La biografia di Vegas Jones, una delle personalità più importanti della nuova scuola del rap italiano, noto per il successo di hit come Trankilo e Malibu e per la sua indiscussa abilità tecnica e lirica. Nell’articolo si analizzerà tutto il suo percorso musicale, dalla sua esperienza in Honiro Label alla pubblicazione del mixtape Chic Nisello e del disco Bellaria.
Vegas Jones – Una delle personalità più atipiche e straordinarie del rap italiano:
Come il mondo del rap italiano sa bene, fra il 2014 e il 2015 è emersa una nuova generazione di artisti urban, che hanno rivoluzionato, liricamente e soprattutto musicalmente, la scena hip hop, dandole nuova linfa e portando il genere ai vertici delle classifiche del paese. Tendenzialmente, quando ci si riferisce alla nuova scuola del rap italiano, i nomi fatti con più ricorrenza sono quelli di Sfera Ebbasta, di Ghali, del beatmaker Charlie Charles e degli altri ragazzi che con loro hanno collaborato in passato e collaborano ancora oggi, cioè il blocco formato da Rkomi, Izi e Tedua, la Dark Polo Gang, Sick Luke, Enzo Dong e i più giovani Drefgold e Capo Plaza.
Tuttavia, la new school italiana comprende una moltitudine di ulteriori artisti, alcuni anche più talentuosi di quelli sopracitati, non riconducibili immediatamente ad essi, per immaginario e soprattutto per attuali frequentazioni nell’ambiente: come i romani Carl Brave, Franco126, tha Supreme e Ketama126, il ligure Dani Faiv, i vicentini Mambolosco e Edo Fendy e i milanesi Ernia, Lazza, Giaime e, appunto, Vegas Jones.
Gran parte del pubblico conosce Vegas Jones tendenzialmente per due canzoni, due hit di enorme succeso: Trankilo, estratto dal mixtape Chic Nisello, e Malibu, del suo primo disco Bellaria. In realtà, Vegas è un artista che a soli ventiquattro anni è già autore di quattro mixtape, un EP e un disco e, come molti suoi coetanei, come Ghali, Ernia o Lazza, ha dovuto faticare molto per ritagliarsi uno spazio nella scena italiana, trovandosi spesso e volentieri davanti a porte chiuse o in realtà discografiche, come l’etichetta romana Honiro Label, poco addatte alla sua produzione.
Ciò nonostante, Vegas Jones non ha mai voluto – nè ha mai effettivamente provato a farlo – cambiare il suo stile, musicale e lirico, per adattarsi alla scena, ma si è imposto sul mercato con i suoi suoni, i suoi flow e i suoi versi così misteriosi e particolari, che in questo articolo verranno analizzati e studiati. La sua personalità, atipica quanto straorinaria, che per anni lo ha limitato, si è infatti trasformata nel suo principale punto di forza, rendendolo certamente uno dei protagonisti del 2018 e permettendogli di scalare le gerarchie di una scena apparentemente chiusa, ottenendo addirittura la certificazione di disco d’oro, in meno di un anno, con il suo primo album Bellaria.
Età, significato del nome, provenienza, produzione artistica e caratteristiche stilistiche – Un breve identikit di Vegas Jones:
Prima di raccontare le vicende, biografiche e musicali, di Vegas Jones, è importante tracciare una sorta di identikit del rapper, riportando le informazioni essenziali sul suo conto, al fine di comprenderne meglio la carriera. Il suo vero nome è Matteo Privitera, è del ‘94 ed è originario di Garbagnate Milanese, nonostante sia da anni residente nel comune di Cinisello Balsamo, in Lombardia, a cui l’artista ha dedicato un intero mixtape, Chic Nisello, e che contende con il suo storico rivale Sfera Ebbasta.
Il nome d’arte “Vegas Jones”, come molti degli pseudonimi dei rapper italiani, fra cui lo stesso Sfera, era la tag di cui Veggie si serviva nel mondo del writing. La prima parte del nome, “Vegas”, deriva dalla passione dell’artista per l’universo americano e in particolare per la città di Las Vegas e allo stesso tempo è una citazione al cinema di Quentin Tarantino, precisamente a uno dei protagonisti di Pulp Fiction, Vincent Vega. Il cognome d’arte “Jones”, aggiunta successivamente per conferire un’identità più precisa al nome d’arte, è invece un richiamo a uno dei rapper old school preferiti di Veggie, Nasir Jones, in arte NAS.
Come indicato dalla grafica sovraesposta, Vegas Jones è attivo nella scena da ormai più di cinque anni, avendo debuttato con il progetto Funky Shit Vol. 1 e con lo skillstape Cordiali Saluti, in cui figuravano collaborazioni di un certo rilievo per la scena attuale, come Fly e Izi. Tuttavia, il vero esordio di Vegas Jones nella scena rap italiana è Oro Nero Mixtape, già molto maturo, anche perché prodotto dall’etichetta romana Honiro Label, come dimostrano i featuring di Sercho, SAC1 e Mostro.
Come si approfondirà in seguito, pubblicato Oro Nero, il rapper, non soddisfatto dall’esperienza romana, deciderà di tornare nella sua Ciny, dove risiedono i suoi produttori di fiducia: Boston George, Kid Caesar e il suo fratellastro Majestic, con cui attualmente non collabora più. Con questi beatmaker lavorerà a un nuovo skillstape – vocabolo unico inventato dall’artista, fusione dei termini “mixtape”, ovvero raccolta di canzoni, e “skills”, inteso come “tecniche” o “talento”- Gratta e Vinci e a uno splendido mixtape, Chic Nisello, forse, fin qui, il suo miglior progetto in assoluto.
