“64 bars” e “Bla Bla” – A che punto è la crescita di Anna?

È il 29 settembre: Anna, dopo avere archiviato tutti i suoi post di Instagram com’è ormai prassi quando si annuncia il primo capitolo di un nuovo percorso, carica un video sul suo profilo:

Nel breve trailer che annuncia il suo “Red Bull 64 bars” – uscirà due giorni dopo – Anna è in studio con uno dei produttori più noti e di rilievo dell’ultimo decennio, di cui è vent’anni più giovane, indossa un anello con un’enorme A, è spensierata, rappa con gli occhi pieni di gioia ed entusiasmo.

Le reazioni dei suoi follower sono impietose e lasciano intendere il livello medio di una grossa fetta del pubblico del rap italiano. Prendono in giro Anna a proposito dei numerosi remix di Bando (come se ci fosse qualcosa di male nel proporre dei remix di una propria hit), criticano il contenuto a partire soltanto dal suo trailer, insinuano addirittura che le barre in questione siano state scritte da qualcun altro e arrivano persino a commenti sessisti e vergognosi. La domanda dovrebbe essere: come si fa ad attaccare con questa cattiveria una ragazzina che rappa con il fuoco negli occhi e con la grinta di chi vuole conquistarsi tutto?

I colleghi, infatti, supportano Anna in coro: dalla dolcissima Madame che la riempie di cuori a Guè Pequeno e allo stesso Night Skinny, fino al quasi coetaneo Young Miles, a Dani Faiv e a Mambolosco. I riflettori sono puntati: come sarà il 64 bars di Anna?

Red Bull 64 Bars – Com’è stata la performance di Anna?

Gli studi messi a disposizione da Red Bull per i 64 bars hanno visto al microfono rapper fra i più forti e importanti del paese: hanno visto le punchlines esplosive di Marracash, l’epico annuncio di Mr. Fini di Guè Pequeno, lo swag rap in chiave drill di Lazza, la dimostrazione di artista totale di Frah Quintale e i flow-trip di Dani Faiv. Fra tutti gli ospiti mai passati per Red Bull, Anna è:

  1. la più giovane;
  2. la più inesperta;
  3. quella con meno canzoni all’attivo.

Proprio per questo, viene accompagnata da un veterano, una personalità che fa e farà sempre bene al rap italiano, tanto capace quanto buono e mite, l’orso Night Skinny, che le regala un beat martellante, dai kick croccanti e dai bassi distorti.

Prima di passare alla musica, però, osserviamo l’ingresso in scena di Anna e paragoniamolo a quello di Dani Faiv, sereno e concentrato, e a quello di Lazza, al contrario, incazzato e introdotto da una skit di puro veleno e zarroganza. Anche la ragazza viene introdotta da una skit arrabbiata:

Sono stati mesi di silenzio, ma il loro odio non mi sta tanto bene addosso
Glielo ridò, non mi interessa

in cui anticipa il contenuto del suo testo, una sorta di sfogo nei confronti dei suoi detrattori e hater, di cui i commentatori del suo trailer sono solo la punta dell’iceberg. Tuttavia, nonostante il tono aggressivo, è impossibile fare a meno di notare che, quando entra in scena e indossa le cuffie da studio, Anna si comporta come si comporterebbe qualsiasi ragazza della sua età. Il suo modo così naturale di camminare, di raccogliersi i capelli e di guardare con il fuoco negli occhi la telecamera dimostrano il mix di emozioni che sta provando: coraggio, pressione, divertimento, senso di sfida e chi più ne ha più ne metta.

Come giudicare in modo oggettivo la sua prova? Beh… Farlo paragonando il suo 64 bars a quelli dei colleghi è insensato e fuorviante: come ha detto l’opinionista @francescopennacchi, quello di Anna è un “64 bars” solo di nome. Mancano le barre, la volontà di stupire con rime a effetto, con citazioni e con punchlines raffinate, ma in compenso c’è molto altro: c’è una testimonianza di innata musicalità e, soprattutto, di ricerca di nuove soluzioni creative.

A chi ironizzava su un ennesimo Bando RMX, Anna risponde con un campionario di flow efficaci e vincenti su un beat trap, quanto di più lontano dalla “cassa dritta” che la ha resa famosa, e soprattutto con un’innovazione stilistica: l’utilizzo dell’autotune, che ancora non aveva mai davvero usato. Il risultato è eccellente: la sua voce, “corretta” in modo intenso, è futuristica e di forte impatto, rappresenta probabilmente la nota più positiva dell’intero 64 bars, in quanto soluzione artistica su cui la rapper potrà fare affidamento nei brani futuri (non era scontato, visti tentativi estremamente fallimentari di rapper come Chadia e Beba di convivere con l’autotune).

