L’importanza della scena napoletana – Clementino, CoCo, Liberato, Geolier e il solito Luche

Estratto dall’articolo “La prima metà del 2019 – Le conferme”, in cui si analizzava il ruolo ormai consolidato degli artisti hip hop napoletani: da CoCo e Clementino, passando per Liberato, Geolier, MV Killa, Vale Lambo e Lele Blade.

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Benvenuti a Milano, capitale indiscussa del rap italiano” era ciò che cantava Bassi Maestro nel suo ultimo disco, in una traccia in cui ospitava Jack The Smoker, Lazza, Axos, Lanz Khan e Pepito Rella. Tuttavia, nel 2019, non si può negare che il ruolo di Napoli sia sempre più importante nella scena hip hop italiana e questo cambiamento era auspicabile e per certi aspetti prevedibile.

Esattamente un anno fa, infatti, usciva Potere di Luche, un disco meraviglioso, una raccolta di poesie, un album curato in ogni dettaglio, in ogni singola nota e in ogni singola parola. Il disco aveva un significato preciso per il rapper napoletano, in gran parte riassunto nel suo stesso titolo: Luche desiderava potere, rispetto nella scena, considerazione mediatica, autorità nel mercato. Per ottenere questo “potere”, che gli ha permesso nel 2019 di lanciare Stamm Fort, hit da trenta milioni di streaming, di essere considerato una leggenda dal pubblico e di venire intervistato dalle più significative fonti d’informazione, Luche ha dovuto non solo realizzare un capolavoro, ma stravincere il confronto con il collega e rivale compaesano Clementino, convincere a furia di strofe killer nei dischi degli altri rapper (Casa Mia e Modalità Aereo su tutte le altre canzoni) e portare avanti progetti come l’etichetta BFM – CoCo, MV Killa e Geolier nel roaster – e il web magazine Power TV.

Luche parlava, in Nada, di se stesso come “l’unico napoletano che farà la storia” e probabilmente quest’affermazione, oltre all’evidente straordinario successo dell’artista, ha spronato molti colleghi napoletani a giocare le loro carte e dunque, in questo 2019, se c’è stata una “capitale del rap italiano”, questa non può che essere Napoli.

A Napoli c’è una floridissima nuova scuola, piena di talenti unici ed estremamente riconoscibili, dalle Scimmie, Lele Blade e Vale Lambo ai notissimi Enzo Dong e Liberato, passando per i figliocci di Luche, Geolier e MV Killa, a Samurai Jay, i Moderup e il fenomenale produttore Yung Snapp. Due artisti partenopei ben più noti, inoltre, hanno realizzato, a maggio, dei dischi validissimi e assolutamente genuini: il già citato Clementino, rinato artisticamente con Tarantelle, e CoCo, che grazie ad Acquario è finalmente riuscito a sfruttare il suo enorme talento.

Tarantelle è un disco ricchissimo di influenze musicali, dal raggae alla musica d’autore, passando per i richiami meridionali che riecheggiano in brani come Babylon. Soprattutto, però, Tarantelle è un album rappato in maniera eccezionale, in dialetto o in italiano che sia, il cui punto di forza sono le svariate metriche e gli svariati flow di Clementino, nettamente uno degli artisti urban tecnicamente più capaci del nostro paese. Rispetto ai suoi altri lavoro, tuttavia, il nuovo CD svela ancora di più il lato malinconico e introverso dell’autore di Hola!, specialmente in brani riflessivi e poetici come la title track Tarantelle (Che ne sarà di me?), Versi di me, scritta in seguito a un’overdose di cocaina, Un palmo dal cielo, La mia follia, Diario di bordo e Mare di notte.

Acquario, invece, è un disco radicalmente diverso, probabilmente anche per la profonda divergenza fra le personalità dei due artisti. CoCo è timido, introverso, molte volte paranoico, ha difficoltà a lasciarsi andare, ma la sua sensibilità gli permette, sulle magiche produzioni di D-Ross e Star-Tuffo, di scrivere autentiche poesie. Comunque, il CD è molto vario e alterna momenti più seri e impegnativi (Se mi perdo altrove con Ernia e Mecna, Vorrei, Bugie Diverse…) a canzoni fresche e leggere, l’enorme abilità melodica di CoCo viene fuori come un uragano (Non ho più amici con Gemitaiz, Carillon con Luche, Mio (Freestyle) e Calabasas).

Per concludere il discorso su Napoli, va inoltre ricordato che a breve uscirà la Deluxe Edition di Potere, con tanto di libro scritto da Luche, e che lo stesso artista, nel corso di un’intervista a Esse Magazine, ha lasciato intendere la possibilità di un progetto realizzato a quattro mani con il collega romano Noyz Narcos. La scena napoletana è destinata dunque a crescere ancora molto, come importanza mediatica e qualità musicale.

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