Poco più di un anno dopo la pubblicazione del tape, Vegas ha finalmente realizzato il suo primo album, Bellaria, il cui titolo riprende uno dei mille soprannomi del rapper (Belair, Bellaria, Belair nero, Veggie, Chic Nisello…) e che, in gran parte grazie alla fortunatissima hit Malibu, lo ha reso uno degli artisti urban più rappresentativi e noti d’Italia.
Si è anticipato, nel paragrafo precedente, come Vegas Jones contenda il suo paese d’origine con Sfera Ebbasta, ma va sottolineato come la loro sia una delle rivalità tuttora più accese del rap game italiano. I due si sono scambiati molte frecciatine nei loro pezzi, specialmente fra il 2016 e il 2017: si pensi alla barra “Fulvio Testi 180 in sorpasso, tu sul motorello” di Sfera in Scooteroni RMX, che ironizzava sul brano di Vegas Motorello o alle accuse che quest’ultimo ha rivolto all’autore di Rockstar, in brani come Pelle Toscana e Brillo, di essergli nettamente inferiore tecnicamente e di non essere davvero originario di Ciny.
È davvero affascinante pensare che una rivalità di quartiere nata nel 2015, quando ancora davvero in pochi conoscevano Sfera e Vegas, si sia protratta nel tempo e persista tuttora, adesso che i due rapper sono protagonisti assoluti della musica italiana. Inoltre, se tematicamente i due artisti raccontano una storia biografica molto simile, quella del ragazzo di periferia che con le sue forze e la sua determinazione riesce a emergere e far sì che tutti parlino di lui, Vegas Jones e Sfera Ebbasta sono, per suoni, modo di rappare, valorizzazione della metrica, flow, vocabolario e tipo di atmosfere, quanto più distanti possibile.
Per esempio, una differenza abissale fra i due artisti è proprio nello schema della discografia: se Vegas, da Oro Nero a Chic Nisello, fino a Bellaria e ai brani della repack del CD, segue un singolo percorso, ben definito, cambiando il paesaggio dietro di sè, ma non la sua persona, ascoltando i tre dischi di Sfera, XDVR, Sfera Ebbasta e Rockstar, può sembrare quasi di sentire tre persone diverse l’una dall’altra, pur essendo anche il suo percorso molto coerente.
Molto differente dal rap di Sfera, molto melodico e più focalizzato sulla musicalità che su tecnicismi, è lo stile di Vegas Jones, da sempre contraddistinto per una forte propensione a incastri metrici, extrabeat e brani rappati nelle strofe e canati solo nel ritornello, si pensi all’iconica Trankilo con Nitro. Proprio per questo suo talento nel rappare, Veggie si è guadagnato il rispetto e la stima di colleghi di un certo rilievo nella scena, come Gemitaiz, Madman, Jake La Furia, lo stesso Nitro, Salmo ed Emis Killa, che lo ha definito il suo preferito della new school, come persona e come artista, per la sua capacità di “appartenere alla nuova scuola, pur restando con un piede nella vecchia”.
Liricamente, infine, l’autore di Bellaria è uno dei rapper più particolari in assoluto e la sua produzione, come sottolineato da Antonio Dikele Distefano nella sua ultima intervista per Esse Magazine, si divide in due macro-filoni (e recentemente anche un terzo, quello festaiolo e “californiano” di Mamacita, Malibu e Drive By): quello dei freestyle e più in generale degli esercizi di stile, autocelebrativi e fini a se stessi, e quello più consistente delle tracce introspettive, poetiche e misteriose. È proprio in queste, come Califlower, Maratona, Eclipse, Belair e Trankilo, estratte da Chic Nisello, o come Il Viaggio, La finale, Angeli & Demoni, 1000 Domande e Gran Turismo, del disco Bellaria, che viene fuori la vera magia di Vegas Jones, tanto profondo e introspettivo, al punto da usare figure retoriche di cui altri rapper a malapena sono a conoscenza, quanto effettivamente rappresentativo della periferia di Cinisello, grazie a una gamma di espressioni e concetti che molti definirebbero “tamarra”.
È dunque proprio questo a rendere speciale Vegas Jones: il giusto equilibrio fra abilità tecniche di livello assoluto e una lirica emozionante e molto personale, inconfondibile e diversa da quella di qualsiasi altro artista, italiano e non.
Funky Shit e Cordiali Saluti – Gli inizi di Vegas Jones:
Come ha raccontato nella sua prima interivsta per Esse Magazine, Vegas Jones ha conosciuto il rap tramite un videogioco, Need For Speed: Underground 2, nella cui soundtrack era presente Ryders on the storm dei Doors e Snoop Dogg, che lo fece appassionare al rap americano. Come infatti è risaputo ed evidente anche dal suo nome d’arte, Veggie è un grande appassionato di hip hop americano e lo è molto meno di rap italiano, fatta eccezione per pochi artisti, su tutti i Club Dogo ed Emis Killa.
