Qualche giorno fa, dopo essere tornato in scena con due brani destinati a fare molto rumore, Sfera Ebbasta ha pubblicato su Instagram questa foto e ha scritto: “Daddy is back 😈“. Che Gionata sia il papà della trap non c’è alcun dubbio, ma nel weekend della paternità di Guè Pequeno, forse è meglio optare per un altro titolo, d’ispirazione Tolkieniana: “il ritorno del Re”.
Alla fine, infatti, la Deluxe Edition di Famoso è arrivata (o sta arrivando?) e a dire il vero era già stata anticipata dalla title track del CD e dal remix di Tik Tok. Queste ultime tracce si erano rivelate due gustose aggiunte a un progetto brillante, ma non avevano certo il peso specifico e la freschezza della nuova doppietta pubblicata da Sfera nel weekend: Uhlala-Triste.
Con una manovra in pieno stile Drake, Sfera Ebbasta ha scelto per il suo ritorno due brani estremamente diversi l’uno dall’altro, diretti a due tipologie di pubblico che hanno davvero poco in comune: l’ascoltatore trap e l’ascoltatore reggaetton. Non sorprenderebbe per nulla, infatti, se una buona fetta dei fan di Uhlala non riuscisse a comprendere la passione di Sfera per il genere latino e, viceversa, se gli amanti di Triste non trovassero di loro gusto l’auto-celebrazione e il linguaggio esplicito del nuovo banger dell’artista.
Come si anticipava in precedenza, però, la grande certezza del ritorno di Sfera Ebbasta è che si tratta di un ritorno da re, perché Uhlala e Triste sono due brani di grandissima qualità, cantati da un artista in forma smagliante e con le idee chiarissime, perfettamente consapevole di quali saranno le prossime tappe della sua carriera. In questo articolo, quindi, si analizzeranno i due nuovi singoli, evidenziando i loro momenti più brillanti e sottolineando quali potrebbero essere gli sviluppi futuri della discografia dell’artista.
Uhlala
Uhlala è stato un singolo voluto, desiderato e acclamato a gran voce del pubblico di Sfera Ebbasta.
Infatti, un suo snippet era stato spoilerato nel film-documentario su Famoso diretto da Pepsy Romanoff e aveva letteralmente mandato in visibilio il pubblico italiano, ma con l’uscita dell’album ci si era accorti immediatamente che quel brano sarebbe stato quantomeno posticipato: non faceva parte del progetto. Tuttavia, la clip in cui Sfera spoilerava la traccia ha fatto così scalpore da totalizzare più di cinquecento-mila visualizzazioni su YouTube, oltre che venire ricaricata periodicamente su tutti i social network, spesso in versioni remixate come questa, intitolata Bank Account.
L’hype che ha accompagnato Uhlala e il suo “zeri sul bank account”, dunque, era davvero vertiginoso, soprattutto se si pensa al fatto che i fan hanno dovuto aspettare quasi 365 giorni per la pubblicazione del singolo. Tuttavia, si trattava di un’attesa giustificata, perché il brano è un esercizio di stile trap entusiasmante, dal peso specifico simile a pezzi sacri della carriera di Sfera, come Panette, Visiera a Becco e Serpenti a Sonagli.
La grande premessa di cui tenere conto, innanzitutto, è il fatto che i banger-trap di Famoso si erano rivelati delle vere e proprie mine nucleari, ma allo stesso tempo avevano sempre fatto leva su featuring titanici come Future in Abracadabra, Offset in Macarena e la coppia Marra-Guepek in Tik Tok. Che sia chiaro: Sfera in questi tre brani (e con Gelosi, l’unico banger da solista) aveva offerto performance stellari e si era dimostrato sempre più Trap King, ma allo stesso tempo la sensazione era che ci fosse assoluto bisogno di una nuova hit esplosiva e spaccona in cui il rapper di Ciny rappasse da solo.
