Sfera Ebbasta in questo momento è il rapper più famoso d’Italia: tutti conoscono le canzoni del suo ultimo album Rockstar e la sua hit estiva Pablo. Nell’articolo è raccontato il percorso di Sfera Ebbasta prima di Rockstar, in particolare analizzando XDVR e Sfera Ebbasta, i suoi dischi precedenti.
“Voglio toccare in alto e toccare il cielo, porto con me i miei fra, siam partiti da zero!”
Così recitava il ritornello di Zero, la seconda canzone uscita sul canale YouTube di Sfera Ebbasta, precisamente il 23 dicembre del 2014. Si tratta di tre anni e mezzo fa.
Nessuno poteva immaginare come Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, in nemmeno quattro anni sarebbe diventato il rapper più conosciuto e importante d’Italia. Chissà come avrebbe reagito Gionata, all’epoca poco più che un ragazzino, se qualcuno gli avesse detto che il 19 gennaio del 2018 sarebbe uscito il suo terzo album ufficiale, contenente un featuring con Quavo dei Migos, artista di fama mondiale. Chissà come avrebbe reagito alla notizia che con i brani dei suoi due primi album, XDVR e Sfera Ebbasta, avrebbe collezionato tredici dischi d’oro, dodici dischi di platino e avrebbe davvero toccato il cielo.
In ogni caso Sfera Ebbasta, che lo si apprezzi musicalmente o che non lo si faccia, è uno degli artisti più ambiziosi della storia del rap italiano ed è riuscito, con la sua musica e la sua attitudine, a portare il genere ad un livello successivo, e per molti aspetti, internazionale.
Va chiaramente specificato che la “rivoluzione trap” messa in moto dal rapper milanese non è opera soltanto sua, ma di un intero gruppo di ragazzi provenienti da più zone d’Italia, con storie molto diverse alle spalle, che si sono messi a pubblicare musica nello stesso periodo, influenzandosi un po’ a vicenda. I rapper che fanno parte a tutti gli effetti della nuova scena sono svariati, e tra questi spiccano sicuramente i nomi di Ghali, definito da Sfera come “il Cristiano Ronaldo del rap italiano”, del blocco ligure formato da Tedua, Izi e Dani Faiv, dalla romana Dark Polo Gang e dai milanesi Ernia, Rkomi, Lazza e Vegas Jones.
Inoltre, è impossibile ignorare che dietro al successo di Ghali e Sfera Ebbasta ci sia il lavoro di quello che è considerato da molti il miglior beatmaker italiano, Charlie Charles, che cura da solo la produzione delle strumentali di quasi tutte canzoni dei due rapper. Infatti, le basi di moltissime hit degli ultimi anni, da Tran Tran e Figli di Papà di Sfera Ebbasta a Ninna Nanna o Dende di Ghali, passando per Salvador Dalì di Marracash e Guè Pequeno, sono opera sua e ne fanno, di fatto, una gallina dalle strumentali d’oro per i suoi artisti.
Tornando a Sfera Ebbasta, un aspetto affascinante della sua discografia attuale è che i suoi tre dischi (XDVR, Sfera Ebbasta e Rockstar) rappresentano ciascuno un momento diverso della biografia dell’artista. Se XDVR è stato scritto e registrato prima che Sfera diventasse famoso, l’album Sfera Ebbasta rappresenta invece il periodo in cui il rapper ha iniziato a raggiungere il grande pubblico. Rockstar, a sua volta, è stato registrato dopo i grandi traguardi del 2017 e le numerose certificazioni Fimi. In altre parole, i tre album sono prima, durante e dopo il successo di Sfera Ebbasta e questo li rende diversissimi l’uno dall’altro.
Sin dai suoi primi brani, il giovane rapper di Cinisello ha adottato un tipo di scrittura molto autobiografica, tendente non di rado ad estremizzare le situazioni sociali.
In XDVR, testi di questo tipo sono molto frequenti: le tematiche trattate sono infatti la voglia di riscatto per un’infanzia difficile trascorsa all’ombra dei palazzoni, il sogno di avere successo e di arricchirsi, il bisogno di lavorare da solo in una società in cui nessuno è disposto ad aiutarti e la vita a Cinisello Balsamo, fra spacciatori, panette, numeri controllati, codeina e poliziotti.
Quest’album appare molto diverso dai due che lo seguiranno sin dai primissimi dettagli, cioè copertina e titoli dei brani. Se nella cover del CD Sfera è incappucciato all’ombra dei palazzi di Cinisello e l’immagine è completamente in bianco e nero ad esclusione della purple drank violacea che il rapper sta versando a terra, i titoli sono altrettanto tetri. Si passa infatti da nomi come Mercedes Nero a Panette, da SG4M1 a Brutti Sogni, passando per Rapina a Tutti Scemi.
Il flow non è mai rilassato come sarà successivamente negli altri album, ma è sempre molto cupo e aggressivo. La voce dell’artista è sempre molto bassa e grave, a volte quasi graffiante, e rende perfettamente l’idea di quella vita di strada che il cantante sta vivendo, rendendo possibile un’immedesimazione da parte dell’ascoltatore.