Cronologicamente parlando, il primo brano reperibile su Youtube di Vegas – non ancora Vegas Jones – è il brano d’amore Dammi Una Chance, realizzato a 16-17 anni circa, che tuttavia sembra la pariodia di una canzone americana, con un flow quasi “da cartone animato” e delle rime davvero semplici.
Ascoltando invece la title track del suo primo progetto, Funky Shit, ci si rende conto subito del talento del rapper: nonostante il pezzo sia del 2012 e i suoni siano molto grezzu, Vegas già rappava in maniera consapevole e veloce e soprattutto il suo talento metrico era evidente nelle strofe, per esempio nella serie di versi:
Colpi di rap, come mosse di karate, la mia posse è stabile
Fondamenta fondate, mentre voi infamate, fate, fumate, contate grane
Io non conto sul mio portafoglio perché non ho grana frate!
Del suo primo progetto in assoluto, tuttavia, non sono ascoltabili altre tracce: su Youtube Funky Shit è l’unica traccia presente e, se fossero online altre canzoni del lavoro, sarebbe comunque impossibile venirne a conoscenza, a causa dell’assenza sul web della tracklist.
Sono invece note copertina e tracklist di Cordiali Saluti, primo dei due skillstape di Vegas Jones, di sedici tracce, disponibile in free-download e ascoltabile quasi interamente anche su Youtube. Il tape, ancora molto acerbo e lontano dalle sonorità che consacreranno Vegas negli anni a venire, vanta fra l’altro i featuring dello storico amico Fly, presente anche in Chic Nisello, e di Izi. Le canzoni più rappresentative di quel progetto sono certamente Biatche Casuali, la poetica Regina Delle Farfalle, Ragazzini Allo Sbando con Izi, Acqua Asciutta e Paura e delirio con Fly.
Oro Nero – Il debutto nella scena e l’esperienza in Honiro:
Come racconta Vegas stesso in un’intervista pubblicata sul canale Youtube di Honiro Label, il suo ingresso nella sua prima etichetta discografia deriva dalla vittoria di un contest del 2014, lo storico One Shot Game, il cui premio era un videoclip ufficiale, la produzione di un album in free-download, un singolo sul canale Youtube di Honiro e un live in un evento gestito dall’etichetta.
Il primo pezzo pubblicato da Veggie per il canale Youtube dell’etichetta, in quanto vincitore del contest, è Buona Giornata, immediatamente seguito da OSG14 – acronimo di One Shot Game – posse track in cui, su una grandiosa produzione del beatmaker romano Yoshimitsu, è accompagnato dagli altri vincitori della sfida: SAC1, Sad, Flam Boy e Numi. Nella sua breve parte, il rapper di Cinisello si mette in mostra, mettendo in evidenza le caratteristiche essenziali del suo stile, che lo accompagneranno negli anni a seguire.
Il primo elemento, impossibile da ignorare per un ascoltatore del 2014, è l’uso massiccio di autotune nell’attacco, cifra stilistica comune agli esponenti della “generazione trap”, malvista dal pubblico di quegli anni, specialmente da quello degli artisti di Honiro, abituati allo stile più classico dei vari Gemitaiz, Madman, Lowlow e Mostro. In realtà, l’autotune, da Veggie, nella prima parte brano è usato in maniera convincente e fresca, per poi scomparire progressivamente in favore della sua voce naturale.
Gli incastri per Vegas, considerato uno degli artisti più abili del paese in questo fondamentale, non hanno, come per molti esponenti della scena come Jack The Smoker, Lazza, Dani Faiv o Nitro, come obiettivo la realizzazione della barra metricamente perfetta, come può essere:
Sarai tu quando volerò in testa a dirmi che ho fatto bene ad intestardirmi
di Lazza in Porto Cervo, ma piuttosto uno scopo “armonico”, con la finalità di conferire scorrevolezza alle sue barre. Questo aspetto della sua produzione sarà più evidente nelle canzoni del tape Oro Nero, ma già in OSG14 è ben presente, per esempio nella serie di versi:
Teso kocalero, nero come un nero preoccupato, bianco ti vedo un po’ preoccupato finché sei così sbiancato che non ti vedo nemmeno
Come anticipato, il primo e unico progetto realizzato da Vegas Jones per Honiro Label è il mixtape Oro Nero, pubblicato il 10 luglio 2015 e di quindici tracce, unica testimonianza davvero degna di nota del passaggio dell’artista all’interno dell’etichetta, oltre a pochi ottimi featuring, come Fossa Comune di Lowlow, Fiori di Bach di SAC1 e l’impressionante Ispirazione di Mostro, in cui oltre a lui è presente nuovamente Lowlow.
Oro Nero è un progetto certamente acerbo, musicalmente e concettualmente – qualcuno lo considera addirittura una “versione alfa” di Chic Nisello – m è un tape godibilissimo e dalle sonorità innovative, progettato da un rapper già ben consapevole dei suoi punti di forza e del tipo di suoni che vuole proporre al pubblico. I quindici brani del tape, che vanta quattro collaborazioni di rilievo, Paskaman, Mostro, SAC1 e Sercho aka Ser Travis, è prodotto da cinque beatmakers: Yoshimitsu, Raso, Lekter, Majestic, suo fratellastro che lo accompagnerà anche in Gratta e Vinci e Chic Nisello, e Kid Caesar, attualmente uno dei producer più forti d’Italia, con cui ha realizzato almeno una traccia in ogni suo progetto fino al 2019.
