Qualche tempo fa molti rapper italiani hanno pubblicato una storia su Instagram in cui facevano presupporre che sarebbero stati partecipi di un disco di un’altro artista. All’inizio i nomi più quotati erano Madman e Fabri Fibra. Il primo non rilascia un progetto ufficiale da solista dagli albori del 2019 e i fan, attenti alle sue azioni, non lasciano passare inosservato nemmeno il più piccolo movimento che possa far pensare al MC pugliese. Il secondo invece sembrava il personaggio più logico da abbinare agli ospiti della tracklist.
Risultato finale? A sorpresa Beat Coin si è rivelato essere il nuovo album di DJ Gengis, producer con anni di esperienza alle spalle ma che ultimamente era rimasto in secondo piano rispetto a qualche collega.
Negli ultimi anni molteplici producers hanno voluto lovorare ad un album ufficiale e nel caso dei suoi colleghi Mace e Night Skinny è stato un vero e proprio punto di svolta della propria carriera. In questo tipo di progetti si può sperimentare con più facilità potendo combinare anche rapper o cantanti diversi tra loro.
Le combinazioni possono essere migliaia, la bravura del beat maker sta nell’assortire bene gli artisti tra di loro e ciò non è per nulla scontato.
Ma adesso concentriamoci sul giudizio finale su Beat Coin. DJ Gengis ha voluto giocare molto sul contrasto spiazzante tra il rap old school classico, come nel caso di Ready 4 War o il sequel di Wild Boys, e canzoni adolescenziali più leggere che tendenzialmente parlano d’amore. Il risultato è stupefacente, nel momento in cui si entra pienamente in uno dei due mood arriva l’altro che cambia integralmente l’umore. Può sembrare un lavoro sconnesso? Beh questo è il rischio ma non bisogna andare sempre a cercare il pelo nell’uovo. Inoltre nel disco sono presenti alcune perle che non si possono non citare. Per esempio la traccia reggae Stress di Clementino oppure l’intro Una volta sola di Gemitaiz.
L’aggettivo più corretto per descrivere il CD potrebbe essere benissimo “divertente“. Con questa affermazione non voglio affermare che sia un album superficiale, anzi tutt’altro. Però la sensazione che rimane più impressa è che DJ Gengis si sia divertito davvero tanto a realizzarlo.