Estratto dall’articolo “La prima metà del 2020 – Le sorpresa”, in cui si racconta il primo semestre di Drefgold, in particolare a partire da “Chance”, il brano-simbolo di “Elo”, il suo nuovo disco.
Elo è stato un disco molto diverso dalle aspettative, che ha sorpreso anche gli opinionisti più critici nei confronti del rapper di Bolo, per le sue sonorità fresche e moderne, frutto di un immenso lavoro di Daves The Kid e Drillionaire, e soprattutto per la sua capacità di raccontare Drefgold a 360 gradi.
Il CD, infatti, non mette in evidenza soltanto il lato già noto dell’artista, ovvero quello di rapper allegro e spensierato, ma analizza più sfaccettature della sua personalità passando attraverso una macro-tematica come il suo arresto e il conseguente processo, che lo ha evidentemente segnato. Oltre ai vari banger, in cui Dref dimostra flow, attitudine e versatilità, come Giro d’Italia, Domani L’Altro, Bankroll, Zero + Zero, OPPS e Wickr Me, il nuovo disco contiene anche canzoni come Elo, Notte e Giorno e Chance, delle tracce inaspettate, intime e delicate, caratterizzate comunque dalla solita scrittura bizzarra e particolare.
Queste tre canzoni (a cui si potrebbe aggiungere Elegante, che non è una canzone introspettiva, ma è comunque un brano dalla scrittura sorprendentemente diversa dal resto del disco) sono poste in modo significativo nell’album: Elo è l’intro, Notte e giorno è l’outro e Chance, la più importante di tutte, è una delle ultime canzoni: viene ascoltata dall’ascoltatore in un momento decisivo del disco, dopo la maggior parte dei banger più coinvolgenti.
Come ogni volta che si affronta questo disco, vanno fatti i complimenti a Drillionaire e Daves The Kid: se Chance è così emozionante e intima, in gran parte è grazie al loro incredibile lavoro e alla loro strumentale: al loro vocal synth struggente, al loro 808, alle loro chitarre e alle loro batterie così immersive. Se lo spessore dei due beatmaker è già stato comprovato in passato, risulta invece sorprendente sentire Drefgold raccontare una storia davvero hip hop, narrare il suo racconto biografico e, soprattutto, farlo in modo così brillante.
In particolare, Chance si apre con una rapida panoramica sulla vita dell’artista, di Elia, non di Drefgold, che in due quartine spiega come sia passato dal lavoro in cantiere e dal consegnare pizze a domicilio all’essere un rapper di fama nazionale:
Bro, lo sai che
Quando ero più piccolo
Avevo la testa nel cash
Ero un pericolo
Ho fatto quel che fai te
Cantiere e pizza, bro
Per qualche spicciolo
Guarda dove sto mo’
È interessante notare che, anche in un brano di quest’importanza per la sua carriera, Dref mantiene la stessa impostazione di penna dei banger: non scrive “pensavo sempre al cash”, ma “avevo la testa nel cash“. Queste espressioni così particolari e, per certi versi, assurde, sono, in fin dei conti, l’anima della sua musica, folle e stravagante, e, inoltre, dimostrano la genuinità e la spontaneità della sua penna. Se si ascolta una qualsiasi intervista di Drefgold, infatti, si nota che parla esattamente nello stesso modo in cui scrive: con una vivacità che lo rende subito simpatico e divertente.
Dopo le quartine di prima, Dref approfondisce il suo racconto:
Non stavo a casa più dai 17, sono cresciuto solo con me stesso
Anche se i miei c’erano sempre, ognuno fa le sue scelte (Ehi)
Ognuno fa quel che sente (Ehi), chissà io cosa sentivo
rivelando di essere stato, nella sua adolescenza, un ragazzo mai tranquillo, alla costante ricerca di stimoli e che, dunque, passava intere giornate fuori da casa per scelta e – lo sottolinea – non perché avesse un cattivo rapporto con i suoi genitori.
Fondamentale, per la traccia, è l’ottimo ritornello, melodicamente impeccabile, in cui canta:
Loro mi chiedono: “Ma quand’è che cambi?”
Ma io son me stesso, non riesco a accontentarli
Forse sono troppo vero per fare i falsi
Ho fatto sbagli e tu sbagli a non farli
Adesso corre il tempo e ho cambiato città (Skrrt)
Ma io non cambio dentro e tutto cambierà (Skrrt)
Sai che non corro indietro, non c’è un’altra chance (Skrrt)
Ciò che sono è scritto nel mio DNA (Skrrt)
e probabilmente queste rime sono da “hall of fame” della sua carriera. “Ho fatto sbagli e tu sbagli a non farli“, oltre a essere un riuscito gioco di parole, è un tentativo di connettersi all’ascoltatore, a mandargli un messaggio davvero positivo: “Sii prudente, ma concediti la possibilità di sbagliare!”. Sorprende… Sorprende davvero tanto ascoltare questi versi da Drefgold, che sembra avere sempre la testa fra le nuvole e, invece, qui dimostra di essere stato consapevolissimo delle sue scelte, anche di quelle errate. Sono proprio queste decisioni, giuste o sbagliate che siano, ad avere portato all’artista nella Serie A del rap italiano: a giocarsi la sua opportunità, la sua occasione… La sua Chance.
stupendo articolo
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Grazie!!!
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