Non sorprende affatto, dunque, che i due brani più conosciuti e più riusciti del tape, Onesto e Motorello con Paskaman, siano entrambe prodotte da Kid e soprattutto che siano due tracce attualissime, che non avrebbero affatto sfigurato nei progetti seguenti di Vegas. La particolarità delle due canzoni, rispetto ad altre di Oro Nero, è il giusto equilibrio fra le parti rappate delle strofe, ricche di cambi di flow e di incastri da brividi come
In testa c’ho un casino fra: Baltimora
Mi sembra onesta quella tipa sugli spalti mora
e quelle cantate dei ritornelli, per cui Veggie era già visibilmente predisposto. La scrittura, anche in due banger leggeri come questi, era complessa e sfuggente, ricca di parole ed espressioni dialettali milanesi (“zarro”, “scavallo il motorino”, “onesto”, “cinquello”, “ciocias”), riferimenti a Cinisello e alla sua vita di piazza e anche di influenze americane, come la citazione in Motorello a Drake:
Vai tra sto facendo un toast yeah (Vegas Jones – Motorello)
Yeah, be quiet I’m doin’ a toast (Drake – Blessings)
Per il resto, il mixtape è piuttosto convincente: tutte le tracce sono di buon livello, l’unica veramente eccellente, oltre alle due già citate e al freestyle Stay Calmo, è Mami, dedicata dal rapper a sua madre, caratterizzata da un testo personale come davvero pochi della sua discografia. Dall’ascolto, si ottengono tantissime informazioni sulle vicende biografiche di Vegas e si è in grado di comprendere molti versi che scriverà in futuro. Come si evince, il rapporto dell’autore di Malibu con sua madre è affettuoso e protettivo, a differenza di quello con suo padre che:
Ha cercato di farsi una nuova vita appena ha dato vita a una nuova vita
È probabilmente a queste tristi vicende familiari che Veggie fa riferimento quando rappa: “Parlo solo di soldi perché i miei drammi più grandi non ho nemmeno il coraggio di raccontarli!” in Trankilo o: “Perché senza un genitore accanto non è poi semplice!” in Gran Turismo.
Le atmosfere del tape, comunque, passano dall’essere estremamente chill e proporre suoni molto morbidi e rilassanti, in brani come Panamera, Lamborghini, Oro Nero e Sole Cittadino, all’essere forti e aggressive, ricche di punchlines, flow decisi e di rime d’impatto, per esempio in III Retro, Mani in alto, in cui figurano un pessimo Sercho e un ottimo SAC1, e Halbanos, dal testo profondo e dalla splendida strumentale di Majestic. Anche in quest’ultimo brano, inoltre, è presente un riferimento ai suoi genitori, precisamente nei versi:
E pà ricordati che mà non ha mai chiuso quella porta
Sogno che passi da quella porta
Invece sono con i fra e intanto
L’ultima traccia del tape che merita di essere analizzata nello specifico, al fine anche di evidenziare gli aspetti non ancora maturi della sua produzione del 2015, è Scale Del Cielo, un brano, di una sola strofa, straordinario, in cui Veggie segue un flow incredibilmente efficace e innovativo, su una base particolare quanto ben riuscita di Majestic. Nel pezzo, Vegas Jones canta:
A CiniDeezy i miei ragazzi fanno bella oh
Se ora chiudessi ‘ste barre mi sentirei in prigione
In prigione e babe non posso
e in effetti uno dei due aspetti della sua produzione – l’altro è, come detto, l’uso abbondante di autotune – a cui il pubblico italiano, in particolare in una realtà come l’Honiro, era più ostile, era proprio la presenza di “rime non chiuse” nelle canzoni del rapper “new school”. In particolare, la pratica era particolarmente usata dalla Dark Polo Gang, da Sfera Ebbasta e non di rado anche da Vegas, che più spesso preferiva metriche particolari e intrecciate, piuttosto che seguire le regole canoniche.
Se tuttavia quest’aspetto non è affatto negativo, ma anzi è una particolarità tecnica che spesso conferisce maggiore efficacia ai testi di Vegas, in alcune tracce di Oro Nero l’autotune è effettivamente fastidioso: si pensi al ritornello della title track o alla criticatissima Qualcosa nel niente, in cui la voce modificata del rapper di Ciny cozza pesantemente con quella pulita di Mostro.
Come in quest’ultimo brano, per molti, Mostro ha realizzato una strofa nettamente migliore di quella di Vegas, la quasi totalità del pubblico riconosce a quest’ultimo di avere praticamente “eclissato gli altri artisti” nella quinta traccia del mixtape The Illest Vol. 1 del romano, Ispirazione.
Isprirazione è un brano meraviglioso, ultimo capitolo dell’esperienza di Vegas Jones in Honiro, in cui si alternano tre rapper in forma smagliante, autori di strofe completamente diverse l’una dall’altra ma a modo loro magiche e poetiche: quella violenta e cruda di Mostro, quella elevata e colma di riferimenti religiosi di Lowlow e quella intima e personale del cinisellese. Se a livello testuale, i tre testi, pur diversi, risultano tutti splendidi, la tecnica dell’autore di Motorello, rispetto ai due romani – che fra l’altro erano, sulla carta, più esperti e rodati – è nettamente superiore, come flow, come scelta della metrica e, complessivamente, a livello sonoro.
