Abbiamo chiamato Commodo, rapper fiorentino classe ’98, per intervistarlo e scoprire la sua musica.

Intervista a cura di Riccardo D’Amico:
Riccardo: Ciao Commodo! Ho sentito che hai attraversato un periodo difficile ultimamente. Ti va di raccontarci qualcosa a proposito?
Commodo: Ciao! In questi giorni, soprattutto da poco, ho avuto un po’ di problemi riguardanti la nuova ondata di questa pandemia: ovunque ti giri c’è gente che ha contratto il Virus ed io sono rimasto l’unico sopravvissuto tra la mia gente. Poi ero anche preoccupato, ho un familiare che non sta nemmeno troppo bene ed avevo paura di perderlo, quindi mi sono chiuso in casa e c’è stato un momento in cui stavo perdendo la testa perché appunto non uscivo più. In realtà non ho neanche sofferto la quarantena quando ci sono state le prime ondate perché sapevo di essere obbligato a rimanere a casa, invece questa volta è stata una mia scelta, indotta dalla paura. Stavo impazzendo però sono uscito fuori da questo brutto tunnel e ora sto bene.
Riccardo: Ho visto che sei molto legato alla tua città di origine, citi spesso Firenze nelle tue canzoni. Cosa contraddistingue questa piazza dalle altre?
Commodo: Secondo me un fattore importante è la consapevolezza di non avere un mercato a livello di comunità musicale. Questa cosa ti da una grande forza a voler emergere, di più rispetto a Roma e Milano che già hanno una scena ben affermata. A differenza di queste città, Firenze non ha praticamente niente a livello di mercato urban. Sarebbe proprio una cosa bella riuscire a farcela per essere anche di ispirazione per tutti gli altri. Comunque ho sempre creduto nel lavoro e nell’ottenere i risultati col tempo e sono convinto che una città come Firenze, dato che non ha avuto particolari aiuti da nessun’altra scena per emergere, possa essere una realtà che si consoliderà nel tempo. Poi stiamo parlando di una delle città più belle del mondo e sarebbe un peccato se avesse un handicap da questo punto di vista.
Riccardo: Hai da poco firmato per Supernova Dischi. Cosa ti ha spinto a farlo?
Commodo: La scelta di entrare in Supernova Dischi è innanzitutto dettata dal fatto che i ragazzi che si occupano del progetto, Cosimo e Arturo, sono due persone a cui sono legato da diversi anni. Conosco entrambi da tanto tempo: Arturo da quando iniziai a 14 anni a fare musica e Cosimo invece dalle medie, visto che era un mio compagno di classe. Hanno avuto l’idea di dare vita questo progetto e come ho detto prima, a Firenze manca una possibilità di questo genere. Tutto ciò nasce dalla mentalità e la fame che ci accomuna e quindi ho preso questa decisione per la fiducia che ripongo in loro e perché sono sicuro al 100% che sanno lavorare bene. Siamo veramente sulla stessa ondata di pensiero e sulla stessa barca, c’è sintonia ed io credo in loro come loro credono in me.
Riccardo: Hai già in mente qualche progetto concreto o per adesso vuoi procedere con singoli?
Commodo: Tra un paio di mesi massimo annuncerò qualcosa più importante rispetto ai singoli. Sto progettando l’uscita di alcune canzoni messe da parte ma in realtà il progetto che ho in mente è più ampio. Ho sempre detto sui social che ho bisogno di fare un disco, perché sono fermo da tanto tempo su questo punto di vista. Ho sempre fatto uscire tanti brani ma non ho mai realizzato un album vero e proprio e dopo questa serie di singoli ci sarà sicuramente un progetto più corposo. Voglio occuparmene con calma visto che avrò bisogno di sentirmi pronto per un passo così importante della mia carriera. Devo preparare il pubblico step by step a quello che sarà il progetto definitivo.
Riccardo: Quando hai deciso di andare in studio ed iniziare la carriera musicale? C’è stato un momento esatto?
Commodo: Vengo da un ambiente diverso dal rap, non sono cresciuto in un contesto dove lo si ascoltava e non era il genere predominante. Sono cresciuto con il rock e il metal, ero un “metallaro”. In realtà ho iniziato questo percorso un po’ per gioco, perché era una cosa che volevo provare, e poi lo facevo solo io nel mio gruppo di amici quindi era una cosa molto esclusiva, che non condividevo con nessuno. Era un discorso di competizione personale, volevo fare questa roba per bene e la facevo solo io. Dopo, quando mi sono avvicinato ad altre realtà e ad altri artisti è stato ancora più bello perché la musica è meglio quando la si condivide, anche se prima di tutto bisogna coltivarla soggettivamente e intimamente. È iniziata per gioco ma la passione è cresciuta col tempo. Quindi non c’è un momento, man mano è diventata una cosa quotidiana ed io non mi immagino che non ci possa essere nella mia vita. La musica è veramente la cosa a cui ho dedicato più tempo in assoluto.
Riccardo: Cosa pensano i genitori della tua musica e se dovessi fargli ascoltare un tuo pezzo quale sarebbe?
Commodo: I miei genitori sono sempre stati contenti e disponibili a qualsiasi mia fissa mentale. Comunque per la musica ho tralasciato tante cose tra cui la scuola e altri aspetti quotidiani che un ragazzo in crescita dovrebbe coltivare, però loro mi sono sempre stati molto vicino avendo molta pazienza ma facendomi comunque rimanere con i piedi per terra senza farmi buttare a capofitto. In parole povere sono cresciuto con la spinta dei miei genitori ma anche con la consapevolezza di dover lavorare sodo e impegnarmi concretamente. Se vai a trascurare tante cose per una passione in cui non credi fino in fondo rimani senza niente. Per quanto riguarda il brano, ho avuto per tanto tempo lo studio a casa in cui scrivevo e registravo ed hanno ascoltato tutto quello che ho fatto. Ti direi ovviamente il prossimo perché sono i miei primi fan.
Riccardo: C’è una scelta artistica che non faresti mai?
Commodo: È difficile da dire, ogni anno cresci e sei una persona diversa da quella che eri l’anno prima. se penso alaq mia vita di tre anni fa’ sono cambiate molte cose. Una cosa che mi sento di dire, seppur scontata, è che non tradirei mai me stesso e non volterei mai le spalle alle persone che mi hanno affiancato fino a questo momento: per esempio non tradirei mai il produttore di tutti i miei brani, Cuzna. Inoltre mi auguro di salire con i ragazzi di Supernova che mi hanno dato fiducia, fattore importantissimo per chi lavora in questo mondo. Quindi, per riassumere, non volterei mai le spalle a loro.
Riccardo: Hai altre passioni oltre la musica ?
Commodo: Mi sarebbe piaciuto fare qualche sport ma sono molto pigro perciò non mi sono mai addentrato seriamente in questo mondo. A volte guardo un po’ il calcio ma è solo perché gioco a FIFA quindi non è che me ne importi moltissimo. Un’altra passione che ho, è legata sempre al mondo della musica: mi piace lavorare in studio come tecnico del suono.