Avete scelto Ernia (ha trionfato di un solo voto su Guè Pequeno), l’autore di Gemelli, e la sua necessità di scrivere sempre di un argomento, di tenersi quadrato e di non essere in grado di restare vago, ma anche la sua poetica fatta “di fumo, di asfalto e di pare e di motel” (ha detto tutto lui, non serve neanche che ci sforziamo di essere creativi!).
In Gemelli Ernia ci ha mostrato soprattutto “le pare” e solo ogni tanto “l’asfalto“: brani come Bugie, Fuoriluogo, Cigni raccontano l’animo inquieto e ansiosi di Ernia, i suoi dubbi, la sua apatia e la sua naturale insicurezza, raccontata con una brutalità e con una schiettezza da fare impressione. Nel disco, tuttavia, c’è anche lo storytelling, il più singolare della sua carriera, di Maryxsempre, ci sono le autobiografiche Vivo e Pensavo di ucciderti e le splendide canzoni d’amore Superclassico e Ferma a guardare. A livello di scrittura, dunque, Gemelli è un’opera di altissimo livello.
Difficile stabilire se Ernia sia la penna migliore del 2020, anche in virtù della concorrenza spaventosa (avevamo scelto come altri candidati Guè Pequeno, Jake La Furia e Tedua, vedendoci costrtti a estromettere dal ballottaggio mostri sacri come Nitro ed Emis Killa), ma in ogni caso non c’è nessun dubbio: Ernia è, liricamente parlando, un vero e proprio fuoriclasse, che riesce sempre e comunque a distinguersi per la sua strepitosa scrittura.
Un premio meritato.