Recensione di Potere, quarto album in studio del rapper napoletano Luchè, pubblicato il 28 giugno 2018, per Universal Music Group.
Potere, un vero e proprio monumento musicale:
POTERE, è questo il titolo del monumento musicale targato Luchè, pubblicato il 28 Giugno 2018 (a due anni di distanza dal precedente Malammore).
L’album è uno di quelli che fanno letteralmente la storia, segnano un’epoca e lasciano un segno nelle menti e negli animi della gente, trasmettendo sentimenti reali, esperienze di vita concrete e raccontando una storia, quella di Luchè, nella quale possiamo rispecchiarci tutti.
Le collaborazioni, infatti, sono solamente 4, ovvero con CoCo, Guè Pequeno, Enzo Avitabile e Paola Imprudente, e tutte nelle canzoni meno importanti del disco, poiché l’album è estremamente personale e solo l’artista è in grado di esprimere a pieno quello che ha dentro, ciò che ha bisogno di “urlare” al mondo, i suoi stati d’animo e le sue sofferenze.
Che l’album non sarebbe stato banale era abbastanza scontato per chi già conosceva il profilo de.l rapper napoletano ed i suoi precedenti lavori, tuttavia in pochi avrebbero scommesso sul fatto che sarebbe riuscito a raggiungere un livello musicale ed artistico così elevato.
La portata dell’album la si comprende, inoltre, anche dal numero delle tracce, 16, per una durata complessiva di circa 68 minuti (considerando che al giorno d’oggi se un disco raggiunge le 10 tracce è già un miracolo).
Amore e street poetry, le due anime di Potere:
Le due anime di quella che si potrebbe definire un’opera d’arte sono due: la prima è legata all’aspetto gangster che si concentra su temi quali le difficoltà della vita di strada, la lunga via verso il successo, i rifiuti della gente e, soprattutto, la spasmodica ricerca del Potere. Il secondo cuore, che poi è quello prevalente, con il quale l’artista è riuscito a trasmettere profondamente la propria anima, i propri sentimenti e nel quale tutti possono potenzialmente ritrovarsi, è quello dell’Amore.
Per quanto riguarda il primo dei due temi le tracce che risaltano particolarmente sono certamente Potere / Il Sorpasso (due brani uniti in una sola traccia di 7:24 minuti), Facile, Diamanti nei denti ed Al mio fianco.
In queste tracce si può cogliere a pieno la “street poetry” dell’artista, il suo lato aggressivo, irriverente, violento, esplicitamente polemico con il mondo (accusato di non far valere la meritocrazia) ed estremamente rivoluzionario a livello sia di flow, sia lirico. In questi brani, inoltre, non mancano attacchi, nemmeno troppo velati, ad altri rapper (su tutti Clementino…
“Per quel po’ di successo, ma poi che ti è successo?”
dal brano Facile, e
“Se foste a Napoli sapreste che siamo passione, e che le clementine hanno la loro stagione”
da Potere/ Il Sorpasso)
Alcune delle strofe più belle di questi brani sono:
“Vengo dal ghetto, quello al telegiornale
Sappiamo chi ha ucciso chi, segreto professionale
Se non mi rispetti, fuck you tutta la vita
Dicono “Sei migliorato”, per non dire “Sei il più bravo”, prima volevo soldi
Mo’ voglio il potere
E fotti queste radio, non mi hanno mai passato
2012, tante riunioni, nessuno vide la visione e mi fanno “perché scrivi pezzi d’amore?”
da Potere/ Il Sorpasso;
Tu che andrai alla conquista del mondo
Cosa vuoi di più dalla vita, rispondo: “Voglio vivere per sempre”
da Diamanti nei denti.
Il vero nucleo dell’album è, però, l’amore. Immensa è la carica emotiva, passionale, allusiva, che Luchè riesce ad inserire nell’album. L’autore ha la capacità di dar vita, tramite le parole, ai ricordi degli ascoltatori, alle loro passioni recondite, ai loro desideri nascosti, ai loro amori vissuti, talvolta sofferti, alle loro paure e speranze, riuscendo a suscitare delle emozioni forti, che smuovono l’anima e “colpiscono” il cuore… È decisamente impossibile restare impassibili all’invocazione amorosa che, in alcune canzoni, riesce addirittura a rendere lucidi gli occhi…
I brani qui sono moltissimi e i più belli sono sicuramente Je ce credevo, Torna da me, Nada, Star, Lo sai chi sono, Non abbiamo età , Gli altri e Dormiamo Insieme.
