Cinque anni fa Sick Luke pubblicava questa foto storica su Facebook:
e a rivederla non si può nascondere un velo di nostalgia. Era il 2016, Tedua, Enzo Dong, Ghali e la DPG non avevano all’attivo nemmeno un disco solista, solo una manciata di singoli ormai leggendari come Buste della spesa, Higuain, Dende e Cavallini. Sfera, invece, da sempre leader della sua generazione, aveva appena pubblicato il suo secondo omonimo album, Sfera Ebbasta, da molti considerato il suo vero capolavoro.
Accorgendosi del fatto che sono passati più di cinque anni da quel masterpiece del “nuovo rap italiano”, qualsiasi autore di contenuti relativi a questo genere avrebbe ritenuto di dedicargli un articolo ad hoc, che lo glorificasse e gli rendesse i suoi meriti straordinari. Io no. Intanto perché l’ho già fatto in passato, con questo articolo su XDVR e Sfera Ebbasta, ma soprattutto perché ho una trilogia delle sporche da completare.
Qualche tempo fa, infatti, ho deciso in modo di iniziare una serie di articoli divertenti e assurdi sulle migliori sporche di Sfera Ebbasta in ogni suo disco, stabilendo che (SPOILER ALERT) la sporca migliore di Famoso è un “Bu bu bu bu” e quella migliore di Rockstar è un “Pah-pah-pah-brr”.
La cosa più incredibile, poi, è che questi articoli sono stati apprezzati moltissimo da voi lettori e il complimento più interessante che mi è stato rivolto è stato: “È la prima volta che qualcuno si concentra su un aspetto così sottovalutato del mondo rap”. Mi posso fregiare, quindi, del titolo molto prestigioso di unico opinionista di sporche rap… Allora come fare a non occuparsi di un disco come Sfera Ebbasta, caposaldo della sporca italiana?
Come al solito devo fare delle premesse: i brani Notti, Visiera a becco e Bang bang sono completamente privi di sporche; questo è molto triste (considerato quanto siamo affezionati a quei tre pezzi di storia della discografia di $€), ma ci permette di ridurre il numero di brani a otto, il numero ideale per il nostro “torneo delle sporche“. Ecco la griglia di partenza:

Mi sono già accorto, inoltre, che le sporche di Sfera Ebbasta, rispetto ai “boom-pah”, “yah, yah, yah, ehi, ehi” e “gang, gang, gang, gang” di Rockstar e Famoso, sono molto meno fantasiose e più standardizzate. Sarà davvero difficile, stavolta, trovare qualcosa di diverso da un “no-no”, un “bu-bu” o uno “skrt-skrt”, ma non bisogna considerarlo un fattore negativo perché il vero purista delle sporche conosce la differenza fra uno “skrt” che funziona e uno “skrt-skrt” di troppo (è comunque molto difficile che uno “skrt” di Sfera Ebbasta non convinca). Detto questo, apriamo le danze: via al torneo!
Quarti di finale
Equilibrio VS Figli di Papà
L’intro di Sfera Ebbasta è semplicemente spettacolare e, a distanza di anni, resta uno dei brani meglio scritti della discografia di Sfera, ma come è messa a sporche? Sorprendentemente bene! Un’informazione curiosa (magari vi può tornare utile durante un appuntamento con una trap girl) è che la prima sporca in assoluto di quest’album è uno strano “pruuh“, seguito da uno “skuu” ululato e cosparso di autotune.
L’intro di Equilibrio, in cui Sfera canta con la voce pitchata, è piena zeppa di sporche, dai vari “skrt” ai classicissimi “bu-bu” e “no-no-no-no-no-no“, come d’altronde le strofe e il ritornello. Nella seconda strofa c’è però senza dubbio la sporca migliore del pezzo, che di fatto è un ibrido fra una sporca e una doppia, per cui nulla ci impedisce di farla gareggiare nel torneo.
