Il 25 marzo Axos, all’anagrafe Andrea Molteni, pubblicherà il suo nuovo album “MANIE”. Il rapper milanese è al suo terzo disco ufficiale e questo nuovo lavoro è stato anticipato dal brano “Paura di me” uscito il 9 marzo.
“MANIE” rappresenta per Axos un tassello fondamentale nell’evoluzione del suo percorso artistico.
L’album si compone di 11 tracce ed è impreziosito dai featuring con Cicco Sanchez, Emis Killa, Ensi, Inoki, Jake La Furia, Nerone e Tancredi.
Per l’uscita del nuovo disco abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla conferenza stampa tenuta da Axos.
È un disco che ho tirato fuori in pochissimo tempo, ci ho messo un mese di scrittura. È venuto fuori in maniera molto naturale, mi sono chiuso in studio con Jvli che è un produttore incredibile e mi ha dato modo di affrontare tutte le sfumature musicali che volevo. Questo disco è venuto fuori dopo un periodo di introspettivo pesante, è stato quasi uno sfogo e credo sia anche il bello di questo lavoro. Penso si senta l’omogeneità di aver fatto tutto in poco tempo. Non ho ritoccato quasi nulla e non c’è stato manco un pezzo scartato. Ci è piaciuto tutto fin da subito ed è stato un percorso diverso rispetto agli altri dischi.
Il titolo “MANIE” nasce dalla grande consapevolezza di me stesso che ho appreso in questo percorso tra la mia pazzia e le mie manie appunto. Ora ho un rapporto con me stesso decisamente più sincero rispetto a prima, ciò comporta anche molta più libertà e meno frustrazione.

Il botta e risposta con i giornalisti:
D: Per quanto riguarda le collaborazioni ci sono vari nomi interessanti. C’è qualche nome che non sei riuscito a tirare dentro?
Axos: Purtroppo non sono riuscito ad inserire Dani Faiv perché è nato suo figlio proprio in concomitanza di quando dovevamo andare in studio a registrare. Colgo l’occasione per fargli gli auguri (ride).
Mi sarebbe piaciuto anche collaborare con Ketama che su un pezzo del disco, “Malavita” ci sarebbe stato benissimo. Però essendo un pezzo molto introspettivo penso sia stato giusto non averlo condiviso.
Le collaborazioni del disco sono una sorta di consacrazione per me. Molti, magari, prima mi facevano i complimenti solo in DM mentre ora quella sorta di barriera è stata superata.
D: Quali sono le manie che sei riuscito a togliere attraverso la stesura di questo album?
Axos: Avevo una grossa mania che era quella del giudizio. Un giudizio costante da parte di qualsiasi entità. Questa cosa ormai l’ho superata. Ho capito che ero io stesso a giudicarmi sempre e di conseguenza credevo che certe cose che pensavo io le pensassero anche gli altri. Io pensavo di esser sempre stato sincero con me e invece intraprendendo questo percorso ho capito effettivamente chi sono.
Ho accettato me stesso, la mia musica, la mia voce e la mia vita. Ho cominciato a scrivere in maniera meno criptica, parlando di me in maniera più sincera. Questo ha reso anche la mia musica più fruibile ai più.
D: C’è un brano a cui sei particolarmente legato?
Axos: Il brano a cui sono più legato è “Malavita”. È il pezzo che mi ha ucciso di più e dopo averlo concluso pensavo di non poter scrivere il resto del disco. La prima strofa e il ritornello me li hanno chiesti anche per una serie di cui mi hanno inviato uno script e sembrava parlasse della mia vita. L’ho scritta buttando fuori tutto e sfogandomi completamente. Dopo averla scritta ho passato 3 giorni senza scrivere perché mi aveva completamente destabilizzato. È l’ultimo pezzo della tracklist inoltre.

D: Come lo immagini il prossimo tour?
Axos: Ci sarà sicuro la band perché a me piace suonare con la musica dal vivo. Ma non sarà solo un live, sarà una vera experience come ho già annunciato. Ho creato un qualcosa che potesse ricostruire il mio viaggio introspettivo anche con l’ausilio di tanti personaggi storici dai quali ho preso vari aspetti.
D: Nei prossimi giorni ci saranno degli approfondimenti del disco su Twitch?
Axos: Per me il mondo di Twitch è un qualcosa di nuovo. Mi diverto molto su questa piattaforma, è bellissimo parlare con le persone che mi seguono e posso vivere dei rapporti umani. Posso creare dei contenuti che artisticamente mi divertono e basta, non devono essere per forza dei contenuti pesanti. Ho spinto tutti i featuring lì perché volevo che la gente si abituasse a vedermi lì.
Mi diverto anche ad usare altre piattaforme social come TikTok. Lì posso fare tante cose anche e puoi raggiungere un bacino di persone molto ampio. Ho delle persone che mi stanno aiutando a gestire queste cose e secondo me stanno venendo fuori delle belle cose.
D: Cosa è cambiato rispetto all’ultimo disco “Anima mundi“?
Axos: C’è un altro tipo di viaggio introspettivo sicuramente. Ogni disco è un lavoro a sé. Però “Anima Mundi” in un certo senso mi ha messo nella condizione di imparare a fare questo disco, musicalmente parlando. Rispetto al precedente disco in questo ho sicuramente tolto il blocco e ho scritto in maniera più libera.
D: Come si riesce a trasformare questo tuo percorso e questa nuova ritrovata sincerità in un lavoro di un mese?
Axos: Credo che ci sia bisogno di soffrire per un bel po’ prima per arrivare al punto in cui stappi il tappo e far uscire il tutto. Nello scrivere mi ha aiutato molto Jvli.
Ha prodotto delle cose che mi hanno ispirato. È un grande produttore perché ha la consapevolezza e la capacità di gestire la musica tale da poterla connettere alla persona per cui sta producendo. Con lui mi sono sentito come se fossi da uno psicologo e mi ha permesso di buttar fuori tutto con la musica. Ora mi sento proprio bene e mi sto meglio.
Paradossalmente, io ho scritto tanto rap ma il rap non è mai stato al centro dei miei ascolti. A me piace molto il pop. È giusto che io abbia il modo di poter esternare anche questa parte di me.
D: La tracklist è stata composta seguendo un criterio preciso?
Axos: Per ordinare le varie tracce ho preso spunto un po’ in giro. Sono andato a vedere con quale metodo i grandi artisti che piacciono a me compongono le tracklist. Volevo capire se avesse più senso alternare i vari mood oppure no.
Alla fine ho deciso di creare una tracklist che avesse senso soprattutto per alcune tracce. “Malavita” ha senso che dovesse essere l’ultima, “Paura di me” doveva essere la prima e che i singoli già usciti fossero verso la fine. Poi ho deciso di mettere tutti i featuring in un blocco solo per creare un’ondata rap in un determinato punto dell’album.