Da Sfera Ebbasta, grande protagonista dell’estate con le sue hit Tesla e Pablo, ai dischi di Luche, Drefgold e Dani Faiv, fino al discutibile debutto da rapper di Fishball, ex fidanzata di Madman. Dall’ingresso di Guè Pequeno in BHMG e Porto Cervo di Lazza agli ennesimi terribili pezzi di Young Signorino.
Voto 10 a Sfera Ebbasta, che a colpi di hit continua a essere il rapper più influente d’Italia:
Dopo il successo nazionale del suo recente ultimo disco Rockstar, dopo i suoi numeri da capogiro, il suo triplo disco di platino e il prestigioso featuring con Quavo dei Migos, chiunque avrebbe probabimente scommesso su un periodo di riposo di Sfera Ebbasta. Invece, il rapper milanese ha stupito tutti quanti proponendo due brani in collaborazione, rispettivamente con Capo Plaza e Drefgold, di cui uno, Tesla, è un successo in tutta Italia, e i remix italiani di due canzoni diversissime fra loro, Mwaka Moon del francese Kalash (certificata disco d’oro lunedì 23 luglio) e Machika del noto artista colombiano J Balvin, remixata insieme a G-Eazy, Anitta, MC Fioti, Duki e Jeon.
La vera mossa inaspettata di Sfera Ebbasta, tuttavia, è stata la pubblicazione dell’inedito Pablo, realizzato con il produttore giamaicano Rvssian, coautore di brani famosi in tutto il globo come Krippy Kush, Privado e Si Tu Lo Dejas. Il brano non è solo l’ennesima hit dell’autore di Rockstar, ma è anche un tentativo coraggiosissimo di rendersi noto anche all’estero (in questo caso in America latina). Sfera ha dunque dato vita all’ennesimo tormentone, rivoluzionando il suo stile ancora una volta, ora vicino alle sonorità del rap francese, come nel secondo omonimo disco Sfera Ebbasta, ora alla trap americana, come in Rockstar, e adesso alla cosiddetta Latin Trap dei portoricani Bad Bunny e Lary Over, presente fra l’altro nella versione internazionale di Rockstar.
Voto 9 a Luche e al suo splendido disco Potere, la vera perla del 2018:
Dopo numerose collaborazioni degne di nota, come le strofe in Te lo dicevo, Casa Mia e Oro Giallo, tracce presenti negli ultimi album, rispettivamente, di Ensi, Noyz Narcos e Guè Pequeno e la canzone Al Mio Fianco, realizzata insieme a Night Skinny, il rapper napoletano Luche aveva l’obbligo di produrre un disco valido almeno quanto il precedente Malammore, del 2016.
Potere, uscito il 29 giugno, è un grande disco, poetico, ben prodotto, ben cantato e ben scritto, che alterna meravigliosi brani d’amore come Star, Nada, Torna Da Me e Lv & Balmain con Guè Pequeno ad altri irriverenti, autocelebrativi e ricchi di punchlines come Potere / Il sorpasso, Facile e Dieci Anni Fa. Le strumentali del Cd, affidate al team di D-Ross, Torok e Star-Tuffo e a Pherro Productions, sono raffinate e innovative, mentre Luche dimostra in ogni pezzo la sua abilità nel rappare e nel cantare i ritornelli.
La peculiarità del disco, inoltre, è quella di porsi in antitesi rispetto al classico album di genere rap: molte delle scelte di Luche, infatti, sono particolari e inaspettate, come quella di affidare l’intro di Potere alla sorella Paola Imprudente, canante lirica, quella di unire due brani come Potere e Il sorpasso in un’unica traccia dalla durata di sette minuti o anche la scelta dei featuring, solo quattro, Guè Pequeno, Coco, in due canzoni, il cantautore napoletano Enzo Avitabile e, appunto, Paola Impudente.
Esame del tutto superato, dunque, per il quarto album solista di Luche, che, insieme a Rockstar di Sfera Ebbasta, Davide di Gemitaiz e Enemy di Noyz Narcos, è certamente uno dei dischi rap migliori del 2018.
Voto 8 alla strofa di Izi in True Story, nel disco di Duke Montana:
Quando Duke Montana e Sick Luke hanno annunciato la tracklist e i featuring del loro Cd Grind Muzik 4 e fra i nomi di Marïna, Enzo Dong e Guè Pequeno figurava quello di Izi, molti fan si sono rallegrati per il ritorno sulla scena del genovese. Salvo sporadiche collaborazioni come RAP con Charlie Charles e 6 AM con Night Skinny, rilasenti fra l’altro a più di sei mesi prima, infatti, il rapper di Cogoleto, nel 2018, era stato del tutto improduttivo.
