Abbiamo chiacchierato con Tommy Toxxic e Joe Scacchi, il WING KLAN, per parlare del futuro e delle imminenti nuove uscite del duo romano.

CARLO: Dopo “Marketing “e “La danza delle streghe”, i vostri ultimi progetti solisti, vi vediamo finalmente tornare con l’annuncio di un album insieme. Cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto? Cercherete di sperimentare nuove sonorità, come ci avete abituati sin dai tempi di “I can fly”, oppure pensate di voler consolidare gli stili che avete sviluppato finora?
WING KLAN: Da questo ultimo progetto dovete aspettarvi la salita di un ulteriore gradino da parte nostra nel comporre musica insieme, in quanto, nonostante dal momento che uno inizia a registrare ci siano molte emozioni di mezzo, arrivati a questo punto, diciamo che abbiamo trovato una certa alchimia. Quindi ci saranno dei pezzi con i quali speriamo di fare un bel salto di qualità. Nonostante non ci sia limite alla sperimentazione, si può dire che abbiamo provato tante nuove sonorità.
CARLO: “Capo”, il vostro ultimo singolo che vede come ft. Ketama126, inizia con Tommy che ripete “Questi non lo sanno che noi siamo a capo”. Il nuovo progetto ha l’obiettivo di far vedere alla scena di che pasta siete fatti? Di porre il WK al top del game in Italia?
WING KLAN: Sì, sicuramente attrarrà più pesci alla nostra rete perché è un album completo già ora che abbiamo tante tracce diverse nel computer. Ci resta soltanto di capire la tracklist, come incastrare al meglio le tracce, però la ciccia è buona, quindi speriamo che questo progetto possa porci a un certo livello.
CARLO: “droga, ragazzi che perdono le prospettive per il futuro, desideri infranti, questa pseudo-depressione generazionale. Io ‘sta roba la voglio nei testi perché è la mia vita, è quello che ho attorno”. Così diceva Joe in un’intervista a VICE, e questa cosa mi è rimasta in mente sin dalla prima volta che l’ho letta. Voi proponete brani molto street e real, ed a proposito di pseudo-depressione generazionale, quanto di quello che purtroppo abbiamo vissuto quest’anno sarà nell’album? Quanto lo stare chiusi in casa per mesi ha influito sul vostro modo di scrivere e più in generale di fare musica?
JOE SCACCHI: L’argomento della droga e della depressione generazionale ahimè penso che sia ricorrente in tutti i periodi storici, con le dovute differenze. Questo problema legato agli anni 2000 si pone nelle vesti di ragazzini tristi per colpa di, per esempio, possibilità economiche, capitalismo, estetica etc. questo porta alla depressione e in seguito il discorso si collega alle droghe sintetiche. Noi siamo lo specchio di questo. Nell’album è presente molto mood pandemia ma diciamo che noi siamo già questo, senza bisogno della pandemia.
CARLO: I vostri featuring sono sempre dettati dall’amicizia: si vede perché collaborate con la LoveGang, ma anche con artisti come Security e Gengar. Pensate che grazie alla musica sia possibile ad oggi fare nuove amicizie (un po’ come sembra possibile in America), oppure l’industria è troppo avida e si rischia di incorrere solo in fenomeni di clout-chasing e cose di questo tipo?
WING KLAN: Pensiamo che l’industria musicale sia infima e penso che sia uguale un po’ ovunque. L’unica differenza è che per esempio in America il business del rap è molto prosperoso anche perché persone come Drake se sentono un rapper che gli piace, non esitano a mettersi in contatto e a lavorare, e di conseguenza far crescere l’artista minore. Se tu hai la possibilità di dar visibilità a un artista valido, che per lo più ti piace veramente, ma non lo fai, sei un vigliacco. E pensiamo che in Italia ci siano molti vigliacchi.
CARLO: Se foste la Dark avreste Sick Luke, se foste l’FSK avreste Greg Willen, ma siete il Wing Klan e avete avuto la fortuna di avere NikeNinja, un produttore che adora sperimentare e che risente le influenze di molti generi musicali particolarmente ricercati. Com’è lavorare con lui? E, tralasciando la produzione in sé, quanto secondo voi il producer è importante per l’artista e per il prodotto?
WING KLAN: NikeNinja è un vero e proprio musicista elettronico, per dirvi passa le giornate in camera a giocare con il modulare come uno scienziato sta tutto il giorno in laboratorio a versare le miscele esplosive nelle provette. Definirlo musicalmente è impossibile perché ha avuto troppe influenze. A vederlo sembra un mix tra lo stile emo e metal, però appunto in verità è un pozzo musicale senza fondo. Sono felice di avere lui al nostro fianco perché è di fondamentale importanza, è come il fuoco per poter cucinare.
CARLO: Lavorare in gruppo (nel vostro caso in coppia) non è sempre semplice, al di là della fratellanza e di tutto. Voi siete molto simili ma allo stesso tempo molto diversi (basta ascoltare un brano a caso da Ghost e confrontarlo con uno a caso di Marketing) eppure insieme fate scintille. Qual è il vostro segreto? Avete una sinergia infallibile oppure può capitare che il mood/pensiero/la preferenza di uno dei due debba prevalere su quella dell’altro per il bene del gruppo?
WING KLAN: Ogni tanto ci pensiamo a questo e l’unica risposta che riusciamo a darci è il fatto che siamo amici da quando abbiamo 10 anni. Siamo come fratelli quindi ovviamente i sentimenti poi sono amplificati quando stiamo presi male o cose simili. Però poi per il resto, nel bene o nel male, ci conosciamo, ci accettiamo, e sappiamo quello che siamo. Quindi proviamo a gestire il nostro orto in maniera coerente basandoci su ciò che siamo. Per il bene del gruppo è meglio che ogni tanto l’uno prevalga sull’altro sia per dare la giusta direzione sia per mettersi in gioco.
CARLO: Su Instagram avete annunciato il nuovo singolo affermando che state per scendere dall’astronave, che venite dallo spazio. Nell’album possiamo aspettarci di ascoltare due alieni di Roma Centro oppure tenterete di puntare a qualcosa di meno locale e più su scala universale?
WING KLAN: I due alieni di Roma centro mirano all’universo!