Nel testo, Sfera sta mettendo in rima elementi di varie fasi della sua vita:
I grammi, poi gli etti, poi i chili
Poi fuori col disco, poi fuori dai guai
La metà di quelli che ho visto
La metà di quelli che sai
L’ultimo verso, poi, viene rafforzato da una sporca (o da una doppia?) cantata alzando il tono vocale: “di quelli che sai sì, di quelli che sai“. È una sporca rivolta direttamente all’ascoltatore, che lo fa trasalire in modo quasi violento, e che risulta talmente efficace da venire replicata per ogni verso successivo. Una Sporca con la S maiuscola.
Figli di Papà, però, è un avversaria troppo ostica. Si tratta infatti della prima vera hit mainstream della carriera di Sfera Ebbasta, un brano leggendario, talmente iconico che su internet si trovano:
- Un remix nightcore (e non so bene in realtà che cosa sia un remix nightcore);
- Un remix slowed – reverb la cui copertina è una foto deformata del nostro Sferone;
- Un remix cantato dai chipmunk;
- Un remix dal mood estivo cantato da Miriam Ayaba (senza sporche);
- Un mash-up con Drip Too Hard la cui copertina è un Cupido nudo con il volto di Sfera;
- Un remix Drill (cliccate qui per approfondire l’argomento);
- Un remix ufficiale di Lacrim che si chiama La dolce vita.
Il video più incredibile, però, è quello in cui Sfera Ebbasta risponde ai commenti degli hater su YouTube con il suo solito atteggiamento a metà fra il menefreghismo e la provocazione. Al minuto 3:29 il rapper legge il commento di un utente con una visibile antipatia nei confronti delle sporche, che gli chiede:
Ma è possibile che in tutte le canzoni in sottofondo devi dire “no-no” e “bu-bu”?
La risposta è quanto di più bello si possa ascoltare: “boh a me piace dirlo, quindi lo dico sempre“. Il manifesto dell’amore per le sporche di Sfera Ebbasta.
La sporca migliore di Figli di papà, comunque, non è né un “no-no” né tantomeno un “bu-bu”, ma è lo “skrt-skrt-skrt-skrt” che chiude il pezzo, dal sapore acido e aggressivo. Ragioniamo su questa sporca: non c’era alcun apparente motivo per inserirla a fine ritornello perché teoricamente lo “skrt-skrt” è l’onomatopea della macchina che sfreccia e, di fatto, in quella parte di canzone si parla di tutt’altro. Inoltre, probabilmente, il pezzo avrebbe funzionato tranquillamente anche senza quello “skrt-skrt-skrt-skrt” così evidente… Perché Sfera ha voluto tenere questa sporca nel pezzo?
La risposta ce la ha già data direttamente il Trap King: “a me piace dirlo, quindi lo dico“. Niente di più semplice. A noi piace ascoltarlo e la decretiamo vincitrice del turno. Equilibrio 0 – Figli di papà 1.
Figli di papà passa il primo quarto di finale.
Balenciaga VS No No
Balenciaga e No-No sono due brani per pochi, due tracce per i veri feticisti della trap italiana, che spulciano gli album e riescono ad andare oltre grandi hit come Bang Bang, Notti e BRNBQ. In Balenciaga Sfera incontra il rapper marsigliese SCH e mette a segno una strofa clamorosa, mentre No No è una canzone che ha una sporca nel suo titolo, vi rendete conto?
La strofa di Sfera in Balenciaga è accompagnata da una serie interminabile di “skrt” ipnotici e impercettibili. Per coglierli, infatti, bisogna ascoltare il brano con estrema attenzione e, di fatto, sono le uniche sporche della canzone.
No No, al contrario, è molto più ricca di sporche e, al contrario di quanto si potrebbe immaginare, non soltanto di semplici “no-no”. Per carità, poi, i “no-no” ci sono e sono splendidi, come questo qui, forte e deciso, o questo qui, più dolce e melodico, ma ai fini del nostro torneo vanno considerati anche questo “bu-bu” e questo “skrt” trascinato e malinconico, che ricorda quasi il latrato di un cagnolino triste (ascoltare qui per credere).
