“Barroso” di Vacca – La vera definizione di libertà artistica

Quando si arriva ad un certo punto della carriera, gli artisti possono intraprendere due scelte: cercare in tutti i modi di rimanere aggrappati alla moda del momento usando ogni avvenimento per fare hype senza badare a dignità e coerenza o comprendere che è inutile sfidare le nuove leve stando dietro a trend non loro e continuando a fare musica più liberamente possibile senza ansie da prestazione discografica.

Vacca sembrerebbe aver scelto la seconda strada ed è la decisione più adatta per questo contesto. La musica ne ha guadagnato sicuramente: il rapper di origini sarde, infatti, ha fatto un disco qualitativo come pochi nel suo storico dimostrandosi in forma, sciolto e anche capace di variare flow e mood.

Il titolo di questo articolo sembrerà eufemistico ma adesso vi spiegherò cosa intendo con “libertà artistica“. Ormai è consuetudine vedere artisti urban allontanarsi dal genere per entrare nelle radio ed essere riconosciuti in maniera mainstream e non c’è nessun problema ovviamente. Ma alcuni di loro tendono a parlare di questi cambi di rotta improvvisi come se fossero solo per necessità espressiva, ma probabilmente per alcuni di loro non è poi cosi vero se poi a cambiare non è solo il genere ma anche l’attitudine e il personaggio.

Vacca invece ha fatto per davvero il progetto più libero possibile. Ha detto quello che voleva, ha rappato come voleva e come ha sempre fatto ed ha aggiunto anche quel pizzico di coraggio per uscire dalla comfort zone. Per sintetizzare, “Barroso” è la cosa migliore che potesse fare in questo momento e il pubblico lo sta apprezzando, pur restando un prodotto underground in quanto a numeri.

Adesso però inizieranno le voci dei rimpianti: “e se avesse fatto un disco così 10 anni fa” “e se non avesse mai dissato Fibra”… Concludo con una citazione non particolarmente fine di mio nonno per far capire la mia opinione: “se c’avessi tre palle sarei un flipper“.

Un pensiero riguardo ““Barroso” di Vacca – La vera definizione di libertà artistica

  1. Pietro Carlo Passera settembre 30, 2022 — 16:29

    Grande Ale, album intenso, un lavoro che dimostra il raggiungimento di una maturità artistica musicale eccellente. Sei rimasto uno dei pochi a non aver rinnegato le tue origini musicali, rimanendo costantemente aggiornato sugli sviluppi internazionali della musica rap, a differenza di tanti ex colleghi che hanno annacquato questo genere musicale, tanto da sembrare figli di Albano (Fedez) o figli di Max Pezzali (J-AX, Fabri Fibra), cantanti da ssalotto (adottati da Maria De Filippi and Company). Meditate gente, meditate!

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