Iconico è l’inizio della sua serie di versi, che, volendo essere maliziosi e fantasiosi, può sembrare un’ironica metafora della canzone:
Se ne sono andati tutti baby ora posso parlarti di me…
un po’ come se i due rapper che lo hanno preceduto avessero semplicemente spianato la strada al vero artista.
Gratta e Vinci – Uno skillstape per conquistare l’Italia:
L’uscita di Vegas da Honiro è silenziosa e quanto più distante da una rottura polemica, anche se con il tempo il rapper lascerà intendere, nelle interviste e nei brani stessi, come Prego e Angeli & Demoni, che con l’etichetta si era creata una situazione di conflitto e di incompatibilità artistica.
Veggie, una volta tornato a Cinisello, dove risiedono i suoi fidati produttori, Kid Ceasar e Majestic, decide di far ripartire il suo percorso dai due brani più di successo del tape, Onesto e Motorello, individuando nel sapere rappare il suo “vantaggio competitivo” nei confronti degli altri esponenti della new school. Il progetto immediatamente successivo a Oro Nero, infatti, è Gratta & Vinci, uno skillstape di cinque pezzi e una bonus track, Miura, il cui obiettivo è, non velatamente, mettere in mostra tutta la tecnica di cui Vegas dispone.
I sei brani, infatti, sono tutti freestyle senza ritornello, rappati in maniera veloce e schietta, dal contenuto piuttosto autocelebrativo, esclusa la canzone introduttiva, 0-12, in cui l’artista racconta la sua giornata tipo, dalla mezzanotte a mezzogiorno. La novità più evidente del progetto è la collaborazione inedita del rapper con un beatmaker che contribuirà tantissimo alla sua evoluzione e al suo successo, Boston George, che confezionerà le strumentali di brani come 1000 Domande, Malibu, Yakee Candle e Belair.
Gratta & Vinci è un progetto eccezionale, le cui tracce sono rappate e scritte in maniera impeccabile, sono ricche di rime d’impatto e punchlines come:
Ho una fame che sbrano sti mangia spaghetti ci riempio la tavola
Ma fatti una sega, sparati una sega e puoi dire che spari frà
Cammino cammino un mio frate è là dietro cammino cammino continua
No non mi hai mica convinto infatti ho riso dentro come un arancino, Sicilia
in Canada Syrup, e giochi metrici straordinari, come:
Lei si addormenta mentre fumo menta
Mentalità da gente americana
Fatalità ho la statua tatuata
Mentalità da piazza italiana
Il talento del rapper, la sua velocità, le sue metriche, i suoi flow sempre efficaci e diversi e la sua penna marcatamente americana non passano inosservati, tanto che Real Talk, programma di primo piano per gli emergenti italiani, lo chiama nel suo studio per rappare le strofe dello skillstape, dando così vita a una delle puntate più spettacolari dello show, insieme a quelle di Lazza, di Il 3, di Nayt, di Highsnob e di Jack The Smoker. È, probabilmente, la prima volta che il pubblico italiano non può ignorare uno degli artisti più straordinari del paese, puntando finalmente i riflettori su Vegas Jones.
Chic Nisello – Un mixtape destinato a diventare cult:
Mentre Vegas Jones rilascia, una alla volta, le tracce di Gratta & Vinci, sta lavorando parallelamente a un progetto ancora più ambizioso dello skillstape. Si pensi, per esempio, che mentre pubblica tracce freestyle come 0-12, Gratta & Vinci o Canada Syrup, allo stesso tempo, sul suo canale, Youtube e Spotify, escono delle vere e proprie canzoni, anch’esse rappate ma immerse in atmosfere più cupe e arricchite da ritornelli e testi più introspettivi, come Papi Papi e Prego, prodotte entrambe da Majestic, e Belair, prodotta da Boston George, prima vera hit mainstream dell’artista.
Queste tre tracce, insieme alla melodica Aifon, anticipano lo storico mixtape Chic Nisello, forse, a oggi, il lavoro più riuscito in assoluto della carriera di Vegas. Di sedici tracce per un totale di cinquanta minuti di musica, Chic Nisello è un progetto fantastico, su cui, senza esagerare, si potrebbe scrivere un intero libro, per la capacità delle sue canzoni di cogliere varie sfumature della personalità del rapper, emozionando e coinvolgendo l’ascoltatore in maniera sempre diversa.
Il vero protagonista del tape, al contrario di quanto possa sembrare, è il quartiere, la perferia di Cinisello, non tanto Vegas Jones in quanto Matteo Privitera, che invece è l’autore del dipinto. Veggie in Chic Nisello dipinge Ciny, alcune volte mostrandosi come “Vegas Jones” e altre volte parlando al plurale, rappresentando la totalità dei suoi amici cinisellesi. Per esempio, in Maratona, in Pelle Toscana e in Trankilo il rapper parla di se stesso, ma brani come Gucci Benz, Solo e soprattutto Bellavita sono incentrati sulla città, sul quartiere e sulle abitudini della totalità dei ragazzi che lo abitano.
