In occasione dell’uscita di “El puto mundo”, il suo terzo album, abbiamo intervistato VillaBanks, rapper milanese classe 2000.

Intervista a cura di Sergio Mattarella:
Sergio: Ciao Villa! Innanzitutto ci tenevo a farti i complimenti per El Puto Mundo, che considero un album figo e di livello!
VillaBanks: Ti ringrazio! Tengo davvero tanto a questo progetto.
Sergio: Tu sei uno di quel rapper brucia-tappe: puoi già vantare un disco d’oro e una hit da 18 milioni di streaming (i risultati sono riferiti a Candy, ndr), ora un progetto in uscita con Virgin Records e un featuring con Capo Plaza. Fin qui qual è stato il momento più significativo della tua carriera?
VillaBanks: Il punto di svolta della mia carriera è stato sicuramente quando ho firmato per Virgin, perché dopo due album pubblicati da indipendenti, lavorando esclusivamente con il mio team, la decisione di allargare i miei orizzonti e firmare con una major è stata molto consapevole. Sono convinto che sia stata una scelta giusta.
Sergio: E invece qual è il disco giusto per affermarti definitivamente nella Serie A del rap italiano?
VillaBanks: Mentre lavoravo a El Puto Mundo ho pensato che doveva essere un album in cui raccontavo aspetti della mia personalità che finora avevo solo accennato. Nei progetti precedenti mi sono divertito molto con la musica, ma in questo nuovo CD sentivo di dover parlare di alcuni nuovi argomenti in chiave più seria.
Sergio: Secondo me El Puto Mundo è un disco molto “alla VillaBanks”: si fonda sulle caratteristiche più genuine e uniche del tuo stile: l’uso di un certo vocabolario piuttosto esplicito, la propensione ai giochi di sillabe nelle parole, la varietà di lingue e addirittura le sporche in scream”. Secondo te qual stato, finora, il tuo fattore in più?
VillaBanks: Ti dico: una delle caratteristiche più particolari del mio stile è di certo il punto di vista che adotto per trattare determinati temi, un punto di vista molto libero e sereno. Anche quando parlo del mio vissuto romantico, riesco a far convivere sesso e sentimenti in maniera diversa da quella che sento nelle canzoni degli altri.
Sergio: Proprio a proposito di questo: una delle canzoni più belle del disco secondo me è l’interludio, Come ti ho persa, una delle prime che hai scritto. Me la racconti?
VillaBanks: Allora… Avevo chiuso da due mesi il mio secondo disco, Quanto Manca, e stavo scrivendo tantissimo, barre su barre su barre. Non volevo ancora iniziare un nuovo CD, ma migliorare e allenarmi, in modo che si percepisse un distacco fra secondo e terzo disco. Invece ho scritto l’interludio e ho capito: “È l’album nuovo!” e subito dopo è arrivata anche Zero Amour, di cui Come ti ho persa doveva essere la parte inziale.
Sergio: Due pezzi opposti in una sola canzone!
VillaBanks: Due pezzi opposti! Pensa che l’avevo già fatto in un mio vecchio pezzo, Pikachu, in cui la parte sentimentale però era in francese e lasciavo all’italiano l’ego-trip e il sesso. In pratica di quel pezzo il pubblico ha capito solo la “parte Zero Amour” e invece qui ho voluto fare in modo che il messaggio arrivasse chiaro e tondo! È come se Come ti ho persa fosse un sogno e Zero Amour il risveglio, con cui si torna alla vita vera.
Sergio: Hai citato il francese: in El Puto Mundo rappi anche in italiano, in inglese e in spagnolo… È un talento veramente straordinario, se penso che in Italia neanche gli artisti più internazionali sono andati oltre la seconda lingua! Quanto è stato difficile passare così rapidamente da una lingua all’altra?
VillaBanks: Ma sai che per me sarebbe un esercizio molto più difficile realizzare un disco tutto in italiano? Io sono cresciuto in Francia parlando pochissimo italiano, conoscevo solo poche parole grazie a mia madre e, per i discorsi più complicati, mia sorella faceva da traduttrice… Nella mia vita ho sempre mischiato le lingue fra loro, sarei molto a disagio se dovessi registrare un disco unicamente in italiano, ma anche per quanto riguarda le canzoni è lo stesso! I miei brani in un’unica lingua sono di solito i più brevi… Anzi, ti dico di più, vorrei imparare ancora e ancora: sullo spagnolo, per esempio, devo ancora migliorare tanto!
Sergio: Credi che questa tua abilità con le lingue possa garantirti una sorta di appeal internazionale?
VillaBanks: Sì, credo di sì, ma non è per questo che mischio le lingue. La mia musica segue sempre un’esigenza e un bisogno. El Puto Mundo non è un disco “di marketing” ma è pensato per restare, per lasciare un segno. Ogni decisione che ho preso è stata naturale e spontanea, tanto nel disco quanto nella mia carriera! Questo non è un progetto per le classifiche, è per me e per il mio pubblico.
