“L’obiettivo è portare in alto la bandiera di Palermo” – L’intervista a Frank Popa, Nevra e Valentino

Abbiamo chiamato Frank Popa, Nevra e il producer Valentino, per farci raccontare “Bravi Picciotti Mixtape”, del collettivo palermitano Gorilla Sauce.

Intervista a cura di Sergio Mattarella

Sergio: Ciao ragazzi, innanzitutto ci tenevo a farvi i complimenti per Bravi Picciotti Mixtape, che ho trovato particolarmente piacevole da ascoltare sia nei suoi momenti più profondi sia in quelli più spensierati. Penso davvero che sia un tape di altissima qualità sotto tutti i punti di vista, dalla scrittura alle produzioni, fino anche all’artwork!

Frank Popa: Ciao Sergio! Sì abbiamo voluto sfruttare un po’ quest’immaginario “alla Goodfellas“, che ci appassiona tanto. Ti ringraziamo per i complimenti, anche noi siamo tanto soddisfatti.

Sergio: Mi chiedevo durante l’ascolto… Perché publicare 22 tracce tutte insieme come primo progetto? Alcuni di voi non hanno neanche il profilo Spotify!

Nevra: Considera che in questo 2020 ci siamo letteralmente chiusi in studio, lavorando tantissimo nonostante tutte le difficoltà anche ai nostri percorsi solisti. Bravi Picciotti Mixtape è un po’ un trampolino di lancio per quelli che saranno i progetti nel 2021, anche se poi siamo super soddisfatti del risultato.

Frank Popa: Bravi Picciotti Mixtape nasce in modo super spontaneo: inizialmente abbiamo messo insieme alcuni brani dell’uno e dell’altro e così un po’ alla volta ne abbiamo realizzati 22!

Valentino: Volevamo anche un po’ essere fedeli all’idea originaria di mixtape: tante tracce, tantissimi featuring, con due remix di brani già usciti, Highlights e Chi ti manda!

Sergio: Quando nasce l’idea di fare il tape? Vi ricordate il momento preciso in cui avete concordato sul fatto che sarebbe uscito Bravi Picciotti?

Valentino: Quest’estate, più o meno a fine agosto!

Nevra: In realtà poi l’idea c’è sempre stata, però a fine agosto effettivamente ci siamo accorti di quante tracce avevamo, fra provini scartati e pezzi che erano rimasti fuori dai nostri progetti. In tre mesi abbiamo chiuso tutti i brani e siamo riusciti a ospitare anche tantissimi featuring!

Sergio: Questo è il mixtape di Gorilla Sauce… Ma da chi è composto il vostro collettivo?

Nevra: Siamo producer, rapper e videomaker. I rapper siamo Frank, Chef, Issel ed io, i producer Valentino e Alex3o5, il videomaker Enrico Spatafora e una serie di altre personalità che collaborano con noi.

Sergio: Mi ha sorpreso che siete rapper molto diversi l’uno dall’altro. Frank Popa per esempio rappa super dritto e chiude un sacco di barre…

Frank Popa: Sì, diciamo che io vengo dal freestyle quindi rappare in questo modo mi viene molto naturale, però sto cercando di sperimentare e di avvicinarmi anche a un tipo di rap più melodico.

Sergio: E non è stato in un certo senso difficile far convivere per così tante tracce stili così diversi?

Nevra: In realtà è stato super spontaneo, noi andavamo in studio senza sapere cosa avrebbe generato la session nello specifico e forse è stato proprio questo a rendere così eterogeneo il progetto.

Sergio: Le vostre influenze musicali? Prima Frank parlava di freestyle

Valentino: Io vivo letteralmente di musica e ascolto qualsiasi genere, ho anche studiato in conservatorio classica. Tutti quanti ascoltiamo tantissimo rap americano.

Nevra: Io personalmente sono molto legato al rap degli anni ’90, piuttosto che all’ondata trap degli ultimi anni. Personalmente non ascolto tanto rap italiano.

Frank Popa: Io ascolto rap italiano per tenermi aggiornato perché sono convinto che sia fondamentale, però spesso non c’è neanche un secondo ascolto: è pura curiosità…

Sergio: Sono curioso di sapere come avete scoperto il rap voi due, Nevra e Frank… Qual è stato il vostro primo vero contatto con questo genere?

Nevra: Mio cugino mi regalò, all’età di sei anni, una chiavetta con brani di Biggie, di Tupac e di Eminem, e poi un po’ alla volta, facendo “digging”, ho scoperto l’hip hop.

Sergio: E tu Popa?

