Nelle “pagelle del 2019” si commenta e si valuta da 1 a 10 il percorso effettuato da un rapper italiano quest’anno. L’artista in esame, oggi, è Izi.
Artista: Izi
Voto: 10
La pagella:
Il voto che diamo a Izi forse non rappresenta neanche in minima parte la forza, la follia e l’impeto di un disco brillantissimo come Aletheia, una perla, certamente uno dei progetti più straordinari del 2019. Pubblicato dopo due anni di quasi totale inattività, è uno di quei CD che conteranno, senza ombra di dubbio, tantissimo per il rap italiano, per una molteplicità di ragioni.
Per prima cosa, così come il suo precedente, è un progetto musicalmente brillante, ricchissimo di spunti innovativi e geniali, a livello di flow, – si pensi che Izi considera ogni suo flow una proiezione di uno dei suoi mille Ego – metriche, uso dell’autotune e ritornelli, ma soprattutto a livello di beats. Dalle chitarre e dai folli flautini di Tha Supreme in Carioca al magico pianoforte di Josh Rosinet in San Giorgio e di Charlie Charles in 48H, agli spunti EDM di Volare 2 e afro-trap di A’dam, si potrebbe elogiare per ore il lavoro svolto da Davide Ice per il CD. La strumentale di Dolcenera, rivisitazione dello storico brano di Fabrizio De Andrè, è un capolavoro, così come quella di Weekend, in cui Izi si è dimostrato innovatore e artista a 360 gradi, realizzando un’intera strofa in inglese.
Quando si parla di Aletheia, inoltre, non si può fare a meno di apprezzarne a pieno la densità di contenuti e la penna misteriosa e simbolista di Izi, che riesce a trattare svariatissimi argomenti tramite i suoi flussi di coscienza. Come spiegato dallo stesso artista, i testi, da Ok! a Pace, passando per le eccezionali Grande, Dammi un motivo, Weekend, Il nome della rosa, Volare 2 e Zorba, hanno più livelli di lettura. Aletheia è un disco che può essere dunque ascoltato in più modi, a un primo livello godendo delle magiche strumentali e melodie, a un secondo livello leggendo i testi di Izi, che affrontano le più disparate tematiche, concentrandosi a volte sul sociale (esemplificativa è in questo caso Weekend), a volte raccontando la storia personale e i pensieri dell’artista. I temi, dalla violenza della società moderna alla solitudine, passando per l’amore, l’odio, la crescita, la pace, la malattia e la nostalgia, sono trattati da un ragazzo le cui posizioni sono sempre interessantissime e stimolanti, mai scontate o banali.
L’ultimo livello di lettura di Aletheia, infine, si svela quando l’ascoltatore ha veramente interiorizzato i testi dell’artista e a comprendere il significato del disco nel suo insieme, i cui indizi sono le parole lasciate dall’artista al termine di alcuni brani e che ricomposte formano la frase “Ma un bambino ha paura quando possiamo comprendere la verità”.
La diretta conseguenza di un album del genere è un 10 a Izi, per Aletheia e per il resto del percorso effettuato quest’anno dal Primo Maggio alla strofa di Mammastomale. Artista vero.