Estratto dall’articolo “La prima metà del 2020 – Le conferme”, in cui si racconta il nuovo disco di Gianni Bismark, “Nati Diversi”, che ha dimostrato, anche quest’anno, di essere cresciuto artisticamente.
La scena rap segue delle tendenze da sempre: basti pensare a quando Sfera Ebbasta e Ghali proposero, nel 2015, le prime sonorità trap e alla velocità della loro diffusione o, più recentemente alla wave dell’house-rap, con cui quasi tutti gli artisti stanno familiarizzando.
Gianni Bismark è un artista che, per un motivo o per un altro, non si fa mai toccare dalle mode. Non importa che il trend sia il boom bap o il grime, piuttosto che gli 808 della trap o la cassa dritta dell’house-rap, Gianni non stravolgerà mai il suo percorso, ma crescerà, piuttosto, in modo coerente e lineare, mantenendo gli elementi essenziali della sua produzione e modificandoli poco per volta, per migliorare e maturare, senza rinunciare alla propria identità.
Dalla scelta di cantare in romanesco a quella di servirsi di metriche complesse e tutt’altro che “quadrate”, fino alla selezione delle strumentali (G Ferrari anche quest’anno ha dimostrato di essere il suo partner artistico ideale), che risentono di influenze sofisticate, il rapper romano ha dimostrato di percorrere un sentiero musicale unico e, soprattutto, di qualità via via crescente.
Nati Diversi, il secondo disco ufficiale, era un piccolo esame di maturità: Gianni doveva replicare il successo di Re senza corona, un progetto che aveva convinto e incantato tutti quanti, pubblico e opinionisti. Al termine di questa prima parte di 2020 si può dire senza difficoltà che Nati Diversi è un disco addirittura superiore al suo precedente, che dimostra dei piccoli miglioramenti, senza stravolgere il suo stile. Rispetto a Re senza corona, già un buon CD, i ritornelli di Gianni sono più efficaci, il suo flow più fluido e variegato, le sue scelte lessicali più ragionate e, in generale, i suoi testi più maturi.
A questo proposito, @cmluxury, in una splendida recensione dell’album, ha scritto:
Ascoltando il disco si viene catapultati nella vita di tutti i giorni a Roma, i testi, così come le basi, di cui si palerà tra poco, profumano di romanità, di Tor Marancia, di Piazza del Popolo, di amatriciana e di carbonara, rigorosamente con il guanciale. Chiudendo gli occhi ed ascoltando in cuffia ciò che Gianni ha da dire, è come se dall’alto si potesse osservare tutta la Capitale, dal Vittoriano al Colosseo, dalla Barcaccia a Via del Tritone, e poi, piano piano, si atterrasse tra i vicoli, stretti e ricchi di scorci meravigliosi della Città Eterna.
Nati Diversi è quindi un viaggio attraverso Roma, un percorso suggestivo e meraviglioso nella Città Eterna, ma è, allo stesso tempo, la dimostrazione che Gianni Bismark ha lavorato e sta lavorando nel modo giusto, crescendo un po’ alla volta e diventando grande, restando se stesso.