Frank Popa: Io mi guardavo Willy, il principe di Bel-Air! – ride – Adoravo il personaggio di Will Smith, anche se molti modi di dire e di fare li ho compresi in un secondo momento, rivedendola di recente.

Sergio: Quindi voi non siete quei tipi di rapper cresciuti con i Club Dogo e con Fabri Fibra? Io, per dire, che ho più o meno la vostra età, ho scoperto il rap grazie a Emis Killa…

Nevra: Sì, anche siamo cresciuti anche con questo tipo di rap… Per me, per esempio, i Dogo sono il rap italiano a tutti gli effetti.

Frank Popa: Anche io sono molto affezionato ad alcuni album fondamentali per il rap italiano. Diciamo che il discorso che abbiamo fatto prima si applica di più a quelle che sono le nuove uscite.

Sergio: Così come Dogo Gang era una squadra, mi sembra che anche voi puntiate tantissimo sulla cooperazione e sul concetto di squadra, sbaglio?

Valentino: Per noi la cooperazione è importante solo se spontanea. L’amicizia deve essere la premessa al sentirsi parte di una squadra. Frank Popa, per esempio, è entrato da un anno in Gorilla Sauce, ma già prima di entrare collaborava con me e con Chef da cinque anni! Il nostro collettivo non è un pretesto per fare squadra ed essere più forti. Semplicemente ci troviamo bene a fare musica l’uno con l’altro.

Sergio: I vostri pezzi preferiti del mixtape?

Nevra: Tre, che è il pezzo in dialetto mio e di Chef, Polvere d’angelo e Non mi basta.

Frank Popa: Ti dico Fanne un’altra, perché si tratta di un mio brano molto personale e sincero, e poi cercando di essere il più oggettivo possibile scelgo Cammello, l’unico in cui rappiamo tutti e quattro insieme, e Positivitè, che secondo me ha un sound molto raffinato anche grazie alla collaborazione con Yannik Tiolo.

Sergio: Per te, Valentino, qual è la miglior produzione?

Valentino: Ne ho fatte 12, è impossibile scegliere! – ride – Guarda, se devo essere sincero al 100%, il mio beat preferito del mixtape è di Alex 3o5 ed è quello di Formula 1!

Sergio: Avete deciso da subito che volevate tutti questi featuring nel mixtape?

Frank Popa: Sì, a noi piace tantissimo collaborare con altri artisti. Per esempio in PalermoMessina c’è anche Resla, un ragazzo di Messina che ti consiglio di ascoltare e di cui apprezzo tantissimo lo stile, soprattutto perché lì magari ci sono un po’ meno rapper…

Sergio: E da voi a Palermo ci sono così tanti rapper?

Valentino: Siamo pieni! – ride – Chiunque ha iniziato a rappare negli ultimi anni…

Sergio: Io volevo affrontare l’argomento Palermo con voi, perché comunque credo che nella scena sia fin troppo poco rappresentata, nonostante si tratti di una delle cinque città più grandi d’Italia. Perché secondo voi?

Nevra: Secondo me è un discorso di investimenti. Qui le etichette non ci sono e quelle poche che ci sono investono pochi soldi, sia per quanto riguarda gli eventi sia per quanto riguarda la produzione musicale. Bisognerebbe investire e proporre i ragazzi anche al di fuori della Sicilia, perché poi la macchina dell’industria non fisicamente è qui. Anche Johnny Marsiglia, che tu hai citato nell’articolo dell’altro giorno, è, sì, quello che è arrivato più in alto di tutti, ma resta un artista di nicchia, volendo considerare tutta quanta la scena.

Frank Popa: Secondo me, poi, con quel tipo di sound ha ottenuto davvero il massimo che poteva ottenere… In Italia lo conoscono quelli che ascoltano quel determinato tipo di rap, che però è molto di nicchia.

Sergio: Io sono d’accordo con entrambe le vostre opinioni, ma aggiungo un elemento: il pubblico. Io vivo a Palermo per circa 2-3 mesi l’anno e mi sono sempre accorto che da voi il rap non è un genere così tanto ascoltato quanto lo è a Roma, a Milano o in Campania… Se esce il disco, per esempio, di Capo Plaza, a Palermo i ragazzi lo ascoltano meno di quanto succeda in altre città, no?

Frank Popa: Sì, è vero, ma negli ultimi anni secondo me sta cambiando qualcosa. È un cambiamento molto lento, ma che comunque si sta verificando.