Nel tape, forse per la prima volta in modo così evidente, viene fuori una delle caratteristiche più interessanti e straodrinarie dello stile di Vegas Jones: la sua capacità di parlare al cuore dell’ascoltatore, creando una fortissima sintonia con lui. Quando l’artista canta, in Trankilo:
Il cielo farà il suo dovere, trankilo va tutto apposto
Come scorre un fiume di parole, falle scivolare e sarai superiore
sta esternando una sensazione di malessere e si sta rassicurando in prima persona, ma allo stesso tempo sta parlando al suo pubblico, con le stesse parole che moltissimi ragazzi come lui cercano e non trovano così facilmente. Questo vale non solo per Trankilo, ma per tutte le canzoni scritte sotto forma di flusso di coscienza: l’intro Eclipse, Maratona, Prego, Papi Papi, Matrimoney e Sul Serio, che costituiscono il nucleo fondamentale del progetto.
Le restanti tracce, tuttavia, sono altrettanto importanti, perché colgono altri aspetti di Ciny e della personalità di Vegas Jones: per esempio sono presenti due brani molto calmi e introspettivi prodotti da un eccezionale Kid Caesar, decisamente troppo poco conosciuti, Califlower, il pezzo probabilmente dai toni più drammatici in assoluto, e la dolcissima canzone d’amore Pelle toscana. In quest’ultima canzone, che mostra la versatilità del cinisellese, sono evidenti le sue ottime proprietà di linguaggio e la sua abilità di saper esporre concetti profondi e romantici in modo “cool”, senza snaturarsi e risultare sdolcinato.
Anche Oro Nero conteneva un pezzo romantico, Sogni d’oro, e allo stesso modo nel suo primo disco Bellaria sarà presente Lisha (su e giù), che consoliderà l’abitudine dell’autore di Malibu di dedicare almeno un brano per progetto alla sua ragazza.
Tornando all’analisi del mixtape, comunque, è importante sottolineare l’indiscutibile varietà, a livello di beat, di flow e di sonorità, nel tape, che passa da tracce più rilassanti, come queste ultime, Lambo e Sul Serio, a brani rappati in maniera aggressiva come Prego, Papi Papi, Gucci Benz con Emis Killa e soprattutto Gang con Laïoung, in cui gli ultimi versi della sensazionale strofa di Veggie sono addirittura urlati. Un enorme miglioramento, in Chic Nisello, è certamente nell’utilizzo dell’autotune, sfruttato in maniera meno invasiva e comunque non costante: è, per esempio, del tutto assente nelle tracce rappate in maniera più canonica, come Prego, Papi Papi e nella prima parte di Bellavita, che Vegas stesso indica come canzone più rappresentativa del progetto.
Chic Nisello è un progetto eccezionale sotto tutti i punti di vista: beat, atmosfere, testi, flow, ritornelli, incastri, punchlines, featuring, innovazione sonora e addirittura videoclip, poiché quelli di Belair, Papi Papi, Bellavita e soprattutto Trankilo sono davvero curati in ogni dettaglio.
Rispetto al successivo Bellaria, Chic Nisello ha toni cupi e scuri, che esternano tutto il malessere e la voglia di riscatto di Vegas Jones, che da brano a brano tratta le sue emozioni in maniera molto diversa. In Prego e Papi Papi i suoi versi sono aggressivi e trasmettono rabbia, mentre in Solo e Trankilo i toni sono più tristi e malinconici. Ancora, in alcune canzoni, come questi ultimi due e Califlower, il rapper sembra chiuso in una gabbia e impotente di fronte alle sue difficoltà e invece in Sul Serio, Maratona e Eclipse è conscio delle sue potenzialità e consapevole che il suo successo arriverà di lì a momenti.
Infatti, grazie a questo straordinario mixtape, i numeri di Vegas crescono a dismisura, grazie anche alla spinta dei tre grandi featuring del tape: Laioung, Nitro ed Emis Killa, che parlerà benissimo dell’artista nelle interviste e ne condividerà i brani successivi, portandolo a collaborare con lui in Claro, nel suo CD del 2018 Supereroe, e inserendo Gucci Benz nella scaletta del suo importante concerto all’Alcatraz.
Prima di Claro, comunque, già nel 2017, dopo la pubblicazione del mixtape, Vegas Jones riesce a collaborare con molti artisti, alcuni più noti e altri meno famosi di lui: si pensi alla sua incredibile strofa in Poco Cash di Bassi Maestro, a Caramelle, pezzo mai uscito ufficialmente, con Lazza e Andry The Hitmaker, o a Paglia con Halba e Foldino, che conserva l’atmosfera cupa di Chic Nisello, anche per quanto riguarda la strumentale, prodotta infatti da Boston George.
Il 2017, in definitiva, è l’anno in cui molti giovani talenti, dopo anni di gavetta, trovano la loro definitiva consacrazione artistica, si pensi a Ghali, che pubblica il tanto atteso disco Album, a Lazza che entra in Machete e pubblica Zzala e a Izi che si conferma con lo straordinario secondo CD Pizzicato. Nella lunga lista di rookies, in cui rientrano nomi d’eccezione come Tedua, Ketama126, Franco126, Carl Brave e la Dark Polo Gang, figura sicuramente quello di Vegas che, pur non avendo pubblicato un CD, si impone come uno dei talenti più cristallini della scena.
Bellaria – Il primo CD di Vegas Jones, incisivo e rappresentativo:
Bellaria è il primo disco ufficiale di Vegas Jones e viene pubblicato il 23 marzo del 2018, a inizio anno, dopo gli exploit dell’eterno rivale Sfera Ebbasta e dell’amico Nitro, che rilasciano rispettivamente Rockstar e No Comment a gennaio. In Bellaria, il roaster dei collaboratori di Veggie, ormai diretti da Don Joe nell’etichetta, prevaletemente di produttori, Dogozilla, perde un elemento, il fratellastro dell’artista Majestic, ma viene arrichito dall’acquisto di due beatmaker di grande qualità, Andry The Hitmaker e Joe Vain (da pronunciare “giovane”), rispolverato da Oro Nero Mixtape, in cui figurava con il nome di Nakiro Beatbox nella traccia III Retro.
