“Maxtape”: alla scoperta di un progetto in cui si rappa duro – L’intervista a Nerone

Abbiamo chiamato Nerone, per parlare del suo nuovo progetto, “Maxtape”, uscito il 26 marzo 2021.

Intervista a cura di Sergio Mattarella:

Sergio: Ciao Max, è un piacere per me conoscerti e poterti intervistare su Raphaolic, soprattutto dopo l’uscita di Maxtape, uno dei progetti più maturi della tua discografia. Prima di entrare nel vivo della chiacchierata, però, volevo farti un paio di domande per scaldarci. Io sono, come te, un grande appassionato di calcio…

Nerone: Di che squadra sei?

Sergio: Romanista!

Nerone: C’è stato un periodo in cui Roma e Inter (Nerone è un noto tifoso interista ndr) hanno fatto tremila partite, finale di Coppa Italia, Supercoppa…

Sergio: Sì, siamo stati la rivale della grande Inter del Triplete! L’altro giorno, mentre seguivo l’Europa League e mi godevo queste belle vittorie internazionali, ho pensato a quanto mi manca andare allo stadio. A te, concerti esclusi, qual è l’aspetto pre-Covid che manca di più?

Nerone: Ti faccio un discorso particolare… In questo momento sembra che le nostre vite abbiano ritrovato un equilibrio, ma nei mesi scorsi la vita sessuale è stata davvero difficile! – risate – Ti spiego: non poter conoscere una ragazza in un locale, in un bar, ma anche in discoteca, ti costringe a scriverle su Instagram e a chiederle di incontrarla. Però non puoi portarla da nessuna parte, perché è tutto chiuso! Allora o lei da te o tu da lei ed è abbastanza squallido perché sai già come finirà… Quindi, per risponderti, mi manca tantissimo la possibilità di andare a un appuntamento normale.

Sergio: È da più di un anno, ormai, che voi artisti non potete cantare dal vivo e che noi ascoltatori non possiamo andare ai vostri concerti…

Nerone: Né io né il mio commercialista siamo molto contenti…

Sergio: Cosa ti manca di più, invece, del concerto in sé?

Nerone: Il fatto che le giornate dedicate agli eventi erano meravigliose. Un concerto, in realtà, inizia la mattina quando ti vengono a prendere con il furgone, passa attraverso il viaggio, il cazzeggio in giro, il fare festa…

Una delle ultime apparizioni dal vivo di Nerone prima del Covid-19, risalente a dicembre 2019. Era ospite, con Ensi, a Bologna, del Tarantelle Tour di Clementino.

Sergio: Mi collego al Maxtape, perché al suo interno sono presenti tanti brani dedicati alle feste o alla vita notturna…

Nerone: Ho voluto fare un disco rap che fosse un po’ cazzuto e un po’ cazzone, con qualche episodio introspettivo perché voglio sempre lasciare qualcosa di me nei miei progetti. Alla base di Maxtape c’è la volontà di pubblicare canzoni, specialmente in un momento in cui gli artisti non fanno uscire la musica e hanno paura di non poterla suonare dal vivo.

Sergio: Negli ultimi anni, ogni tuo progetto discografico veniva accompagnato da un’altra saga di mixtape, quella degli Hyper, che erano diventati un po’ il tuo marchio di fabbrica. Come mai nel 2021 hai deciso di far uscire Maxtape, invece che Hyper 4?

Nerone: Se fai sempre le stesse cose succedono sempre le stesse cose. Negli scorsi anni, ho fatto tre Hyper senza mai pubblicarne singoli, mentre quest’anno ho pubblicato Bataclan, Radici, One Sec, intervallandoli con dei freestyle di annuncio, quasi come se avessi composto un EP. Metodo diverso, scelte diverse, risultato diverso: quindi Maxtape, una novità.

Sergio: La prima parte del progetto è tutta banger, fatta di punchlines, incastri, rime fighe e il solito, altissimo tasso tecnico su cui si fonda la tua discografia. Rispetto ai tuoi vecchi progetti, ho notato un miglioramento nel modo di recitare le barre: dipende dal fatto che hai lavorato a Maxtape in modo più spensierato?

