“La nostra canzone può elevare il rap ad un’altra categoria estetica” – Ecco Abbi cura di te di Mike Highsnob e Hu per il Festival di Sanremo

In Italia il mese di febbraio coincide con il periodo del Festival di Sanremo. Negli ultimi anni abbiamo visto come il mondo rap sia riuscito a sfondare sempre di più la porta di accesso al Festival della musica italiana. Quest’anno uno dei rappresentanti della scena urban in gara sarà Mike Highsnob che duetterà assieme ad Hu con il brano “Abbi cura di te”. Il singolo è scritto dalla stesso Highsnob e la produzione è affidata ad Andry the Hitmaker.
Abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla conferenza stampa di presentazione del brano in gara e queste sono le dichiarazioni dei due artisti.

LE DICHIARAZIONI:

Sanremo per noi è un grosso punto di partenza. Arrivare qui per noi era qualcosa di inaspettato, è un brano che è nato con grandissima spontaneità. Questo è un palco che tutti coloro che fanno musica sognano e chi dice il contrario forse un po’ mente. Non pensavamo di poter rientrare tra le canzoni scelte per Sanremo ma abbiamo voluto provarci lo stesso. Noi stiamo vivendo questo percorso come un viaggio incredibile, presentiamo una canzone di cui siamo innamorati e che manda un messaggio molto forte.

IL BOTTA E RISPOSTA CON I GIORNALISTI:

D: Qual è il messaggio che volete comunicare con questo brano?

Mike e Hu: Ci piace pensare che “Abbi cura di me” abbia un macrocontenuto e un microcontenuto. C’è una storia diretta che può essere riassunta con il titolo e poi ci sono altre storie da cogliere. È un singolo che ha unito i nostri due mondi e la cosa bella è che c’è una parte dedicata interamente alla strumentale, quindi all’orchestra, che coincide con l’apice del climax emotivo. Il fatto che lo stesso Amadeus abbia detto che “Abbi cura di me” è l’ultima canzone che ha ascoltato e la prima che ha scelto ci ha fatto emozionare tanto e ci inorgoglisce. Secondo noi c’è stata grande cura nella scelta degli artisti e delle canzoni. Anche perché è la rappresentazione della musica italiana nel mondo e non puoi rappresentare il nostro paese sempre con gli stessi nomi. Amadeus ha sempre dimostrato grande coraggio in questo. Bisogna unire il nuovo con quello che c’era in passato. In questa canzone non c’è la malizia di volerla confezionare appositamente per Sanremo, è nata ad agosto nel 2020 e portarla qui è stata una cosa inaspettata. Dalla stampa forse il giudizio è più su noi come artisti che sulla canzone in sé al momento e quindi pensiamo che questo brano e l’esperienza di Sanremo in generale possa rappresentare un po’ il nostro biglietto da visita.

D: Questo vostro connubio continuerà anche in futuro?

Mike e Hu: Al momento non lo sappiamo, come andrà andrà. Non è giusto crearsi delle aspettative ad oggi. Per adesso ci godiamo questo viaggio e poi ci concentreremo sulle nostre strade da solisti. Su di noi non ci sono aspettative e questa è una fortuna perché possiamo godercela al meglio, nel bene e nel male.

D: Qual è stato il vostro criterio di scelta per la serata delle cover?

Mike e Hu: Tutto nasce nel viaggio di ritorno da Sanremo. Parlando delle cover ci siamo messi a cantare e entrambi abbiamo scelto subito un brano, uno che ci emozionava particolarmente. Fare una cover a Sanremo è una grande occasione. Volevamo fare qualcosa che mettesse in risalto tutto ciò che c’è qui e abbiamo voluto uscire dalla nostra comfort zone. Non c’è uso di autotune che spesso viene usato dai rapper nelle cover a Sanremo. Non possiamo dire il titolo del brano ma possiamo dire che per questa canzone abbiamo preso la macchina del tempo, sotto tutti i punti di vista.

D: Su chi è ricaduta la scelta per il direttore d’orchestra?