“Sono passati dei mesi, ma sembra come fosse ora/Con te vicino la vita ogni giorno inizia un’altra volta/Eri speciale perché eri uguale a me/Mi abbracciavi come se ti salvassi dalla solitudine/Torna da me-eh, non respiro più”,
tratte da Torna da me;
“Je ce credevo/Ricevo a tutte quante che si ‘a mia pecché ce credevo/Si t’astregnevo ‘int”o lietto è pecché ce credevo/ Je m’arricordo comme diciste “Staraggio co’ te pe’ sempe”/Ma chillu juorno Fuje sulo una ‘e chelli prumesse ca nun mantieni”
da Je ce credevo;
“Faccio l’amore in una villa sul mare, Torna da lui e non glielo raccontare, Non dirgli nada/Voglio il successo anch’io, Dito medio a un addio/Se ripenso a quelle strade, Vorrei ricamminarle, Ma non sarai mai lo stesso, E non sai quanto fa male, Gli abbracci sotto la pioggia”
da Nada;
“Tu sei la cosa più bella che abbia mai visto/Prendimi per mano, portami in paradiso/Invece di andare piano, sono partito in quarta/ Ho scritto in stampatello “oggi sposi” sopra la targa/Voglio entrare nel tuo mondo senza che me lo chiedi,Per rapirti con discorsi “Tipo credi agli alieni?”,Per conoscerti davvero mantenendo il mistero,Per scriverti sul cuore e leggerti nel pensiero,Con te io torno bambino, io ti voglio vicino,Sei l’unica con cui rido, l’unica di cui mi fido, Giuro che ti porterò con me ovunque sia/Un giorno tu lo vedrai che non c’è un altro come me, Un giorno lo capirai che non c’è un altro come me”
da Non abbiamo età ;
“Mi lasciasti da solo e adesso che sono una star/ Mi dispiace ma le nostre strade si son separate/Sarò per sempre orgogliosa di te, Ed è ciò che mi ha ferito di più”
da Star;
Del brano Gli Altri è particolarmente difficile selezionare alcune strofe in quanto è una poesia dalla prima all’ultima parola, ma se volessimo indicarne solo alcune queste potrebbero essere:
“ So che non è facile, Credere ai miei occhi quando sono fragile, Guardare attraverso le mie lacrime, Per vedere quello che provo a nascondere/Sono stato danneggiato così tanto che, Non so cosa dire quando siamo soli io e te/ E la musica parla per noi, E vorrei sentirti dire che mi vuoi/Vorrei che mi guardassi come guardi un re/ Lo so che l’odio è un sentimento debole, Ma ne ho il cuore pieno quando penso a me, Che non riesco mai a sentirmi forte, Non riesco mai a fidarmi, Non riesco ad accettarmi mai/ Ora ti prego stringimi tra le tue braccia/ Cos’è il paradiso?, Non è altro che l’inferno con le fiamme un po’ più basse/ Quando avevo bisogno di lei, Mi trovai con un coltello nella schiena e un addio scritto a penna/E mo’ non credo più nell’amore, non so che dirti, L’amore non muore mai, sì, ma può ucciderti/Il vero me ti ferirà,Il vero me sai sbaglierà,Il vero me ti capirà,Il vero me è il suo me,Il vero me ti ferirà,Il vero me sai sbaglierà,Il vero me ti capirà,Il vero me è il suo me”
Non manca, inoltre, anche lo spazio per due canzoni un po’ meno impegnative come 10 anni fa (feat. CoCo) e LV e Balmain (Feat. Guè Pequeno), in cui il rapper partenopeo si diverte smorzando la serietà dell’album ed aggiungendoci quel tocco di leggerezza che calza letteralmente a pennello.
Possiamo certamente affermare che quello di Luchè non è definibile propriamente come un album, bensì sarebbe più corretto indicarlo come una vera e propria raccolta di poesie, che raccontano la vita e soprattutto l’amore, in tutte le sue più svariate sfaccettature.
Luchè, oggi, è certamente il miglior rapper italiano in circolazione. È inutile girarci intorno, è impossibile negarlo: per i testi che compone, vere e proprie opere poetiche, per il flow che ha, per come sintetizza eccellentemente Old e New School, per come riesce ad arrivare al cuore della gente grazie alla sua semplicità, quotidianità, concretezza, “crudità”. Nella scena musicale mondiale, infatti, ormai vale infinitamente più l’apparenza che la bellezza, conta di più farsi vedere con gioielli, macchine costose e lusso sfrenato, piuttosto che fare buona musica. Il pubblico, ormai, pare, purtroppo, apprezzare più la finta ricchezza degli pseudo cantanti, che la loro bravura artistica.
Luchè, al contrario, non ostenta mai nulla, non mostra molto di sè (eppure economicamente non se la passa certo male avendo, peraltro, oltre al successo musicale, anche alcuni ristoranti sparsi per il mondo). Egli, al contrario, esprime tutto tramite la su musica, mette il suo cuore in quello che fa, cura minuziosamente ogni minimo particolare, ricerca attentamente ogni singola parola, ed è per questo che sarà sempre amato e le sue canzoni suoneranno sempre attuali, “vive”.
Molti fan, infatti, si emozionano molto nel sentire i suoi brani ; i suoi testi riescono a fargli rivivere parti della loro vita, li aiutano ad analizzare molte loro parti e, soprattutto, hanno la capacità di dargli la forza e l’ispirazione per andare avanti, per trovare la forza, sempre! La riprova del valore artistico ed umano di Luchè è il fatto che ai suoi concerti moltissimi arrivano a commuoversi.
Per questo Luchè va certamente ringraziato per quello che trasmette e trasmetterà sempre, nell’attesa che, dopo l’uscita dell’ album rivisitato (Potere – Il giorno dopo) esca presto un suo nuovo disco.
Un pensiero riguardo “POTERE… La scalata di Luchè sulla vetta d’Italia.”