Ci siamo già accorti che No No passerà il turno, ma non abbiamo ancora capito quale sporca meriti le semifinali. Non abbiamo ancora parlato di questo “sku-sku” fulminante o di questa sporca/doppia come quella che abbiamo premiato in Equilibrio…
Non scherziamo e smettiamola di indugiare: la sporca che passa il turno non può che essere un “no-no“! Sarebbe assurdo premiare un “bu-bu” in un pezzo che si chiama No No, mi sembra piuttosto logico. Vogliamo premiare il “no-no” cazzuto o quello dolce? Riascoltiamoli:
- Questo “no-no” è in stile XDVR, secco, pesante e cattivo;
- Questo “no-no” è più in linea con la sonorità del disco Sfera Ebbasta: orecchiabile e rilassato.
In fin dei conti, però, il primo “no-no”, quello gutturale e sporco, vecchio stile, è più d’impatto. Impossibile negarlo. È lui che vola dritto in semifinale.
No No passa il secondo quarto di finale.
BRNBQ VS Quello che non va
Non vi nascondo che sono un pochino deluso dal turno appena concluso… Da un brano che si chiama No No mi aspettavo un “no-no” un pochino più memorabile, come questo qui incredibile in Sg4m1. Sì, lo devo ammettere, sono un po’ deluso dalle sporche dello scontro Balenciaga-No No e mi aspetto i fuochi d’artificio da un brano come BRNBQ, in pieno stile XDVR.
Infatti, BRNBQ ci propone delle sporche di livello come:
- queste sporche-eco: “scalaaa” e “casaaa” e così via;
- questo “squah-squah-squah” nel ritornello che profuma parecchio di palazzi e strada;
- questo “brrrah“, un altro grande classico della sporca targata Ebbasta;
- questo “no-no” fantasma, percettibile solo dai più attenti;
- questo “bu-bu-bu-bu” che mima le botte di quei ragazzi “bravi, sì, finché non sbagli”;
- questo “skrrt, skrrt, skrrt, skrrt” svelto e furbo, estremamente trap;
Quest’ultima sporca mi sembra senza dubbio la più memorabile, al punto che è l’unica segnata nelle liriche riportate su Genius. È uno “skrt” strano, acuto e nasale, diverso dai classiconi di Sfera Ebbasta, che accompagna il movimento cantato nella barra-street:
Scendiamo, sì, da quegli androni che puzzan di piscia
Quello che non va, invece, è un pezzo meraviglioso e sottovalutatissimo, ma molto povero a livello di sporche. È difficile, infatti, inserirne qualcuna fra un verso e l’altro quando le rime sono così serrate e la metrica così stretta, quindi ci dobbiamo accontentare di questa risata piena di spocchia (splendidamente in stile Sfera) e dei “quello che non va” in sottofondo nel ritornello.
Passa il turno BRNBQ ma aggiungo una riflessione: ci siamo già accorti che le sporche di Sfera Ebbasta sono molto più sobrie di quelle degli altri tre dischi, al punto che a volte risultano addirittura impercettibili. È così perché, di fatto, se XDVR è un disco dal sound crudo e Rockstar dal sound giocoso, Sfera Ebbasta è senza dubbio il progetto più raffinato ed elegante di Sfera e Charlie. Le sporche in questo CD, dunque, servono più ad accompagnare i versi e le melodie di Sfera che a stupire, colpire o divertire l’ascoltatore.
Queste scelte, volontarie o involontarie che siano, forse renderanno il nostro torneo meno divertente, ma hanno contribuito a far sì che Sfera Ebbasta risultasse un autentico capolavoro. Va detto, infatti, che i veri capolavori si riconoscono anche dal dettaglio, che i grandi artisti sono quelli attenti a ciò che gli altri ignorano e che la sporca è un dettaglio che Sfera ha sempre curato al 100%, con la massima attenzione.
BRNBQ passa il terzo quarto di finale.
Cartine Cartier VS BHMG
Parlare di Cartine Cartier senza emozionarsi è letteralmente impossibile: stiamo parlando di una vera e propria perla di questo progetto e, a sorpresa, di un pezzo pieno di belle sporche.