Nerone: In realtà mi sono focalizzato parecchio su questo aspetto, grande che l’hai notato! Io mi auto-analizzo ogni anno, dopo ogni disco, riascoltando la mia musica e ho percepito che forse mi mancava un po’ di pathos. Magari c’erano alcune mie rime scritte molto bene, anche con incastri tripli, che passavano inosservate perché non erano rappate con il giusto vigore, con il giusto dinamismo. Ho imparato tanto da Marracash, uno che pesa sulla bilancia ogni singola parola dei suoi testi. Quando è uscito Persona, l’ho divorato e l’ho addirittura studiato, cercavo di capire perché lui sì e io no, perché le sue rime colpissero così tanto. Dalla mia analisi, ho concluso che dipende dalla cadenza, dall’intonazione, ho voluto provare a migliorarmi sotto questo punto di vista e credo che, disco dopo disco, crescerò ancora di più.

Sergio: Fra l’altro questo modo di rappare va molto d’accordo con il freestyle, no?

Nerone: Sì, ma il freestyle non va quasi mai d’accordo con la scrittura dei testi, con i cambi di flow e con il bisogno di dare struttura alle canzoni…

Nell’esibizione di Nerone a Real Talk, uscita pochi giorni fa, sono evidenti i progressi del rapper nel “recitare le barre”.

Sergio: Questo è un discorso davvero interessante, che ci permette di ascoltare in modo diverso la prima parte del tuo Maxtape, così esplosiva e piena di energia. All’improvviso, però, la tracklist mette di fronte all’ascoltatore Savage, il primo momento di introspezione del progetto. A chi è dedicata?

Nerone: Savage è dedicata al mio migliore amico di sempre, che si chiama Andrea. L’ho scritta pensando a lui e gliela ho inviata appena sono uscito dallo studio, ancora prima di ricevere la strofa da Highsnob. Gli ho detto: “Ho scritto questo testo pensando a te!”. Siamo cresciuti insieme, abitavamo vicini, a un metro dall’altro, e ne abbiamo combinate di tutti i colori. Abbiamo condiviso tutto: esperienze, belle e brutte, ricordi e soprattutto problemi. Io mi sono salvato grazie alla musica, lui non aveva nulla con cui salvarsi… Ora abita fuori Milano, ci vediamo pochissimo e ci sentiamo poco, però era giusto dedicargli questa canzone, anche perché la base mi ha subito fatto pensare a lui.

Sergio: Highsnob è stato eccezionale, ha impreziosito il pezzo!

Nerone: Proprio come me, Highsnob viene da un contesto non semplicissimo, lo conosco bene, da una vita, abbiamo anche combinato qualche piccola marachella insieme… – ride – Sapevo che avrebbe fatto qualcosa di sensazionale, perché tutti, in fondo, abbiamo un amico come il mio e, come volevasi dimostrare, lo aveva anche lui.

Sergio: Dall’altro lato della medaglia, poi, ci sono tre featuring doppi, Emis-Jake, Nitro-Gem e Axos-Gianni, una coppia inedita che mi ha sinceramente sbalordito…

Nerone: Una bella coppia! Inaspettata ma funzionale…

Sergio: Gianni è uno che fa pochissimi featuring, fra l’altro!

Nerone: Non so perché sinceramente, io lo chiamerei sempre. È bravo, è gentile, è disponibile: un mito!

Sergio: Ho una domanda che si affaccia di nuovo al mondo del calcio. Quando ti trovi con artisti così forti sulla strumentale, è più alla Lukaku-Lautaro, con sponde, assist e gioco l’uno per l’altro, o più alla Immobile-Belotti, con un posto in Nazionale in palio?

Nerone: La competizione fra noi è Del Piero-Trezeguet, che sono arrivati praticamente a pari punti nella classifica dei cannonieri, fra assist reciproci e rigori che l’uno lasciava all’altro. Sai, lavoriamo tutti per il bene della canzone: se io spacco più di te, tu fai la strofa per spaccare più di me e io rifaccio la mia strofa per spaccare ancora di più, il risultato è sempre musica migliore, l’obiettivo finale di tutti quanti.