Uhlala, come si accennava prima, è davvero un pezzo illuminante in cui Sfera di diverte e fa divertire, mostrando ancora una volta il suo strapotere sonoro e i fuochi d’artificio che riesce a far decollare ogni volta che surfa sui beat di Charlie Charles. Il beat è dinamico, veloce e duro, caratterizzandosi con un kick-martello pneumatico che Sfera gestisce a dovere, impattandolo con grinta al secondo 0:27 e iniziando poi una folle corsa con un cambio di flow (e di melodie) a quartina.
Uno dei cambi di flow più significativi del pezzo – sicuramente il più iconico – è certamente al secondo 0:42, subito prima del ritornello:
Zeri sul bank account (Ah)
Lei mi chiede: “Son veri i diamanti?” Beh, chiaro
Ordina ciò che ti piace poi pago
Dammi quello che mi piace poi vado io
Il modo in cui Sfera rallenta e spezza i versi dopo una doppia-quartina iper frenetica è semplicemente magistrale, perché dimostra di aver compreso perfettamente la potenzialità del beat. Nella prima strofa del pezzo Sfera inizia con un flow tranquillo, poi accelera gradualmente, raggiunge una velocità supersonica e rallenta di colpo con questo “zeri sul bank account”… È come se fosse una dichiarazione di potere assoluto, come se potesse prendere una strumentale e rapparci in qualsiasi modo!
C’è un altro esempio particolarmente esaustivo della brillantezza di $€ in Uhlala ed è al secondo 1:29, all’apertura della seconda strofa, approcciata inizialmente con un flow malinconico e con rime nostalgiche e dolci:
Sbuffo nuvole nel cielo
Dici fumo troppo ma in realtà ora fumo meno (Ah)
Senza soldi in tasca ho scritto il primo disco in metro (Money gang)
Non lo sai chi sono, mi dispiace ma non è vero (Brr, brr)
La mia voce nello stereo (Brr, brr, brr)
L’artista, però, ribalta la situazione in un secondo, passando di colpo a un flow dinamico, melodico e futuristico, per poi cambiarlo e ricambiarlo, senza mai trascurare l’importanza delle rime, affilate, taglienti ed esplicite. Quante volte è capitato che Sfera applicasse così pochi filtri a un suo testo? Molto raramente, a giudicare da versi come:
Gliel’ho dato una volta dentro a un hotel (Brr) Ora lavora su Mediaset (Brr, brr)
Quel cantante mica te lo dice che si droga / Quella tipa mica te lo dice se è una troia
Sono state proprio rime del genere a esaltare il pubblico trap italiano: Uhlala rappresenta l’ennesima hit esplosiva, cruda ed esaltante della discografia di Sfera, incastrandosi in una tradizione di autotune, flow rivoluzionari e rime grezze.
Uhlala è nipote di XDVR, No Champagne e Visiera a Becco, è figlia di Serpenti a Sonagli, Bancomat e Tran Tran ed è sorella di Tik Tok, Gelosi e Macarena. È un pezzo titanico del Trap King per la scena trap: per questo è giusto parlare a tutti gli effetti del ritorno del Re.
Triste
Famoso è un disco che, piaccia o non piaccia, ha aperto nuove prospettive alla carriera di Sfera Ebbasta, diramandogli una serie di nuovi percorsi intriganti e potenzialmente vincenti. XDVR, Sfera Ebbasta e Rockstar erano stati tre dischi rigorosamente e puramente trap, ma Famoso invece era un disco ibrido, cross-genre, con casse dritte, ritornelli melodici e strumentali che strizzavano l’occhio al pop come Male, 6AM e Bottiglie Privè.
Baby, la traccia più fortunata dell’album a livello numerico, aveva segnato a tutti gli effetti un nuovo punto di partenza per Sfera: lo starting point di una carriera da artista (anche) reggaeton. Infatti, il rapper di Ciny sembra davvero nato per tracce di genere latino, un po’ per i suoi testi romantici e passionali e un po’ per la sua attitudine naturalissima a cantare su strumentali di questo tipo.
Triste, dunque, è la seconda tappa principale del “percorso latino” di Sfera – collaborazioni come Corazon Morado e Demonio sono da considerare secondarie – e prosegue in grande stile la sua avventura in questo nuovo genere musicale. Anche stavolta Sfera ha deciso di puntare sul motto “l’unione fa la forza“: in Baby aveva collaborato con la superstar mondiale J Balvin e anche in Triste ha fatto squadra con un colombiano, il rapper Feid, con cui si era già incontrato in Dorado.
