Neima Ezza è di sicuro il membro più atipico del collettivo di San Siro ed è a tutti gli effetti uno dei primi ad essersi fatto notare dal grande pubblico. Ci sono vari fattori che stanno favorendo il suo percorso e quante volte sentiamo dire che è il migliore della Seven 7oo e che è liricamente è una spanna sopra? Molte. Il ragazzo di Perif ha costruito un immaginario con sfumature diverse dai suoi amici e questo per ora lo sta proteggendo da tutto l’hating che subiscono Rondo e gli altri. Ma Neima è veramente così più bravo, profondo e geniale? Beh la risposta in questo caso è complicata da dare.
Innanzitutto gli è stata affibbiata un’etichetta sbagliata che in Giù viene demolita definitivamente. Non è un liricista intenso che vede nei testi l’unico suo appiglio di arte. Per carità: la vita nel quartiere è ben descritta in alcuni episodi ma si sottolinea la carenza in termini di lessico che non gli permette di raccontarsi al meglio. Baby Gang, per esempio, riesce a compensare questa stessa carenza grazie alle sue immagini di impatto e attitudine, quindi il risultato riesce ad essere credibile al 100%. Purtroppo la scrittura di Neima non è perfetta come raccontano ma ha ampi margini di miglioramento.
Invece, si parla troppo poco delle sue sonorità che sono in verità il suo punto forte. L’aspetto più positivo è la sua duttilità che ha permesso all’album di scorrere veloce e sorprendere l’ascoltatore in più occasioni. Se cerchi la drill non è dal rapper di Casa che devi andare: sta prendendo le distanze dal genere vistosamente e forse è meglio così.
Neima Ezza sta sperimentando, sta cambiando molto e probabilmente è in una fase di transito che ci porterà in futuro a sentire un suo progetto ancora più maturo. Per adesso le aspettative sono discretamente grandi.