Estratto dall’articolo “La prima metà del 2020 – Le sorprese”, in cui si sottolinea il brillantissimo lavoro dell’etichetta nel lanciare ogni anno nuovi talenti, curando il percorso di ognuno con attenzione e obiettivi chiarissimi!
Machete è da sempre una delle realtà più visionarie e brillanti del rap italiano: una grande famiglia, fondata nel 2012 da Salmo, Enigma, Slait e Hell Raton, che riesce ogni anno a sfornare dischi di qualità e a coinvolgere nel suo progetto artisti validi e brillanti. L’ultimo disco solista di Salmo, Playlist, è stato però una sorta di spartiacque per l’etichetta: i suoi numeri – e la sua enorme qualità – hanno portato l’autore al vertice della “piramide del rap italiano” e hanno permesso all’intero collettivo di lavorare con più fiducia, più ambizione e, soprattutto, più visibilità.
Da Playlist al geniale – e strepitoso – quarto Machete Mixtape è stato davvero un attimo e, con il senno di poi, si parla di uno dei progetti più riusciti sotto tutti i punti di vista. Oltre a essere un mixtape divertentissimo, fresco, variegato e ricco di performance indimenticabili dei vari rapper che hanno preso parte ai suoi brani, MM4 ha rappresentato una mossa di marketing da 10 e lode. Da un lato, infatti, Machete ha rafforzato la forza del suo brand e della sua immagine, dando l’idea di essere il collettivo più unito del rap italiano e, dall’altro, ha permesso ad artisti già noti e stimati come tha Supreme, Lazza e Dani Faiv di moltiplicare il loro pubblico.
Dani Faiv e tha Supreme, infatti, sono stati gli autori, insieme all’eterno Fibra, del brano da copertina del progetto, Yoshi, poi remixata addirittura con J Balvin. Il primo dei due, in MM4, si è completamente trasformato: ha stupito tutti a forza di barre e cambi di flow, rendendo finalmente chiari i motivi dell’investimento di Machete sul suo nome. Il secondo, invece, su cui c’erano molti meno dubbi, ha moltiplicato a dismisura il suo pubblico preparando la scena a 23 6451, un CD dai numeri vertiginosi. L’ennesimo per Machete.
E in questa prima metà del 2020? Beh, come ogni anno, Machete Crew ha stupito con le sue scelte, a volte più canoniche e altre volte rischiose e folli, ma sempre vincenti. In particolare, si parla soprattutto di due artisti, Nitro e Dani Faiv: entrambi hanno pubblicato un disco e sono stati grandi protagonisti di questo primo semestre, accompagnati fra l’altro da due beatmaker del rullino-Machete, rispettivamente l’esperto Stabber e il sempre-più-garanzia Strage.
Nitro, che forse era stato l’unico a non brillare come gli altri, nel Machete Mixtape, si è messo in gioco pubblicando GarbAge, un disco dal sound assolutamente sperimentale che, fin qui, è probabilmente il CD più riuscito dell’anno. L’album è scritto in maniera eccellente e affronta argomenti piuttosto impegnativi, spazia da tematiche socio-politiche a racconti biografici dell’autore, proponendo stili di scrittura molto diversi da brano a brano, dalle barre serrate e provocatorie di Avvoltoi e Okay!? ai coinvolgenti flussi di coscienza di Wormhole e Saturno. Tuttavia, a differenza del precedente No Comment, GarbAge è un disco leggero e musicalmente trasversale, le cui influenze spaziano dal rock all’elettronica, arrivando addirittura al funk brasiliano. In poche parole: il disco giusto al momento giusto.
Circa due mesi dopo l’uscita del disco di Nitro, Machete ha tentato una delle sue mosse di marketing rivoluzionarie (neanche servirebbe dirlo: riuscita alla perfezione) e ha fatto annunciare a Dani Faiv non solo un CD, Scusate se esistiamo, ma un EP di anticipazione quasi omonimo, Scusate, di qualità impressionante, che sarebbe uscito un mese prima.
Con il senno di poi, Scusate EP è il vero capolavoro del 2020 di Dani Faiv: un progetto compatto e solido che contiene perle come Super e Polvere e detriti, dal suono unico e dai testi sbalorditivi. Scusate se esistiamo, uscito solo pochi giorni fa, non è affatto un brutto album, ma è nettamente inferiore a un EP da gladiatore, che, pubblicato in un periodo musicalmente vuoto e risultando sintetico e veloce da ascoltare, ha permesso al ligure di fare un vero e proprio salto di qualità ancora prima della pubblicazione del suo album. Dani (e con lui il beatmaker Strage) ha cambiato il suo status da “promessa” a “rapper di gerarchia”, grazie al suo talento e alla sua tenacia, ma anche grazie alla direzione artistica di Machete, che lo ha messo nelle condizioni di crescere nel modo migliore possibile.
In ogni caso, mentre Nitro e Dani Faiv rubavano la scena con i loro progetti, anche gli altri rapper del roster pubblicavano musica regolarmente e, soprattutto, con scelte accurate e mai casuali: da Lazza, autore di una decina di strofe-missile tra feat e freestyle, a Jake The Smoker, che in quarantena ha pubblicato un EP registrato, prodotto, scritto e mixato in un solo giorno, passando per Beba, tha Supreme, Low Kidd, Mara Sattei, Young Miles e soprattutto Doll Kill. Quest’ultima, infatti, è la nuova scommessa di Machete, una cantante e rapper poliedrica e dallo stile, musicale e di immaginario, unico e inconfondibile, che spazia dall’R&B alla trap piena di bassi, proponendo una penna stregata, incantata che trasporta in un mondo lontano dalla realtà, fatto di “demoni” e “blood”. Il sangue, appunto, infuocato determina anche il “main colour” della sua fortissima immagine, che dimostra il solito, ottimo lavoro di direzione artistica Machete, una famiglia sempre alla ricerca di progetti e di stimoli nuovi, che si rinnova ogni anno senza lasciare mai indietro nessuno.