La forza del pezzo – va detto da subito – è chiaramente concentrata nella grandiosa linea melodica del ritornello, semplice ma incredibilmente efficace, oltre che nel suo testo, una vera e propria promessa di libertà alla donna amata:
Quando tramonterà (Uh), scapperemo via
Le altre non sanno cosa sento (No), solo tu sei mia
subito bilanciata dalla seconda parte del ritornello, cantata in spagnolo da Feid:
Yo sé que estás (Brr) triste y vacía (Brr-brr)
Hoy prendamos este leño, y yo te enseño cómo tú lo olvidas
L’altra chiave di volta del pezzo, poi, è la scrittura di Sfera Ebbasta, davvero perfetta per il mood e di grande livello artistico. Nella prima strofa, per esempio, il rapper inizia descrivendo un paesaggio ideale, dipingendo un cielo pieno di stelle con la luna splendente, e prosegue con una ricerca dell’empatia della ragazza. Le parla al cuore con le parole che ciascun uomo vorrebbe dire alla donna che ama e che ciascuna donna vorrebbe sentire dall’uomo che ama: le promette comprensione (“lo so che i tuoi occhi hanno pianto”), protezione (“ti proteggerò io”), le assicura di essere uguale a lei (“hai il cuore congelato, sì, proprio come il mio”) e infine chiude la breve strofa versandole “altro vino”.
Il cielo è pieno di stelle, se vuoi prendine una (Uh-uh)
Ho la testa tra le nuvole ed i miei piedi per terra qua sotto la luna (Uh-uh)
Lo so che i tuoi occhi hanno pianto, non avеre paura (No, no)
Ti proteggerò io (Uh)
Tu chе hai il cuore congelato, sì, proprio come il mio
Ti verso altro vino (Wow)
Anche la seconda strofa, poi, è di grande caratura e suggerisce alcuni spunti di riflessione:
Sorridi solo su Insta, però mai dal vivo
Si capisce che sei triste guardando il tuo viso
Lui ti compra con le Visa, señorita
Mentre fissi quell’anello sul tuo dito
Oh, no, no, baby, scappa con me
Ho due posti in prima classe, non so la destinazione
Dici: “Per me è okay se siamo io e te”
Le nostre labbra umide, volando sulle nuvole
La descrizione di Sfera nei primi quattro versi è così realistica da proiettarsi nella testa dell’ascoltatore, con immagini vivide e quasi cinematografiche, ed è proprio questo che non rende Triste un pezzo “di plastica”: è evidente che sia un brano vissuto e scritto con passione. Inoltre, vanno sottolineate anche l’attenzione metrica dell’artista, perché vivo-viso-visa è un’allitterazione di suoni dolci che culla l’ascoltatore, e la sua grande attitudine di flow al beat: basti ascoltare come plana sul drop reaggaetton scandendo le sillabe del suo “scappa con me”.
Evidenziata quindi la grande qualità delle due nuove tracce di Sfera Ebbasta, resta da rispondere a una domanda impegnativa: che informazioni danno sui prossimi sviluppi della sua carriera? Da un lato, Uhlala ha dimostrato quanto sia ancora il numero uno nei banger-trap e in un certo senso ha ristabilito le gerarchie, perché di pezzi così moderni con un tasso tecnico del genere, negli ultimi anni, ne sono usciti davvero pochi. Dall’altro lato, invece, Triste è una hit che apre una nuova strada alla sua carriera, bissando la formula di Baby, allenando la sua attitudine lirica e musicale al reggaetton e proponendo il confronto con una figura internazionale come quella di Feid.
In una frase sola che racconti in maniera esaustiva il ritorno di Sfera, si può dire che con Uhlala abbia consolidato e con Triste si sia aperto nuove strade. Idee chiare, qualità e tanto carisma: la formula vincente del ritorno del Re.
Un pensiero riguardo ““Triste” e “Uhlala” di Sfera Ebbasta – Il ritorno del re”