mediatico anche “La bellavita” con Jul ha avuto successo però si percepisce che la cassa dritta francese per adesso non sia il suo cavallo di battaglia.
Adesso Paky è alle prese con una sfida forse ancora più grande di quanto fatto finora: i live. Dai video girati su TikTok e dal gradimento generale nei suoi confronti si intuisce che l’autore di “Rozzi” sia già preparato per concerti di alto livello.
Dopo questo tour presumibilmente tornerà in studio e sicuramente non ci sarà molto da scherzare a quel punto: Paky ha la fame negli occhi e nessuno gliela potrà togliere.