Il primo CD di Vegas Jones, composto da tredici canzoni e due bonus track per un totale di 53 minuti di rap, è infatti prodotto interamente dai quattro beatmakers, ad eccezione della settima traccia Mamacita, prodotta da 2ndRoof, Abaz e Xplosive. Proprio in Mamacita, figura il nome di uno dei quattro inediti featuring dell’album, Guè Pequeno, mentre in Brillo e in Drive By sono presenti, rispettivamente, il duo Gemitaiz-Madman e la cantante pop dominicana Jenn Morel.
Bellaria è senz’altro un disco di qualità, in cui si intravede un netto miglioramento, dal punto di vista strumentale, melodico e anche lirico, ma, tuttavia, rispetto a Chic Nisello, ha una struttura meno coesa e sembra frammentarsi in due macrosezioni. La prima delle due, in cui sono inseribili canzoni come La Finale, Cristo, Bubble Bubble, Il Viaggio, Nuova Ghini e la title track Bellaria, è quella definita da alcuni fan “Chic Nisello 2.0“, per la sua somiglianza di atmosfere con il precedente tape, mentre la seconda, più in linea con la copertina del disco, che comprende Lisha, Malibu, Yankee Candle, Ice, Mamacita e Drive By, è la macrosezione più “californiana” e festaiola del progetto.
Questo aspetto del CD è, da un lato, un difetto, perché in un certo senso priva Bellaria di una vera identità musicale, ma dall’altro è un pregio, rendendolo di fatto variegato e apprezzabile da un pubblico molto più ampio. Chi, infatti, ha tanto apprezzato Chic Nisello, si è certamente goduto brani come Cristo (che riprende l’ambientazione di Lambo) o la struggente La Finale, mentre ascoltatori più propensi a sonorità solari ed esotiche hanno preferito la hit dancehall Mamacita o canzoni come Malibu e Drive By. Ancora, chi ascolta Vegas Jones non tanto per i suoi testi, quanto per la sua tecnica straordinaria e per la sua velocità, non può non aver gradito brani come Numeri e Zeri, Ice e soprattutto Brillo con Gemitaiz e Madman, quasi dei veri e propri freestyle.
Nell’ultimo pezzo citato, inoltre, fra le mille punchlines, Vegas torna a provocare Sfera Ebbasta, chiudendo la sua strofa con l’ironica barra:
Nel mio quartiere ti chiamano gringo, a.k.a. “Chi cazzo ti ha mai visto?”
Difatti, Bellaria è un disco che non abbandona affatto il tema della periferia, ma, rispetto a Chic Nisello, il suo soggetto principale è senza ombra di dubbio Vegas Jones: Bellaria, infatti, è il nome di un quartiere del comune di Cinisello, ma è soprattutto il più iconico soprannome dell’artista.
I toni del disco, comunque, non sono più cupi, se non, come in Cristo e La Finale, quando Veggie racconta il suo passato con angoscia, ma sono: festaioli, in pezzi come Drive By, Mamacita e Nuova Ghini, romantici, in Bubble Bubble, Lisha e Il Viaggio, e soddisfatti e orogliosi del successo ottenuto, in Numeri & Zeri e Brillo. Tutte le canzoni del CD, al contrario di quanto avviene in CD come Rockstar di Sfera o 20 di Capo Plaza, sono rappate, concedendosi sonorità più pop solo nei ritornelli, persino in veri e propri successi commerciali come Malibu e Yankee Candle, in cui il flow è sempre incalzante e la metrica serrata.
Musicalmente parlando, poi, si tratta di un album straordinario, in cui ciascun beatmaker riesce a dare una significativa impronta alle sue produzioni: per un orecchio allenato è un gioco da ragazzi comprendere che la strumentale di Ice è opera di Andry The Hitmaker e che quella di Yankee Candle è invece di Boston George. La varietà di producers, però, è stata certamente un’arma a doppio taglio, perché da un lato ha reso Bellaria un CD variopinto e ricco di sperimentazione e dall’altro lo ha privato della coesione musicale di cui si scriveva pochi paragrafi prima.
Proprio per questo motivo, molti ascoltatori lo considerano un progetto, seppur di poco, inferiore a Chic Nisello, e poco spesso si è parlato di Bellaria come di uno dei migliori album del 2018. A giustificare in un certo senso Vegas Jones, è il fatto che Bellaria sia stato l’album di debutto dell’artista e, dunque, gli si può perdonare un difetto lieve come la mancanza di coesione, musicale e lirica, fra le tracce.
Nonostante le opinioni non così positive della critica, Bellaria ha avuto un successo discografico senza precedenti, ottenendo la certificazione FIMI “disco d’oro”, in soli sei mesi, e ben tre singoli di platino (due per Malibu e uno per Yankee Candle). Il successo della canzone Malibu, inoltre, dal sound del tutto innovativo, per l’Italia e per il resto del mondo, ha per certi versi superato addirittura quello del suo autore, collezionando quasi cinquanta milioni di streaming su Spotify e quasi quaranta milioni di visualizzazioni su Youtube: risultati da numero uno!