Anche i test dei pezzi di XDVR sono crudi e diretti: nessun dettaglio di quella Cinisello-Gotham è lasciato all’interpretazione: basterebbe osservare anche solo pochi versi della title track dell’album, XDVR:
E ho mollato scuola si, per davvero
Me ne fumo cinque all’ora si, per davvero
Mia mamma non lavora no, per davvero
E farò una rapina, rrrrahh, per davvero
I frà fanno le bustine, mmmh, per davvero
E poi le vendono in cortile, mh, per davvero
Fanculo alla madama, ah, per davvero
Scippiamo una puttana, si, per davvero
Io lo faccio per davvero
Molte canzoni dell’album hanno un linguaggio aspro e pieno d’ira, tant’è che brani come Più Forte, Brutti Sogni e Marshmallow sono percepite dall’ascoltatore come sfoghi e dimostrazioni di cieca rabbia. Nonostante ciò, Sfera continuerà a ribadire in quasi ogni brano dell’album, dal più aspro al più lieve, come il rap lo abbia salvato, lo stia salvando e lo salverà.
Nel brano Rapina, canta chiaramente:
Io so
Che cambierà tutto fra’ come un presagio
Come se tutto ora fosse un passaggio
Come scalare la vetta del mondo
E sedersi sul prato a godersi il paesaggio
Senza saperlo, Sfera Ebbasta, in quel brano, ha descritto quella che sarà la direzione della sua carriera, ovvero la vetta del mondo. Infatti, se nel suo primo album le uniche voci ad accompagnarlo erano, nel brano Mercedes Nero, quelle dei genovesi Tedua e Izi, nel suo secondo disco, intitolato Sfera Ebbasta, l’unico featuring non solo è un rapper affermatissimo, ma è anche straniero.
Si tratta del marsigliese Julien Schwarzer, meglio conosciuto come SCH, con cui Sfera inciderà due brani del disco: Balenciaga e Cartine Cartier.
L’album Sfera Ebbasta viene introdotto al pubblico con un singolo di apertura intitolato BRNBQ (bravi ragazzi nei brutti quartieri), all’inizio criticato dal pubblico per i temi già visti e trattati nel precedente album. In realtà l’obiettivo di Sfera è probabilmente l’opposto: staccarsi da quella realtà raccontata in XDVR. Questo è testimoniato infatti dalla scelta del rapper di usare la terza persona plurale per quasi tutti i versi della canzone: c’è una netta differenza fra il “farò una rapina” di XDVR, e il “fanno le cose che è meglio non dire, fanno le cose che è meglio non fare” di BRNBQ.
In ogni caso, con il video di questa canzone, che l’anno dopo sarà certificata disco di platino, Sfera Ebbasta annuncia il suo secondo disco, la cui uscita verrà preceduta da due videoclip: Cartine Cartier in collaborazione con SCH, e Figli di Papà.
In quest’ultima canzone, che sarà poi la vera e propria hit del Cd, il rapper di Cinisello cambia in maniera abbastanza radicale il suo stile, dalla sua immagine alla sua musica. Invece del cappuccio di XDVR, Sfera si presenta al pubblico con un ciuffo rosso fuoco che lo renderà unico e riconoscibile a tutti, in Italia e nel mondo. Dal punto di vista musicale la canzone presenta un ritmo più veloce e melodico, a tratti quasi pop, e un testo che non sembra più così aspro come quelli del precedente lavoro.
Il tema preponderante in Sfera Ebbasta non è più la voglia di riscatto, ma la rivincita stessa, ormai ottenuta e guadagnata con le proprie forze. Il testo dell’intro del cd Equilibrio è iconico da questo punto di vista:
Se ripenso a me, qualche anno fa
Non l’avrei mai detto mi sarei salvato
Salvato da chi spesso non ce la fa
Ho solo cambiato strada, non sono scappato
Ma ora negli occhi di questi io ci vedo l’odio
Un po’ meno nel mio
Non mi interessa di essere famoso
Volevo una chance pure io
Quest’album, come detto precedentemente, è molto più leggero e orecchiabile del precedente e, salvo pochissime eccezioni come BRNBQ o Visiera a Becco, le canzoni hanno tutte un ritmo allegro e spesso rilassante. Sfera Ebbasta, inoltre, nelle sue 11 tracce non supera i trentacinque minuti, rendendolo un disco da ascoltare tutto insieme, anche per la sua uniformità e coerenza stilistica.
Nei testi, la componente “gangsta-rap” presente in XDVR è di molto addolcita e in alcuni pezzi è accantonata completamente. Il CD in generale presenta testi autobiografici, che spesso descrivono i sentimenti dell’autore. Si passa da canzoni d’amore (Bang bang e Cartine Cartier), a brani in cui Sfera racconta il suo passato (Notti e Figli di papà).
Le canzoni Quello Che Non Va e BHMG mostrano rispettivamentte il lato negativo e quello positivo del successo, e probabilmente è fra questi due poli che si colloca lo Sfera Ebbasta del 2016: fra la nostalgia della vita di Ciny e l’ostentazione del lusso che adesso il cantante può finalmente permettersi.
14 pensieri riguardo “Come Sfera Ebbasta ha rivoluzionato il rap italiano – da XDVR al suo omonimo secondo disco”