Nevra: Prima in alcuni quartieri, la musica di tendenza era il neomelodico, oggi magari capita di ascoltare per strada qualche canzone, per esempio, di Geolier.

Frank Popa: Per questo abbiamo ritenuto che questo fosse un buon momento per fare uscire un progetto!

Sergio: Il vostro obiettivo è quello di portare in alto la bandiera di Palermo?

Nevra: Sì, vogliamo piantare questa bandiera sulla cartina della scena italiana e farlo il più presto possibile, anche se il nostro modo di vedere la musica non va particolarmente d’accordo con obiettivi prefissati. Noi facciamo la nostra musica e vediamo che succede, ma è chiaro che saremmo orgogliosi di rappresentare la nostra Palermo, specialmente perché è una città difficile.

Sergio: E l’idea di rappare in dialetto va in questa direzione?

Nevra: Sì, ma ti dico: io sto già rappresentando la mia città perché la vivo, ne faccio anche parte in un certo senso… Il pezzo in Palermitano nasce spontaneamente, non è una scelta a tavolino per farmi ascoltare dai Siciliani. Non sarà certo un brano in dialetto a cambiare la visione che il pubblico ha di me, capisci?

Sergio: Però un pezzo in dialetto può essere in un certo senso inclusivo, farti sentire rappresentato, un po’ come accade a tanti ascoltatori di Geolier, no?

Frank Popa: Ci sono delle differenze sostanziali fra Palermo e Napoli: il Napoletano lì è quasi una lingua ufficiale, qui parliamo tutti bene il nostro dialetto. Io per esempio non sarei mai in grado di scrivere in Palermitano, non lo padroneggio abbastanza bene… – ride – Però effettivamente i brani in dialetto tendono a incuriosire, perché propongono all’ascoltatore qualcosa di unico, a cui non sono abituati. Me ne sono accorto osservando le reazioni di amici di Milano, dove studio, che comunque ascoltano tanto rap, ma non hanno mai ascoltato pezzi in Palermitano. Magari poi non andrebbero a riascoltare la canzone, ma a primo impatto è naturale che vengano colpiti e spiazzati dalla scelta linguistica.

Sergio: Qualche settimana fa chiacchieravo con Peppe Soks a proposito di scelte di dialetto. Lui affermava che nel suo dialetto riusciva a esprimersi in modo molto più completo che in Italiano. Per te, Nevra, quanto è diversa la scrittura in Italiano da quella in Palermitano?

Nevra: Sono d’accordo con quello che ti ha detto Peppe Soks, secondo me c’è la differenza è sostanziale: il dialetto ti dà alcune soluzioni in più che in Italiano non esistono proprio.

Frank Popa: Poi va sempre detto e considerato che i dialetti siciliani sono completamente diversi dal Napoletano a livello sonoro e a livello linguistico. Il Palermitano, in particolare, è molto duro e richiede flow e metriche incompatibili con quelle dell’Italiano. Bisogna inventare ed essere molto creativi.

Sergio: Torniamo al discorso su Palermo: abbiamo detto che mancano gli investimenti, manca un certo tipo di pubblico – e questo forse sta un po’ cambiando – e mancano gli artisti “di rappresentanza“, no?

Nevra: Sì, gli ultimi due problemi fra l’altro sono interconnessi, perché ci sono tantissimi rapper che allo stesso tempo sono anche il pubblico.

Sergio: Un po’ quello che accadeva all’inizio del nuovo millennio!

Nevra: Esatto! Solo che oggi il mercato è worldwide e noi rimaniamo al Medioevo. I rapper sono gli ascoltatori ma sono anche in competizione l’uno con l’altro.

Valentino: C’è moltissima competizione fra i rapper palermitani e pochissima coesione.

Frank Popa: Poi, magari in altre regioni il rap è più ascoltato nelle periferie. Qui se vai in periferia per le strade senti neomelodico, anche se magari in città qualcosa sta cambiando.

Sergio: La soluzione qual è? Come si può rendere grande la scena di Palermo?

Nevra: Serve un artista che si faccia vedere a livello nazionale, in modo che poi possa spingere tutti gli altri, l’immaginario e la scena. D’altronde chi non conosce Palermo, in Italia? Quindi la soluzione è sdoganare l’idea del rapper palermitano: serve qualcuno che rappresenti la città!

Sergio: Bravi Picciotti Mixtape è un progetto con cui vi proponete di farlo?

Frank Popa: Non ci piace tanto fare previsioni… Diciamo che nei prossimi anni faremo di tutto per riuscire a emergere!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
search previous next tag category expand menu location phone mail time cart zoom edit close