Qualche settimana fa scrivevamo, a proposito di Bla Bla, il secondo singolo di Anna, che alla carriera della giovanissima rapper spezzina avrebbe giovato un periodo di sperimentazione musicale, in modo da staccarle finalmente di dosso l’ombra di Bando, hit da 40 milioni di streaming, sì, ma anche peso da sopportare. Bando è infatti un brano semplice, essenziale (era proprio questo un ingrediente del suo straordinario successo), che la aveva in qualche modo etichettata con rapper acerba e ripetitiva e, allo stesso tempo, aveva raccolto un consenso numerico da confermare: quei 40M erano una responsabilità.
Responsabilità che Anna si era scrollata di dosso con un brillante 64 bars, uno sfogo sentito e dal forte impatto emotivo, ma che in qualche modo si era rifatta viva con la pubblicazione di Bla Bla, una Bando 2.0, che aveva portato critiche e recensioni negative. Io, in particolare, scrivevo:
Su un beat realizzato da Merk & Kremont (nell’ambito house italiano è come chiedere la forgiatura di una spada ad Hattori Hanzo), Anna realizza un brano che delude per una serie di motivi: su tutti, l’eccessiva somiglianza, soprattutto in termini di flow, con Bando. In realtà non si tratta semplicemente di questo, perché il vero passo indietro è ravvisabile nel fatto che se nel 64 bars la scrittura inesperta e semplice veniva compensata dalla dimostrazione di forza musicale, qui le soluzioni musicali non dicono niente di nuovo, dicono: “Anna è molto brava rappare sull’house rap”, ma già lo sapevamo.
Allo stesso tempo però, la chiusura del mio articolo riportava la speranza – mia ma dell’intero pubblico del rap italiano – che Anna potesse rifarsi velocemente, dimostrando a tutti che un 64 bars così riuscito non fosse un episodio isolato, ma il primo capitolo di un percorso di sperimentazione di qualità.
Per una divertente casualità, un giorno dopo l’uscita del mio articolo, la rapper ha pubblicato una storia: dichiarava di aver trovato una nuova “wave musicale” che le calzava a pennello e di essere arrivata a questa soluzione lavorando con Young Miles, un suo coetaneo, ma anche un producer fenomenale.
Young Miles è uno dei grandi protagonisti del 2020: ha pubblicato un disco da rapper, Glitched Years, e ha monopolizzato il terzo Bloody Vyinil con le sue produzioni, realizzando le strumentali di X 1mex, Telephone, Greve, Machete Satellite, Studio Mob, Baby, 5G, Locked, Alaska e Drilluminazione. Questi suoi beat avevano evidenziato non solo un tasso tecnico elevatissimo e una mentalità aperta e innovativa, ma anche la capacità – sempre più rara al giorno d’oggi – di saper venire incontro alle esigenze di artisti completamente diversi fra loro, mettendoli a loro agio ed esaltandone le capacità.
È proprio per questa sua dote, probabilmente, che Miles è stato scelto da Anna per proseguire il suo percorso e, infatti, poche settimane dopo l’uscita di Bla Bla arriva Fast, la loro prima collaborazione, una splendida street-hit, ma anche una boccata d’aria fresca.
Fast è un brano che fa finalmente brillare Anna di luce propria, come una stella, attraverso intuizioni straordinarie e spiazzanti: su tutte la decisione di abbandonare il sound house-rap in favore di sonorità molto più delicate e leggere, a tratti quasi cloud-trap, e quella di realizzare un brano interamente cantato. Nello scorso articolo che citavo poco fa, infatti, sottolineavo che la parte del suo 64 bars in cui si serviva dell’autotune fosse forse la più interessante e positiva dell’intera esibizione:
A chi ironizzava su un ennesimo Bando RMX, Anna risponde con un campionario di flow efficaci e vincenti su un beat trap, quanto di più lontano dalla “cassa dritta” che la ha resa famosa, e soprattutto con un’innovazione stilistica: l’utilizzo dell’autotune, che ancora non aveva mai davvero usato. Il risultato è eccellente: la sua voce, “corretta” in modo intenso, è futuristica e di forte impatto, rappresenta probabilmente la nota più positiva dell’intero 64 bars, in quanto soluzione artistica su cui la rapper potrà fare affidamento nei brani futuri (non era scontato, visti tentativi estremamente fallimentari di rapper come Chadia e Beba di convivere con l’autotune).
ma si può dire con ragionevole certezza che era impossibile prevedere un brano con delle melodie forti come quelle di Fast. Inoltre, se le linee melodiche di Anna sono vincenti e orecchiabili, tanto nelle strofe quanto nel ritornello, è anche il suo modo di cantare a stupire: la rapper è coinvolta ed emotiva, canta in modo raffinato e a tratti principesco, stupisce e trasporta l’ascoltatore in un viaggio spaziale (Miles lo definirebbe uno Spacetrip). La vera sorpresa di Fast, quindi, è che l’autrice di Bando ha convinto con soluzioni musicali che, fino all’uscita del pezzo, non si pensava nemmeno appartenessero al suo repertorio.
E per quanto riguarda il testo? Beh, nonostante una parte del pubblico continui a criticare la spezzina in modo superficiale e infondato, stavolta le parole sono perfette per il beat e per i flow scelti. Fra l’altro, Fast è tutto tranne che una canzone superficiale, ma affronta un tema rilevante e difficile: il rapporto con il successo, specialmente nei suoi aspetti più scuri e negativi, contro cui il ritornello è quasi un antidoto:
Anche se non è per tutta la vita
Voglio fare la trap, fare concerti, girare le città
Sai che ho alzato i cachеt, non sono sti chain, oro sulle dita
Li divido col fre, no, non è il momento di farla finita
Ma di corrеre fast
Inoltre, nel testo della traccia, si trovano un paio di barre che, tecnicamente parlando, sono validissime, come:
E come lean ‘sto successo ti mira alla testa
E mollami, che è successo? Ti sento diversa
che gioca sull’ambiguità del termine “successo” e come:
E come bambini i problemi li e–vi–ti
Fino a che non lie–vi–ti
un triplo incastro niente male.
In conclusione, dunque, c’è poco da discutere: la combo Anna-Young Miles è davvero esplosiva! Forse, alla rapper, per trovare una quadratura artistica, mancava proprio l’intesa con un producer della sua età, in grado di valorizzare il suo talento e stimolarla con idee originali e spunti fuori dalle righe. La speranza, che deve diventare una certezza, è che nella carriera di Anna ci siano molti piùi pezzi come Fast che come Bla Bla, da considerare come un semplice inciampo, un incidente di percorso.
Già che ci siamo, infine, possiamo iniziare a fantasticare su un progetto più esteso della rapper e di Young Miles, visti i grandi risultati della loro prima collaborazione…