La rubrica “Un tuffo nel passato” nasce per rivivere e riascoltare i dischi e i mixtape che hanno fatto la storia del rap italiano e che, dunque, meritano un approfondimento anche a distanza di anni dalla loro pubblicazione.
È il 24 gennaio del 2012 e da qualche anno il rap sta diventando un fenomeno nazionale, grazie a colossi della scena come Fabri Fibra e Marracash, che avevano ottenuto un successo senza precedenti grazie alle hit Tranne Te e Badabum Cha Cha, rispettivamente nel 2010 e nel 2008. Oltre a loro, i rapper sulla cresta dell’onda sono i Club Dogo, a Milano, e Noyz Narcos, a Roma, legato tuttavia a un contesto molto più old-school di quella dei suoi colleghi milanesi.
Comunque, tutti gli artisti sopracitati hanno da poco superato i trent’anni e, come è normale che sia, stanno assistendo al fiorire di una nuova generazione hip hop, una delle più promettenti in assoluto: dall’olbiese Salmo, che di lì a poco avrebbe fondato la Machete, al romano Gemitaiz, il ragazzo dai mille mixtape, fino ai campioni di freestyle, Emis Killa e Clementino, e a rapper molto attivi su temi sociali, come Fedez e Mezzosangue.
Uno degli album più rappresentativi di quel periodo musicale, pubblicato, appunto, il 24 gennaio 2012 dalla Carosello Records, è L’erba cattiva di Emis Killa, realizzato dal giovane rapper di Vimercate insieme al produttore storico dei Sottotono, di Fabri Fibra e di Nesli: Big Fish. Il disco, che nella versione originale include 13 tracce, viene anticipato da due brani, un intro tutta punchlines e rime serratissime, Sulla Luna, e Cashwoman, che inizia a essere passata anche da qualche emittente radiofonica, garantendo una discreta pubblicià all’autore di Linda.
Comunque, L’erba cattiva, oltre a essere un successo discografico senza precedenti– basti pensare che una canzone come Parole di Ghiaccio conta più di quaranta milioni di visualizzazioni su YouTube – è, piaccia o non piaccia, un autentico capolavoro. Dall’intro, Sulla Luna, all’ultima del Cd, la toccante Tutto Quello Che Ho, dedicata ai suoi genitori, le tredici tracce convincono, non lasciando spazio a esercizi di stile, ma raccontando tutte quante episodi o momenti della vita del cantante. In canzoni come Parole di Ghiaccio o Nei Guai, Emis Killa approfondisce gli aspetti più romantici della sua vita e in Cashwoman racconta delle numerose scalatrici sociali che popolano a Milano, mentre in brani come Ognuno per sè e Nice Pic esplora il lato più nostalgico della sua personalità, che verrà esaltato nei dischi successivi, e ancora la title track L’Erba Cattiva e Giusto o Sbagliato quello più malinconico.
Il disco da debuttante di Emis Killa ha diversi punti di forza: su tutti l’intesa con Big Fish, che spazia da produzioni old school come Sulla Luna e Come Un Pitbull – in realtà composta da Don Joe – ad altre in pieno stile Boom Bap, come Cocktailz e Il Mondo dei grandi, liricamente, forse, la canzone più bella del Cd, grazie a una delle migliori strofe di Marracash. La vera rivoluzione di Big Fish, tuttavia, è la sua capacità di esaltare, oltre che le strofe, siano esplosive o malinconiche, i ritornelli del rapper, tutti cantati e coinvolgentissimi, capaci di trasmettere, come in Giusto o sbagliato o L’Erba Cattiva, messaggi seri e impegnativi con la leggerezza di una canzone pop.
Il rapper, nonostante gli argomenti profondi e spesso cupi dell’album, dosa la giusta tecnica anche nelle strofe più riflessive: basti pensare alle rime iniziali della terza strofa di Parole di Ghiaccio, per fare un esempio noto davvero a qualunque ascoltatore di rap italiano.
L’erba cattiva, inoltre, ospita tre featuring di portata colossale, per un ragazzo di appena 22 anni, Guè Pequeno in Ognuno Per Sè, Fabri Fibra in Dietrofront e Marracash in Il mondo dei grandi. Quest’ultimo, però, è l’unico che riesce a tenere il passo di Killa, nel Cd, forse anche superandolo, mentre gli altri due rapper si fanno del tutto oscurare dalle strofe del talento di Vimercate. Molto più a loro agio, invece, appaiono Duellz e Giso, collaboratori talmente storici di Emis Killa che Giso, prima del 2018 e di Supereroe, aveva partecipato, da voce ospite, a tutti gli altri suoi lavori, che si trattasse di Mixtape, EP o album in studio.
Un’ultima menzione va spesa per la Gold Edition del disco, che aggiunge a L’erba cattiva quattro brani che lo rendono un progetto ancora più corposo e di qualità: due canzoni interamente rappate su strumentali dubstep, E’ meglio così e Chissà Se, una collaborazione di livello altissimo con Bassi Maestro, Più rispetto, e soprattutto il notissimo singolo Il King, dedicato dal rapper a suo padre, venuto a mancare nel 2010, emozionante e sincero, come tutto il resto del disco.