Abbiamo chiamato Vettosi, per parlare del suo nuovo singolo, “Cagn Marcia”, prodotto da Night Skinny, e più in generale dei suoi ultimi dodici mesi di musica.

Intervista a cura di Sergio Mattarella:
Sergio: Ciao Francesco! È un super piacere intervistare un emergente forte come te e vorrei farti, per iniziare, una domanda sul Nameless, visto che si è trattato di un’esibizione importante per la tua carriera. Che esperienza è stata per te?
Vettosi: Ciao Sergio! Ti ringrazio per i complimenti e ti dico che si è trattato di uno dei miei primi live, quindi un’esperienza forte, in cui ho cercato di performare nel mio modo possibile. Voglio migliorare e voglio che ai miei live gli spettatori si divertano. È stato quasi un allenamento e ho voglia di suonare ancora e ancora, con molte più persone sotto il palco.
Sergio: Il tuo nuovo singolo, Cagn Marcia, è un banger, però suona come un pezzo estremamente serio. Mi racconti questa scelta?
Vettosi: Io sono sempre serio. Essendo una persona introversa, anche quando mi approccio a un pezzo catchy mi ritrovo a scrivere sfogandomi. È la mia personalità: il banger è venuto fuori serio perché io sono serio. Gran parte del merito di quest’atmosfera, comunque, è di Skinny, che mi ha caricato di energia esplosiva.
Sergio: A questo proposito vorrei chiederti qualcosa sulla tua collaborazione con Night Skinny. Essere scelti da un producer del genere è un riconoscimento molto importante perché si tratta, di fatto, di una figura centrale per la scena italiana. Come nasce la vostra collaborazione?
Vettosi: Quando Night Skinny ci ha chiamati stava lavorando a dei pezzi in una villa. È stata quasi una convocazione e siamo stati super gasati! Nel mio percorso sono riuscito, via via, a sentirmi sempre più sicuro di me e delle mie capacità. La collaborazione con Skinny è uno dei motivi principali della mia crescita e, in particolare, questo beat mi ha conquistato da subito. Scrivevo e Skinny rifiniva la strumentale e, alla fine, il risultato è stato davvero esplosivo.
Sergio: Per un emergente come te, qual è il valore aggiunto che porta una collaborazione con un veterano come Night Skinny?
Vettosi: Mi ha dato innanzitutto tanta responsabilità. In studio con Skinny non posso sbagliare e non posso fare cazzate, perché sono occasioni rare da sfruttare al meglio possibile. A livello artistico mi ha rafforzato e, come ti dicevo, a livello di sicurezza mi ha aiutato a credere di più in me stesso. Se un producer del genere vede della qualità nella mia musica, vuol dire che ho del potenziale da esprimere e che ho la responsabilità di migliorarmi e crescere.

Sergio: Esattamente un anno fa usciva un mixtape significativo per la tua carriera: il tuo progetto d’esordio Strada Mixtape. Mi racconti, a dodici mesi di distanza, che tipo di importanza ha avuto quel progetto?
Vettosi: Ho un grande ricordo di quel mixtape, perché ci ho lavorato tanto in termini di tempo, di costanza e di impegno. È stato il primo progetto di squadra, a cui ho lavorato con i ragazzi del mio team, fra cui il mio producer Ceru167 e il mio videomaker Johnny Dama. Con Strada Mixtape ci siamo conosciuti e abbiamo impiegato tanta energia. Le tracce sono state pensate per comporre un primo tassello del mio percorso e, nonostante sia passato tanto tempo, direi che è passato velocemente e mi sento molto migliorato.
Sergio: Allora ti chiedo: passato un anno, quanto effettivamente ti senti migliorato?
Vettosi: Ogni giorno mi sento migliorato, ma proprio a livello personale. Al microfono sono cresciuto tanto e curo di più il dettaglio. La sfida è con me stesso: cerco sempre di crescere sotto tutti i punti di vista. Sento di potere evolvermi e voglio essere ancora più forte fra un anno, fra due anni e così via.
Sergio: Quando ho saputo che avrei avuto la possibilità di intervistarti, ho pensato subito al tuo featuring-monstre con Guè in Marco da Tropoja. Sei stato la grande sorpresa di un capolavoro come Fastlife 4 e il tuo esordio nel rap game è stato semplicemente fenomenale. Come hai vissuto quel periodo?
Vettosi: Erano i miei inizi da rapper e l’emozione proprio per questo è stata fortissima. Uno dei miei primi featuring è stato con Guè… È stato qualcosa di addirittura più grande di me e, quando riascolto Marco da Tropoja, a volte penso: “Non sono stato io a scrivere quella strofa”. Scrivevo tanto in quel periodo, ma quella strofa è arrivata in modo rapidissimo. Guè mi videochiamò, mi mandò il beat e io lavorai nel minor tempo possibile. Volevo e dovevo spaccare subito, senza mettere a fuoco perché altrimenti sarei rimasto bloccato dall’emozione.
Sergio: A proposito di emozioni forti, quando ti ha chiamato Guè che reazione hai avuto?
Vettosi: Eh, che ho pensato… – ride – Quando mi hanno avvisato, ancora prima, che Guè aveva sentito la mia musica, ero già rimasto senza parole. Parlare a telefono con un idolo della mia adolescenza come lui è stato incredibile, come se realizzassi per la prima volta che esisteva davvero ed era un essere umano come me. Non riesco quasi a spiegare le emozioni che ho provato per quanto sono state intense.
Sergio: Mi ricollego a un altro tuo featuring recente, GPS con J Lord, un tuo concittadino di grande talento. Oggi la scena napoletana, da fuori, sembra la scena più unita d’Italia e forse è proprio questa la sua vera forza. Tu, dall’interno, come stai vivendo questo momento d’oro del rap napoletano?
Vettosi: Stimo tantissimo la scena napoletana perché, come hai detto tu, è unita e legata. A Milano, per esempio, ci sono tante individualità con stile, immaginario e originalità, ma la scena non è compatta. Io forse sono considerato un emergente, anche se non mi sento tale. Mi sento artista, ma non voglio essere arrogante, perché non è proprio nelle mie corde. Percepisco l’energia e la creatività di Napoli, ma credo che in generale il livello del rap italiano si stia alzando tanto. Bisogna però mantenere i piedi per terra ed essere consapevoli di ciò che è giusto e di ciò che è invece sbagliato.
Sergio: Ti faccio un’ultima domanda. Quando hai pubblicato le tue prime tracce, ricordo che tutti quelli che parlavano di te ti paragonavano a Pop Smoke…
Vettosi: Tuttora lo fanno…
Sergio: Che effetto ti fa questo paragone?
Vettosi: Mi fa piacere perché Pop Smoke è uno degli artisti che ho ascoltato di più nella mia vita. Per me ha rappresentato una grande influenza, però non ti nascondo che la mia non è una scelta artistica, ma una conseguenza del mio timbro vocale. Credo si senta la mia unicità, anche se magari sui beat drill posso ricordare un po’ il suo stile. Io ci tengo a dire voglio essere riconosciuto come Vettosi, non come “il Pop Smoke italiano”, e voglio che la gente apprezzi il mio valore e il mio impegno musicale.