Sentite quanto è ben posizionato questo “no-no-no-no-no“, quanta nostalgia racconta questo “skrt” attraversato da uno “skrt skrt skrt” (le due sporche nel brano sono fuse insieme), quanto questo “brrrah” accompagna il verso di Sfera nello spazio del beat. Cartine Cartier è proprio un bel campionario di sporche, memorabili ma non fini a loro stesse. Quella più d’impatto, poi, è senz’altro lo “skrt” romantico del minuto 0:50, al punto che Sfera decide di aprire il pezzo con un verso praticamente identico.
Piccola parentesi sul rap dei cugini francesi: SCH in Cartine Cartier mette a segno delle sporche fighissime perché in piena linea con il suo stile crudo e graffiante, come questo “baing-baing” o questo “mathafack“, il suo cavallo di battaglia. La nobile arte della sporca, dunque, viene valorizzata anche in Francia.
BHMG, tornando alla sfida, si difende alla grande con sporche aggressive e irriverenti, come questo poderoso “no-no” (completamente ingiustificato visto che non c’è nulla da negare), questo “eh?” provocatorio, questo “yeah” in cui la voce di Sfera quasi non sembra la sua e questo bacio mandato dalla “tua tipa”. Anche qui vince uno “skrt”, quello del minuto 1:50.
Diventa quindi un derby di “skrt” lo scontro fra Cartine Cartier e BHMG, ma sono due sporche agli antipodi, che raccontano le due facce di un disco diviso in due. Lo “skrt” di Cartine Cartier, romantico, triste e malinconico, racconta lo Sfera Ebbasta di Notti, BRNBQ, Quello che non va e Bang Bang, mentre quello provocatorio e arrogante di BHMG è manifesto della swag-trap di Balenciaga e Figli di papà. Se stessimo analizzando Rockstar, avrebbe vinto il secondo “skrt”, ma Sfera Ebbasta è un album elegante, raffinato e pieno di emotività, quindi Cartine Cartier passa il turno.
Cartine Cartier passa l’ultimo quarto di finale.
Ricapitolando, quindi, avanzano alla semifinale: Figli di Papà con lo “skrt-skrt-skrt-skrt”, No No con il “no-no”, BRNBQ con lo “skrt” e Cartine Cartier con l’altro “skrt”.

Semifinali
Figli di papà VS No No
Incredibile ma vero, ma in semifinale sono arrivate, in un modo o nell’altro, tre sporche basate sullo stesso verso, cioè “skrt“, l’onomatopea della macchina che sfreccia. Abbiamo imparato una lezione, ovvero che se in dischi come Rockstar e Famoso Sfera inseriva uno “skrt-skrt” ogni volta che cantava di Lamborghini, Tesla e Porsche, in Sfera Ebbasta lo faceva anche senza alcun motivo apparente. Riadattando quello che diceva a proposito dei “no-no” e dei “bu-bu”, possiamo dire che la sua giustificazione è: “Boh a me piace dirlo, quindi lo dico sempre“.
Se volete approfondire la storia degli “skrt”, ho scoperto la presenza in rete di questo interessante e divertente articolo di Gen Ueda su Noisey, intitolato “Com’è nato lo “skrt”, l’invenzione più geniale della trap“, che racconta, fra le altre cose, che:
- lo “skrt” nasce per riprodurre il rumore di un pneumatico che sgomma sull’asfalto;
- può essere furtivo o allungato, dolce o urlato, monotono o melodioso, unico, doppio, triplo o ancora di più (noi, nella nostra trilogia delle sporche, abbiamo visto “skrt” di tutti questi tipi);
- è dal 2015 che gli skrt cominciano ad apparire ovunque: “Uber Everywhere” di MadeinTYO, “SKRT” di Kodak Black, “Skrrt Skrrt” di 21 Savage o “Halftime” di Young Thug potrebbero tutte candidarsi a potenziali punti di partenza per il dominio contemporaneo dello skrt;
- Sfera Ebbasta continua a cacciarne di epici ogni volta che cita un macchinone.