Per quanto riguarda le sue rime si potrebbe citare una dichiarazione rilasciata da Giaime in una splendida diretta-intervista di Vacca, in cui raccontava di apprezzare Anna proprio perché la sua scrittura, grezza, diretta e spesso sgraziata, gli ricordava quella dei suoi esordi. Per questo, nonostante il 64 bars abbia diversi passaggi a vuoto, come la davvero mal riuscita quartina:

Cazzo, che ansia mi mettete, cazzo
Tu punti il dito che mi sa è più lungo del tuo cazzo
Tu col tuo amico che se parla ancora, sì, lo ammazzo
Piove qua a Milano, con ‘sto clima fumo sul terrazzo

il suo testo dimostra: impegno (e non è scontato, a giudicare dal modo di scrivere di tanti colleghi), stile e capacità di emozionare, nonostante la semplicità della scrittura e l’essenzialità del vocabolario. Questo non significa che Anna non debba migliorare le sue capacità di penna – già nei prossimi pezzi le saranno richiesti progressi! – ma bisogna riconoscere le sue buone basi e il fatto che la sua prova negli studi di Red Bull sia stata positiva e incoraggiante.

Bla Bla (feat. Guè) – Il secondo singolo di Anna è un netto passo indietro:

Anna cavalca l’onda del 64 bars, ha capito di avere colpito nel punto giusto ed è pronta a ripartire, magari preparandosi alla pubblicazione di un EP o addirittura di un disco. Annuncia Bla Bla, il suo nuovo singolo, che uscirà ben 6 giorni dopo la performance degli studi di Red Bull.

Chissà cosa passa per la testa della ragazza in quei 6 giorni e se, fra i suoi pensieri, sorge il dubbio che pubblicare un pezzo praticamente identico a Bando la farà tornare nel turbine dei “ma è un remix di Bando?”. Qualche tempo fa, in un mio video dedicato alla tendenza di rappare sui beat house-rap, sottolineavo la scarsità di flow che un artista può inventarsi per surfare su questo tipo di strumentali, che porta conseguentemente a ripetizioni e a forzature. Bla Bla ne è l’ennesima dimostrazione.

Su un beat realizzato da Merk & Kremont (nell’ambito house italiano è come chiedere la forgiatura di una spada ad Hattori Hanzo), Anna realizza un brano che delude per una serie di motivi: su tutti, l’eccessiva somiglianza, soprattutto in termini di flow, con Bando. In realtà non si tratta semplicemente di questo, perché il vero passo indietro è ravvisabile nel fatto che se nel 64 bars la scrittura inesperta e semplice veniva compensata dalla dimostrazione di forza musicale, qui le soluzioni musicali non dicono niente di nuovo, dicono: “Anna è molto brava rappare sull’house rap”, ma già lo sapevamo.

Il testo, poi, in Bla Bla non è semplicemente grezzo, ma è insignificante e difficile da comprendere:

Parli troppo, tu no non te ne accorgi
Uh seh, non chiedermi niente perché non lo so
In pista se la gode tutta
Chissà se lo vuole ancora o se lo butta

Mancano l’impegno e la capacità di coinvolgere; la domanda sorge spontanea: perché pubblicare Bla Bla come singolo e non proprio il 64 bars, che avrebbe esaltato ed entusiasmato il pubblico?

Forse la risposta è da cercare in logiche di mercato che non dipendono da Anna, ma, se così fosse, sarebbe auspicabile, in futuro, cercare un equilibrio fra qualità musicale e necessità di una hit, per non bruciare subito una cantante che ha evidentemente un talento da sviluppare.

Chiariamo però: un passo falso, nella carriera di un/una rapper, è qualcosa che può succedere e non deve scoraggiare… A chi non è mai capitato di farne? Con la testa e le idee giuste, non c’è dubbio che la ragazza saprà ritrovare il consenso del pubblico e della critica. D’altronde, la prova di forza-64 bars e il passo falso-Bla Bla sono usciti nella stessa settimana: chissà quali sono, allora, i programmi di Anna per la fine di questo 2020…

Ah e comunque c’è anche Guè Pequeno che fa il verso a Bando…

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