Tuttavia, nel brano True Story, undicesima traccia di Grind Muzik 4, Izi ha dimostrato di non avere perso l’ottima penna e l’ottimo flow che caratterizzavano le sue produzioni, realizzando una della strofe più emozionanti e belle della sua intera carriera musicale, a cominciare dall’attacco:
Io mai stato in Chiesa se non funerali ma “Amen…” lo dico lo stesso
Il mio stato fa guerra ma a me m’interessa che il pane lo infilo nel cesto
Mio padre mi sente depresso, mia madre la sento lontana, lontano da tutto lontano da questo
Scappavo con la mia bandana
In esattamente un minuto di strofa, Izi racconta la sua vita, ben nota ai suoi ascoltatori grazie ai suoi Cd, Fenice e Pizzicato: dalle perquisizioni subite alla malattia di suo zio, ai processi per le famiglie affidatarie, passando dalla sua malattia, il diabete, il coma e il suo arresto, a soli diciotto anni. Il modo emozionante e assolutamente coinvolgente con cui il rapper racconta le sue esperienza di vita lo rende uno dei lirici più talentuosi del paese, senza trascurare la sua abilità tecnica, che lo rende capace di scegliere i flow più giusti per le basi (con lo stesso Sick Luke il rapper ha realizzato singoli apprezzabilissimi come Volare), fra incastri notevoli, intense figure retoriche di suono ed extrabeat velocissimi.
Voto 7 a Lazza che sperimenta tanto e convince così e così:
Lazza, rapper milanese classe ‘93 della crew 333 Mob, è stato uno dei rapper protagonisti dell’estate 2018, avendo pubblicato due brani diametralmente opposti: Porto Cervo, hit estiva che sposa le sonorità della già citata Latin Trap, e BadRMX, remix di un brano del compagno di crew Zuno Mattia. Porto Cervo, per Lazza, è stato un esperimento, una canzone dal ritmo coinvolgente realizzata senza snaturare lo stile lirico dell’artista.
Infatti, il testo della canzone racconta di come Lazza vorrebbe regalare alla sua donna la collana più scintillante, donarle l’orologio più lussuoso e portarla su uno yacht: questo non è poi tanto diverso dalla solita ostentazione del rapper milanese, ma ne è semplicemente una versione più romantica. Inoltre, neanche in una hit estiva come Porto Cervo, l’artista è riuscito a trattenere la sua passione per gli incastri mozzafiato, come la fenomenale barra:
Sarai tu quando volerò in testa a dirmi che ho fatto bene ad intestardirmi
Tuttavita l’esperimento di Lazza, apprezzabilissimo da un lato, ha fatto molto discutere dall’altro: molti ne hanno sottolineato la somiglianza con pezzi di altri rapper, nella scelta del flow, come Punto Su Di Te di Guè Pequeno, o in quella della struttura della canzone, molto vicina a quella di Cult di Emis Killa. Altri ascoltatori ancora, invece, si sono preoccupati del netto cambio di genere del rapper milanese, definendo la nuova canzone “troppo commerciale”.
BadRMX, invece, brano molto più canonico sia dal punto di vista vocale che strumentale (grazie al solito Low Kidd), ha convinto all’unisono i fan del rapper, che ha realizzato una delle migliori strofe della sua carriera fra cambi di flow ogni quartina, giochi di parole non scontati e una gestione degli incastri da vero fuoriclasse: contare le rime per credere.
Voto 6 all’ingresso di Guè Pequeno in Bhmg, l’etichetta di Sfera Ebbasta, Charlie Charles e Shablo:
L’1 Agosto, precisamente alle 14:00 di pomeriggio, Sfera Ebbasta, Shablo e la pagina ufficiale della loro etichetta BHMG (Bilion Headz Music Group) hanno annunciato l’ingresso nel proprio roaster di Guè Pequeno, dopo quello degli emergenti Drefgold e Daves The Kid, risalente a maggio. La notizia ha stupito e sconvolto gli ascoltatori di rap italiano, dimostrando ancora una volta la potenza di Sfera, che dopo aver realizzato il disco dei record, mette sotto contratto una leggenda dell’hip hop come l’autore di Lamborghini.
Inoltre, l’ingresso di Guè in BHMG ha provocato, in pubblico e critica, due reazioni di tipo completamente opposto fra chi, da un lato, sostiene e giustifica la scelta del rapper milanese, argomentando che la nuova etichetta gli garantirà un budget economico di molto maggiore per i suoi prossimi progetti, e chi, invece, lo accusa di essersi adattato alla moda del momento, ovvero alla trap, e di essere diventato esattamente ciò che criticava quando rappava nei Club Dogo.