Fondamentalmente, sono piuttosto contento di non essere l’unico pazzo che ha voluto scrivere un articolo sulle sporche. La differenza fra me e Gen Ueda, tuttavia, è che lui ne ha scritto uno, io tre (e presto saranno quattro perché sì: arriverà anche l’episodio su XDVR). Perché vi dico tutto questo? Perché Figli di Papà passa il turno. Purtroppo per i fan dei “no-no” questo non è il CD giusto: Sfera Ebbasta è il regno musicale degli “skrt-skrt” e lo “skrt” quadruplo di Figli di Papà è di gran lunga più memorabile e riconoscibile del discreto “no-no” di No No.
Il criterio della resa dal vivo, inaugurato nell’articolo sulle sporche di Rockstar, non ribalta la siutazione: ai concerti nessuno, né Sfera né il pubblico, canta le sporche che abbiamo portato in semifinale, né quando viene eseguita No No (non confondetevi, il “no-no sporca” è quello in sottofondo) né quando viene eseguita Figli di Papà. Confermiamo quindi la scelta effettuata in precedenza ed eliminiamo l’unico verso diverso da uno “skrt”.
Figli di papà passa la prima semifinale.
BRNBQ VS Cartine Cartier
Questo secondo turno di semifinale è per la seconda volta un derby degli “skrt”. Da un lato si presenta BRNBQ con il suo “skrt” street, un po’ furtivo, come se accompagnasse i movimenti loschi dei bravi ragazzi descritti nel pezzo, e dall’altro lato c’è Cartine Cartier, con il suo “skrt” sofferto e sentimentale.
Il criterio della resa dal vivo non ci aiuta nella nostra scelta: come accennavo in precedenza, le sporche dell’album Sfera Ebbasta accompagnano i versi della canzone, ma non sono mai protagoniste come quelle di Rockstar e Famoso. Quando Sfera esegue live BRNBQ al Fabrique, le sporche (non solo il nostro “skrt”, ma anche i “no-no” e i “bu-bu”) si fanno sentire, ma restano a pari distanza sia dalla voce di Sfera che dal beat, formando di fatto uno “strato intermedio” della canzone. Lo stesso accade per Cartine Cartier, ma c’è una differenza sottile, da intenditori.
Ho trovato in rete un video di cui avevo completamente rimosso l’esistenza: questa performance in una notissima radio francese di $€ ed SCH. Indovinate? Al momento di cantare lo “skrt”, Sfera lancia uno “skrt-skrt-skrt-skrt” incredibile, che non c’entra assolutamente nulla con il verso originale del pezzo ma ricorda piuttosto quello acido di Figli di Papà. È comunque bellissimo.
Non è certamente il ritrovamento di questo video, però, a fare la differenza, perché Cartine Cartier avrebbe comunque passato il turno e sarebbe arrivata ugualmente in finale. Sfera Ebbasta – lo ripeto – è un disco raffinato, orecchiabile e riflessivo, quindi gli “skrt” migliori sono quelli che rispecchiano queste sue vibes.
Fun fact: Cartine Cartier ha affrontato uno “skrt” di BHMG, uno di BRNBQ e vedrà in finale uno scontro con uno “skrt-skrt-skrt-skrt” di Figli di Papà. Ha sfidato per tre volte la stessa sporca ed è la prima volta che succede nella storia di questa serie di articoli paradossali. Ora capite quando vi parlavo, nell’introduzione, di sporche standardizzate?
Figli di Papà passa la prima semifinale.

Finale
Figli di Papà VS Cartine Cartier
È la finale più equilibrata della storia di questo torneo: lo “skrt-skrt-skrt-skrt” di Figli di Papà contro lo “skrt” ululato di Cartine Cartier, una sfida fra sporche che sono evidentemente sorelle o quantomeno cugine. Innanzitutto sono due versi che nascono a partire dallo stesso suono, al punto che Sfera stesso li “confonde” durante la performance con SCH a #PlanèteRap, e in secondo luogo sono due sporche memorabili, di livello, che rimangono impresse nella memoria uditiva dell’ascoltatore. Come si fa a scegliere? Abbiamo persino dimostrato quanto sia poco utile il criterio della resa dal vivo per valutare le sporche del disco Sfera Ebbasta... Come si fa?