Mike e Hu: Non sappiamo se possiamo già comunicarlo ma, tralasciando ciò, ci teniamo a tenere questa cosa segreta per il momento perché c’è un motivo dietro la scelta. Non è ancora il momento giusto per comunicarlo. Abbiamo fatto un gran lavoro per quanto riguarda l’orchestrazione assieme al direttore d’orchestra. Il brano parte con la chitarra e con la strofa molto intima di Mike e poi c’è un crescendo di emozioni che vedono coinvolti vari strumenti che si intrecciano con i suoni dell’808 tipicamente urban. Abbiamo voluto lavorare a tutto nei minimi dettagli, a partire dalle performance ai vestiti. È anche questo il bello di Sanremo. Bisogna godersi ogni singola cosa di questo Festival.

D: Che cosa state imparando dal punto di vista umano l’uno dell’altra?

Mike: Io da subito ho capito che avere Federica (Hu) al mio fianco è stato un plus importante. Lei ha già fatto Sanremo giovani lo scorso anno e quindi ha più esperienza di me. In più, affrontare il Festival da debuttante da solo è molto più difficile rispetto ad affrontarlo in due. Così sai di sicuro che c’è una persona che può aiutarti in qualsiasi momento.

Hu: Io sono una persona molto ordinata e ossessiva, invece Mike si lascia molto più andare e mi sono fatta contagiare sul farlo su certe cose. È uno scambio reciproco che può portare entrambi ad imparare qualcosa di nuovo e sarà un’esperienza che ci aiuterà a crescere tanto.

D: Ritornando a parlare del brano, a chi può applicarsi il concetto “Abbi cura di te”?

Mike: “Abbi cura di te” esprime un messaggio di amore universale. Il testo di per sé parla di una relazione tossica che mi ha portato a comunicare queste sensazioni che poi si sono evolute ancora di più ampliando il messaggio iniziale. Questa canzone rappresenta una dedica che ognuno di noi può percepire. Ho scritto delle cose sofferte nella mia vita che mi hanno portato a scrivere questo brano. La musica per me è totale onestà. La ragazza della relazione in questione quando ci siamo lasciati mi ha detto “ti lascio così puoi scrivere un’altra canzone di successo, tanto è ciò che vuoi“. Queste son cose che fanno male e da queste cose vissute arriva il brano. Non si tratta di un qualcosa di confezionato e filtrato appositamente.

D: Per quanto riguarda Mike, hai avuto dubbi sul proporti a Sanremo vista l’esperienza passata di Junior Cally al festival e le polemiche che ne sono scaturite?

Mike: No, non mi ha mai preoccupato la cosa. Sono percorsi e scelte di vita totalmente diverse. È giusto che uno si prenda la responsabilità di ciò che scrive nei testi, non ci si può nascondere dietro alla scusa che ciò che si scrive è arte. È sicuramente arte ma c’è anche della responsabilità relativa a ciò che uno scrive. Sapendo che persona sono non temo nulla e scrivere certe cose non è una qualcosa che fa parte di me quindi non può crearsi nessun dramma legato a ciò.

D: Secondo voi c’è stata un’apertura da parte del pubblico di Sanremo verso io genere rap?

Mike e Hu: Fino a qualche anno fa Sanremo era anacronistico rispetto al mercato digitale, si esibivano artisti che su Spotify in classifica non c’erano. Le cose sono cambiate dal Sanremo in cui ha trionfato Mahmood che ha portato una fascia di pubblico molto ampia a seguire il Festival. C’è una fascia di età come i nostri genitori che non capiscono il rap o semplicemente non lo apprezzano e ci sta. La canzone che abbiamo fatto mostra il mondo rap da un altro punto di vista. Il rap spesso viene associata ad uno stereotipo e questa canzone potrebbe cambiare un po’ questa visione. Mio papà (parla Hu) si è emozionato sentendo “Abbi cura di me” e per dirlo lui che viene da un’altra generazione forse vuol dire che questa canzone arriva al cuore di tutti e non lo dico con presunzione. Questa cosa può elevare il rap ad un’altra categoria estetica.

D: “Abbi cura di me” vede la produzione da parte di Andry the Hitmaker. Come è nata questa collaborazione?

Mike: Conosco Andry dal 2018 e ho collaborato spesso con lui, abbiamo lavorato a diverse canzoni e progetti che hanno raggiunto un buonissimo numero di ascolti su Spotify. Ci siamo trovati da subito e anche nel mio nuovo album che uscirà prossimamente ci siamo trovati a lavorare insieme. È giusto nominare Andry e dargli la giusta importanza per la realizzazione di questo brano perché insieme a a lui e Federica abbiamo fatto un grandissimo lavoro.

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