Nella stagione 2007-2008 della Serie A, Del Piero e Trezeguet segnarono rispettivamente 21 e 20 reti. Tuttavia, quell’anno la Juventus si dovette accontentare del terzo posto in classifica subito dietro Roma e Inter, la squadra che, per la gioia di Nerone, vinse lo scudetto.

Sergio: Secondo me Jake La Furia gioca tanto per te! Ogni volta che ti fa i featuring.

Nerone: Jake è un mito. Mi ha detto una cosa su cui scherziamo tanto, ma è bello pensare che ci sia un po’ di verità. Stava facendo raggaetton al tempo, ma gli ho rotto così tanto il cazzo per la strofa rap in Più forte di me che alla fine me l’ha fatta. Solo che non si è regolato e il pubblico ha reclamato a gran voce il “Jake La Furia di una volta”. Finalmente ha deciso di tornare e lo ha fatto in pompa magna con l’album con Emis, il disco street dell’anno. Per me è sempre il massimo e anche Emis Killa mi ha dato una strofa gigantesca.

Sergio: A proposito di ritorni, nel Maxtape hai ospitato due figure storiche del rap italiano, J-Ax e Danti, che ti hanno dato due strofe pazzesche. Aggiungo: sono due strofe in cui volevano comunicare al “mondo rap” dei concetti importanti sulle loro carriere e mi riferisco soprattutto alla rima su Pino Daniele di Ax e a quella sul film Revenant. Come sei riuscito a coinvolgerli?

Nerone: Con J-Ax la collaborazione è stata molto spontanea, mentre Danti non lo conoscevo, nonostante bazzicassi lo studio dove lavora. Si è avvicinato prima a Biggie Paul e poi a me, ma quando ci siamo conosciuti ho scoperto una persona geniale, simpaticissima, con cui ho molto in comune nonostante la differenza di età e che ha sempre voglia di mettersi in gioco. Danti è un autore straordinario, ma è soprattutto un artista che sa di musica, che ha varcato spesso i confini di quel “mondo rap”, imparando e allargando i suoi orizzonti. Conoscerlo mi ha aiutato e mi ha fatto crescere, per esempio, nella costruzione di un ritornello o nel perfezionamento delle canzoni. Lo ringrazio tanto per questo.

Sergio: “Zero dischi d’oro i Two Fingerz, quest’Italia non mi merita / Che ne sanno i 2000 2 platini, come Di Caprio: l’oscar per Revenant”, vogliamo commentare la forza di questa rima?

Nerone: Nessuno di questi ragazzini sa chi erano i Two Fingerz e quanto hanno effettivamente dato al rap italiano: con Vacca hanno portato i ritornelli alla T-Pain! È giusto che si prendano lo spazio che si meritavano ai tempi quando la fetta di torta, per loro, era troppo piccola. Spendo due parole anche per Ax, che scoppia i palazzetti da quando non ero neanche nato: mi aveva mandato una strofa, per poi cambiare idea e farne un’altra, quella attuale, e il suo impegno mi riempie d’orgoglio. Inoltre, tutti gli artisti, anche i più lontani dal rap, come Axos, che ha il suo viaggio, Boro Boro, che fa raggaetton, e Danti, sono venuti a rappare duro. Da artista ospitante, non potevo davvero essere più felice.

Sergio: L’ultimo pezzo del disco, SOS nel mare, è forse il più emozionante di tutti, con la sua forza dirompente e quel ritornello urlato. Da dove viene l’ispirazione?

Nerone: Sì, è l’ultima traccia perché di fatto Oh Yes è una bonus track. Andrea, A-Kurt, che ha prodotto anche Madunina e Hasta La Vista, mi aveva mandato questo beat esaltante e mi ha ispirato da subito. Come ti dicevo prima, anche in questo progetto avevo voglia di trasmettere e comunicare qualcosa. La mia regola è che l’intro e l’outro di un disco devono essere tracce di spessore: nelle intro entro duro e nelle outro lascio qualcosa di me. Il processo che ha portato a SOS nel mare, poi, è stato piuttosto spontaneo, anche se all’inizio il brano era più complesso e lungo. La visione di Danti mi ha aiutato a ri-registrare e ri-lavorare la traccia per migliorarla.