Stavo per decretare il primo pareggio della storia della trilogia delle sporche quando all’improvviso ho capito come decidere la sporca vincitrice: è il momento di una giuria ad hoc, composta da tre affezionatissimi del disco Sfera Ebbasta (qui entrerà in gioco il criterio della nostalgia) e da tre persone che non lo hanno mai ascoltato (qui il criterio applicato sarà quello del primo impatto). Sarà molto importante, in ogni caso, la spiegazione che i giurati ci forniranno: in questo modo capiremo se si tratta di un voto valido o da scartare. Procediamo!
Prima parte della giuria: Quelli affezionati al disco Sfera Ebbasta
- Giurato numero uno:
Il primo giurato si è detto molto sorpreso della domanda, ma ha indicato lo “skrt” di Cartine Cartier come sporca migliore. Ha detto:
la canzone mi piace di più, ma soprattutto questo “skrt” è più fedele al suo suono originale, ovvero lo stridore delle gomme sull’asfalto, mentre lo “skrt-skrt-skrt” di Figli di Papà suona più contaminato, è quasi più un gunshot che uno sfrecciare di gomme. Di base, quindi, il motivo della mia scelta è che lo “skrt” di Cartine Cartier è più trap.
- Giurato numero due:
Il secondo giurato ha detto che a suo parere lo “skrt” di Cartine Cartier è “più azzeccato sulla base” rispetto a quello, pur sempre godibile, di Figli di Papà.
- Giurato numero tre:
Il terzo giurato si è esposto in modo molto timido, indicando una lieve preferenza per Cartine Cartier:
Quello di Figli di Papà è uno “skrt” gasante, entusiasta e carico, mentre quello di Cartine Cartier è profondo, comunica tante emozioni. Non so dire qual è meglio, dipende dal mood, ma io preferisco il secondo “skrt”!
Seconda parte della giuria: Quelli che non conoscono il disco Sfera Ebbasta
- Giurato numero uno:
Il primo giurato è stato di poche parole, ma ha espresso una preferenza netta per lo “skrt” di Cartine Cartier, definendolo “più lungo, profondo e struggente“.
- Giurato numero due:
Il secondo giurato si è definito un amante della sporca e ha affermato che:
Sono due “skrt” molto diversi: quello di Figli di Papà è violento, potrebbe piacere a qualcuno, ma io preferisco il secondo, quello di Cartine Cartier, più dolce e melodioso. È uno “skrt” vero!
- Giurato numero tre:
Il terzo giurato si è legittimamente astenuto con una valutazione relativista:
Sono troppo diversi, non c’è uno “skrt” migliore… Lo “skrt-skrt-skrt-skrt” di Figli di Papà è perfetto per una canzone vivace, con una rappata greve, mentre lo “skrt” di Cartine Cartier è da pezzo tranquillo, da love song, forse addirittura da hit estiva.
Al di là di quest’ultimo giurato, dunque, tutti quanti hanno preferito lo “skrt” di Cartine Cartier. Il verdetto è ancora più indiscutibile se lo si legge al contrario: nessuno – neanche quest’ultimo giurato – ha votato lo “skrt-skrt-skrt-skrt” Figli di Papà. Al di là dei cervellotici (e super creativi) ragionamenti dei giurati e dei criteri che intendevamo applicare, la ragione della vittoria di Cartine Cartier è una sola: quello “skrt” suona benissimo! È uno “skrt” rilassante e piacevole da ascoltare… Potremmo dire quasi che è lo “skrt” dei sogni!
In ogni caso, comunque, possiamo dire che è la sporca migliore del disco Sfera Ebbasta e che, a modo suo, è un piccolo pezzo di storia da esporre al museo della trap. È sua la vittoria della terza edizione del torneo delle sporche.
Cartine Cartier vince la finale e “skrt” è ufficialmente la sporca migliore di Sfera Ebbasta.
