Ci eravamo lasciati con “EP1”, progetto decisamente stuzzicante per chi ama la genuinità estrema di Baby Gang ma stucchevole per un orecchio un po’ più raffinato. Da lì in poi qualunque tipo di discussione sul rapper in questione si conclude con un’opinione generale, quasi globale mi verrebbe da dire: ”sa fare solo quello”, “oramai ha stancato”, “ha sempre lo stesso Flow e gli stessi testi”. Tutte queste affermazioni non sono sbagliate, per carità i gusti sono personali e concordo in parte anche io. Ciò che molto spesso innervosisce è la saccenza con cui vengono pronunciate le frasi appena citate.
Sopra il suo personaggio, comunque, si è creato un alone polemico e un’esigenza di ascoltare qualcosa di diverso, per farla breve si erano alzate le aspettative. Così a poco più di 3 mesi dal suo EP d’esordio, l’autore di “Blitz” pubblica il suo primo disco ufficiale “Delinquente”.
Mi sento di dire che non si tratta di un album perfetto: le sbavature tecniche si possono notare ad un kilometro di distanza. Ma Baby Gang ha raggiunto il suo obiettivo attuale ovvero fare un progetto con varie tracce che non stanchino l’ascoltatore e che spazino su più strumentali possibili. Questa volta nessuno potrà dire che “sembra sempre la stessa canzone” perché il cambiamento del classe 2001 è evidente. Si è accostato alla wave spagnoleggiante di Morad, ha messo canzoni che possono essere suonate nei club e ci sono stati momenti più introspettivi del solito. I concetti espressi sono sempre gli stessi?
Beh Zakaria mostra la realtà dal suo punto di vista, di certo non è il cantante pop che può scrivere di come è buono un mojito d’estate oppure un poeta dannato che si approccia al rap. Al contrario di “EP1”, il nuovo disco risulta più godibile, complici anche i featuring pienamente integrati nel progetto tra cui spiccano J Lord e Il Ghost.
Baby Gang è come un dispositivo in fase di aggiornamento e chi se ne intende di computer sa sicuramente che per arrivare al suo completamento finale, ci sarà inevitabilmente bisogno di tempo.