Spesso e volentieri i talent show non offrono una vera visione di quel che è il mondo discografico. L’ambiente che si crea in televisione è poco realistico e i ragazzi vengono portati in un’altra dimensione che è completamente diversa dalla vita normale.
Per qualche settimana i concorrenti hanno tutti gli occhi su di loro e in pochi, usciti da questo tipo di contesto, hanno mantenuto la stessa dose di hype continuando a fare musica che venisse ascoltata dal grande pubblico. In sintesi, i talent show possono dare false aspettative a chi ne partecipa ma questo non è assolutamente il caso di Irama. L’autore di “Nera” ha consolidato e ampliato la sua fanbase anno dopo anno, senza chissà quale mossa di marketing o strategia spiazzante.
La formula dell’artista carrarese è sempre stata ben chiara: ottenere numeri importanti durante l’estate con la hit reggaeton e sperimentare nei progetti più corposi senza mai uscire dal proprio range di capacità musicale.
Il miglioramento esponenziale si iniziò a vedere con “La genesi del tuo colore“, singolo del 2021 molto convincente da più punti di vista che il rapper portò a Sanremo. Ovviamente, avendo Irama uno stile prevalentemente pop, l’attenzione da parte del mondo hip-hop è stata catturata dalla sorprendente tracklist.
La maggior parte dei featuring era di pilastri della scena urban italiana e tutto ciò ha suscitato non poco la curiosità degli ascoltatori nella scoperta di come i vari mondi musicali si potessero unire. Il risultato è piacevole ed apprezzabile da più persone con gusti variegati.
Il brano con Sfera Ebbasta è destinato a scalare le classifiche con un ritornello orecchiabilissimo. Guè ha scritto una strofa degna del suo nome pur essendo su un beat spagnoleggiante e fuori dalla sua confort zone, mentre con Lazza abbiamo osservato la parte più rap del protagonista di questo disco che sicuramente può togliere ogni dubbio a chi si chiedeva se si ricordasse come si facesse una canzone di questo tipo.
La lampante impressione che si percepisce con “Il giorno in cui ho smesso di pensare” è che in questa versione Irama abbia tirato fuori quello che è senza dubbio il meglio di sè.