Già durante l’estate, Vegas Jones, con le sue certificazioni e i suoi numeri straordinari, è ormai richiesto per collaborazioni da chiunque, da Baby K ai Maneskin, passando per gli One Republic, band pop-rock americana con cui remixa, in italiano, il brano Start Again, originariamente cantato insieme a Logic. Non ci sono più dubbi: Vegas Jones è diventato il principe di Cinisello e lo ha fatto imponendosi con la sua musica, senza adattarsi alle regole del mercato.
Gran Turismo – Un’eccezionale EP per chiudere il capitolo “Bellaria”:
Si sarà senz’altro compreso dai paragrafi precedenti che Vegas Jones è un artista ambiziosissimo, mai sazio, privo di qualsiasi tipo di limite. È proprio questo il motivo per cui, al termine del 2018, mentre artisti come Capo Plaza e Sfera Ebbasta effettuano delle repack dei loro CD 20 e Rockstar, piuttosto povere di inediti, Veggie realizza addirittura un nuovo EP, di fatto un’estensione di Bellaria, di ben sette canzoni, di qualità davvero impressionante: Bellaria – Gran Turismo.
La repack esce il 23 novembre a mezzanotte e le sette tracce sono prodotte dal solito team formato da Boston George, Kid Caesar, Joe Vain, Andry The Hitmaker e, per la prima volta, anche da Don Joe. Nella Gran Turismo, sono evidenti grandi passi avanti sotto tutti i punti di vista, dalle meravigliose strumentali (basterebbe ascoltare 1000 Domande di Boston George o Backpack di Andry The Hitmaker) ai flow del rapper, sempre diversi e clamorosamente innovativi, come nel ritornello di Gran Turismo o nelle strofe della hit Pelle D’Oca. Il vero progresso dell’artista, comunque, è soprattutto nella scrittura dei testi, elemento spesso passato in secondo piano in Bellaria. rispetto a Chic Nisello.
Da 1000 Domande, che descrive il difficile rapporto dell’artista con la fama, a Gran Turismo e Angeli & Demoni (forse brano più profondo dell’intero progetto Bellaria) in cui Vegas racconta quanto ha faticato per emergere, passando per Tocca A Me, brano che omaggia i Club Dogo, il rapper è riuscito nuovamente a emozionare fan e ascoltatori, grazie ai suoi versi poetici, ai suoi flow innovativi e anche grazie agli eccezionali featuring di Jake La Furia e Nayt.
Gran Turismo è infatti un EP completo ed equilibrato, in cui sono presenti due esericizi di stile (Backpack e Frecciarossa) e ben cinque brani conscious: 1000 Domande, Gran Turismo, Pelle D’Oca, Tocca a Me e Angeli & Demoni. In questi ultimi brani, la penna del rapper risulta molto più incisiva e chiara, ma allo stesso tempo non perde in poesia e musicalità. Nei cinque testi, molto più che in Bellaria, viene fuori infatti Matteo Privitera, ancor più di Vegas Jones, specie quando parla della sua carriera, della risonanza di Malibu e di Trankilo, del suo passato in Honiro (in Angeli & Demoni) e di suo padre (in Gran Turismo).
In realtà, l’impressione di molti è che i brani di Gran Turismo rendano addirittura più fruibile, nel suo insieme, l’intero disco Bellaria, componendo quei particolari di cui il quadro generale sembra sprovvisto e spiegando i significati di alcune barre di pezzi come Il Viaggio, Bellaria e La Finale, che suonavano troppo astratti e criptici, senza i nuovi riferimenti dell’artista. In definitiva, dunque, Gran Turismo è un EP da dieci e lode, forse una delle migliori repack in assoluto della storia del rap italiano, che tranquillizza i fan più scettici, dimostrando che, anche dopo il successo, Vegas Jones ha conservato la tenacia e la fame che lo hanno reso uno degli “hot names” del rap italiano.
Per concludere questa sorta di biografia, il modo più adatto potrebbe essere citare lo stesso Veggie, in particolare una sua terzina nel brano Gran Turismo, considerata da molti fan una delle migliori serie di versi che abbia mai scritto:
Ero meno di zero, ma poi ha pagato l’impegno
Ero al pari di zero e allora è servito l’ingegno
Ero più dello zero, tutto mi sembrava vero
In questo articolo abbiamo ripercorso infatti i tre momenti della carriera di Vegas, quando era “meno di zero“, cioè ai tempi di Oro Nero, in cui ha dovuto faticare, migliorare e sgrezzare il suo stile per imporsi, quando era “al pari di zero“, con l’uscita di Gratta & Vinci e la sua esibizione a Real Talk, e infine quando era “più dello zero“, ovvero dopo aver pubblicato successi come Chic Nisello e Bellaria.
Se il pubblico conosce bene Vegas Jones, però, vorrà vederlo superare, oltre allo zero, anche il dieci, il cento, il mille fino a migliorarsi ogni volta, proponendo musica di qualità, unica nel suo genere, e allo stesso tempo regalando hit alla Malibu. Veggie ce la farà, perché ce l’ha sempre fatta e perché: “Poteva farlo cambiando, ma uno come lui cambierà le cose…”!
Un pensiero riguardo “Vegas Jones – La biografia del Principe di Cinisello Balsamo”