Sergio: Secondo me, però, c’è una hit che inevitabilmente avrà un successo fuori dal comune ed è Pasticche con Capo Plaza. Anche in questo caso ti voglio fare i complimenti, perché non è da tutti dare vita a una hit “di contenuto”, che porta un messaggio così importante!
VillaBanks: Ti ringrazio, è esattamente questo lo spirito con cui ho lavorato a El Puto Mundo. Pasticche descrive, fondamentalmente, delle abitudini velenose e problematiche, ma è soprattutto una metafora. La pasticca rappresenta lo spaccio, rappresenta le rapine, ma banalmente l’uscita del sabato sera, quando diventa patologica. Arriva un momento, nella vita, in cui non puoi più uscire tutti i cazzo di sabati e il pezzo racconta come, a volte, le persone che hai intorno non capiscano che la vita può cambiare e, con questa, le abitudini. Era importante, per me, mettere sul pezzo una voce forte, un altoparlante che facesse arrivare il mio messaggio a tutti e così ho fatto il pezzo con Capo Plaza, che è un grande di questa musica ed è stato eccezionale.
Sergio: Com’è nato il vostro featuring?
VillaBanks: Ci siamo conosciuti a Barcellona l’estate scorsa per caso: ero lì con un nostro amico in comune e ci siamo incontrati, qualche tempo dopo gli ho scritto per il feat. e abbiamo fatto Pasticche, lavorando prima a distanza e poi in studio.



Sergio: Voglio farti una domanda un po’ particolare: l’altro featuring del tuo disco è Rosa Chemical, con cui avete lanciato questo tormentone del “sesso italiano“… A questo proposito, non posso non chiederti del video che hai caricato su Pornhub, non temi che la notizia di quel videoclip possa prendersi la copertina, mettendo in secondo piano la bellezza di tracce come Pasticche, Todo, Come ti ho persa e El puto mundo?
VillaBanks: Guarda, come prima cosa ti racconto il featuring con Rosa, che nasce molto, molto prima del video di Pornhub. Già ascoltavo la sua musica da tantissimo tempo e abbiamo iniziato a scriverci a inizio quarantena, prima del suo CD Forever, del suo tormentone “sono quello col cazzo lunghissimo” e del mio videoclip! – ride – È divertente che già eravamo in contatto ancora prima che il pubblico iniziasse a invocare il nostro feat! Abbiamo tante cose che ci accomunano e fra noi c’è una fortissima complicità, nonostante le nostre sostanziali differenze stilistiche. Anche in Succo di Bimbi… Hai sentito che ognuno se ne va per conto suo?
Sergio: Sì e anche il beat del pezzo è diverso da quelli su cui rappi di solito!
VillaBanks: Quel beat lì è divertentissimo! Considera che in ogni album cerco di usare una strumentale di un fan, qui era Succo di bimbi, fatto da Yd a partire da uno skit di batteria che ci avevano mandato!
Sergio: Che figata! Senti ma sul video di PornHub?
VillaBanks: Non è mai stato pensato per essere una mossa di marketing, io sono da sempre un fan del porno, l’ho sempre fatto e avevo queste riprese. Ho pensato: su Instagram mi hanno rimosso la versione censurata del video, su YouTube è vietato ai minori… E allora è la volta che carichiamo le riprese vere! – ride – Il pezzo nasce come freestyle per Insta e fra l’altro sono super contento che le ragazze mi hanno dato il permesso, perché non c’era nulla di programmato. Ti dico: credo che stia portando tanta attenzione intorno alla mia persona e ne sono entusiasta, inoltre riesco a percepire l’entusiasmo dei miei fan più accaniti, che finalmente mi hanno visto esplodere! Per loro è una soddisfazione enorme, vogliono dimostrarmi che c’erano già da prima, mi mandano i video dei concerti e gli screen delle vecchie canzoni… Sono rimasto davvero colpito! Per il mio pubblico non c’è niente di strano nel video che ho caricato su Pornhub, chi mi conosce sa benissimo che è stata una scelta molto “alla VillaBanks”, coerente con ciò che ho sempre detto e fedele a ciò sono sempre stato!
Sergio: Grazie della bella intervista Villa! Ti saluto con due domande secche, sei pronto?
VillaBanks: Ti ringrazio anch’io, vai!
Sergio: Brano preferito del CD?
VillaBanks: Todo!
Sergio: Obiettivo?
VillaBanks: El Puto Mundo!
Un pensiero riguardo “La consapevolezza di “El Puto Mundo”, i featuring con Plaza e Rosa Chemical, le quattro lingue e il video su Pornhub – L’intervista a VillaBanks”