Sergio: Rispetto a Gemini ho notato un’evoluzione anche nella scrittura. La tua penna adesso sembra più scorrevole e più libera di seguire il flusso di coscienza. È solo una mia impressione?

Nerone: Onestamente non ti so dare ancora una risposta, ma ti posso dire che tutte le tracce sono state lavorate con tanta spontaneità. Pensa che inizialmente Maxtape doveva essere un EP di cinque pezzi, soltanto che ho chiesto strofe a diversi artisti e mi hanno detto tutti di sì! – ride – Allora abbiamo messo a segno una serie di canzoni, secondo me tutte di livello, senza un concept ma con un filone sonoro. La scrittura si è evoluta naturalmente con me, con l’esigenza di non ripetermi e di rendere il mio stile più musicale, più espressivo, e questo mi ha portato a cambiare i testi delle mie canzoni.

Sergio: Prima mi hai confermato una tua dote che già avevo notato sentendoti parlare in altre interviste, la capacità di analisi. Nel tuo mixtape ospiti diversi artisti della vecchia guardia, da Ax ad Highsnob passando per Killa, Clementino e Fibra, e questo certifica anche il tuo ruolo di “bandiera” della Milano rap. Che opinione ti sei fatto delle nuove generazioni di rapper milanesi?

Nerone: Sono anni che dico che a Milano sarebbe arrivata un’ondata di ragazzi italiani di seconda generazione che c’avrebbe fatto il culo! Piano piano ho avuto ragione.

Sergio: È arrivata!

Nerone: Già negli scorsi anni Maruego e Ghali avevano fatto vedere delle cose importanti. I nuovi ragazzi sono forti, sono tanti, hanno fame e fanno squadra. Soprattutto, sono cresciuti davvero in contesti difficili. Gli auguro il meglio e spero che riescano a rimanere uniti anche quando inizieranno a guadagnare bene, perché abbiamo visto tutti com’è andata a finire ad altri artisti in situazioni simili. Gli auguro di riuscire a conservare lo spirito di squadra e la volontà di fare un sacco di soldi tutti insieme.

Sergio: Ma musicalmente ti piacciono? Ascolti la loro musica?

Nerone: Sì! Quando è uscita Seven 7oo, la loro posse track, l’ho ascoltata a ripetizione!

Sergio: Sono obbligato a chiederti qual è, secondo te, la strofa migliore di quel pezzo! – ride

Nerone: È difficile, perché mi sono davvero piaciuti tutti.

Sergio: Io dico Rondo, a mani basse!

Nerone: Tu dici Rondo? Però anche Neima ha spaccato tanto, come anche Keta e Sacky. Rondo ha ancora una voce giovane, preferisco quando canta rispetto a quando rappa. Se devo scegliere un nome, ti dico Neima Ezza.

Sergio: Visto che siamo arrivati a un bel botta e risposta, colgo l’occasione: qual è il tuo pezzo preferito di Maxtape?

Nerone: Troppo complicato! Vado a sensazione e ti dico Madunina.

Sergio: Voglio chiudere l’intervista proponendoti uno spunto di riflessione. Ormai sei sulla scena da diversi anni e la tua carriera ha visto molti progetti, fra EP, mixtape e album in studio, e ho l’impressione che Maxtape ti potrà dare tante soddisfazioni. Mi sembra che alla tua discografia manchi solamente un joint album con un collega del tuo livello. Non ti è mai venuta voglia di chiamare Nitro e fare: “Oh Nicola, quando facciamo un bel disco insieme?”

Nerone: Prima o poi qualcosa del genere arriverà! Durante la quarantena ho fatto DM, un EP con Warez, e mi sono divertito tanto. Però sì, è un’idea che spesso stuzzica anche me e infatti di recente ho chiamato un amico per fare un progettino, chissà se mi viene…

Sergio: Grazie mille dell’intervista Max. In bocca al lupo per il disco!

Nerone: Grazie a te. Crepi!

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