In realtà, la mossa di Guè Pequeno è del tutto in linea con il percorso artistico da lui intrapreso di recente, dagli ultimi due dischi da solista, Vero e Gentleman, due grandi dischi (più il secondo che il primo), ricchi di sperimentazione e collaborazioni con producers o artisti internazionali di grande spessore, come l’americano Akon, il francese Joke e il sudamericano El Mìcha. L’intesa musciale con Sfera, con cui ha già collaborato, nel remix di Scooteroni e in Lamborghini, sarà, date queste premesse, produttiva e porterà Guè a tagliare grandi traguardi. Allo stesso tempo, come ha tuttavia sottolineato anche l’opinionista Rebel Mag, vedere un rapper di trentasette anni come Guè firmare per un artista più giovane di dieci anni è strano e dà quasi l’idea che lui stesso, da solo, non abbia le idee o le forze per proseguire la sua carriera. Starà solo a lui far cambiare idea a molti fan contrari alla sua firma: avrá certamente una grande possibilità con il suo prossimo, quinto album Sinatra, in uscita il 14 settembre.
Voto 5 a Kanaglia di Drefgold e Fruit Joint di Dani Faiv, album che con le dovute correzioni sarebbero stati molto più apprezzabili:
Restando nel roster BHMG, da un lato, e spostando l’attenzione, dall’altro, su Machete Productions, occorre analizzare i due brevi Cd targati rispettivamente Drefgold e Dani Faiv, Kanaglia e Fruit Joint. Nonostante la netta diversità sotto determinati aspetti, i due album mostrano anche evidenti punti di contatto, come la giovanissima età degli autori, la leggerezza e l’allegria trasmesse dai brani nella loro totalità e l’ispirazione americana a Lil Yachty e al suo universo spensierato e colorato.
Drefgold, in quello che è il suo primo disco, non abbandona nè tenta di smorzare le caratteristiche del suo stile, mantenendo una prosa basata su collegamenti mentali molto personali, un vocabolario colmo di parole inventate o sgrammaticate e la tendenza a non chiudere le rime. La vera novità, nelle sue produzioni, è stata la partecipazione al disco di Daves The Kid, unico architetto della musica di Kanaglia, accompagnato da Charlie Charles in Wave e da Ava in KNGL Dance.
D’altra parte, Dani Faiv, nel suo terzo progetto Fruit Joint si destreggia sulle strumentali di diversi beatmakers, da Strage a Kanesh, passando per Tha Supreme e Low Kidd, tutti e quattro particolarmente capaci nel costruire l’ossatura del Cd. Altrettanto apprezabile è stato il tentativo di Dani Faiv di adattare le sue eccezionali abilità metriche a sonorità allegre e rilassanti, proponendo quindi giochi di parole arguti e ben riusciti su grandi flow e parti cantate molto bene.
Tuttavia, i Cd dei sue emergenti non hanno convinto del tutto: Fruit Joint è infatti un progetto troppo limitato (otto tracce in totale, compresi i tre singoli già usciti) e privo di un qualsiasi spessore lirico, al contrario del precedente The Waiter, spesso profondo e introspettivo, mentre in Kanaglia le mancanze tecniche da rapper e soprattutto da scrittore di Drefgold sono evidenti e impossibili da ignorare. Dunque, Fruit Joint e Kanaglia, sono dischi estivi godibili per le loro note allegre e per i flow leggeri dei due artisti, ma, qualitativamente, peccano sotto troppi punti di vista: probabilmente fra qualche anno il pubblico ricorderà soltanto qualche singolo, come Boss o Booster di Drefgold e Fortnite e Gameboy Color di Dani Faiv.
Voto 4 a Ghali passato da stella della scena a grande assente del 2018:
Dopo il successo di Album, Cd rap più venduto del 2017 e del successivo singolo Cara Italia, che su YouTube ha totalizzato quasi cento milioni di visualizzazioni, chiunque avrebbe scommesso che Ghali, icona del mondo urban, potesse passare un 2018 simile.
Dopo un’ottima strofa nel disco di Capo Plaza 20, il rapper italo-tunisino ha pubblicato, insieme al fidato beatmaker Charlie Charles e al collega Sfera Ebbasta Peace & Love, realizzando una strofa di gran lunga inferiore a quella del milanese (neanche lui al top della forma, in quel pezzo) e mettendo in evidenza i suoi limiti, soprattutto in fase di scrittura. Il flop decisivo è avvenuto però nel brano immediatamente successivo, Zingarello, in cui per la prima volta il rapper ha provato a lavorare con un altro beatmaker, il secondo per fama in Italia, Sick Luke.
Zingarello ha totalizzato numeri non entusiasmanti (a tre mesi dalla sua pubblicazione non ha superato i dieci milioni di ascolti su Spotify) e soprattutto non ha convinto affatto i fan, affezionati a vecchie canzoni come Dende, Wily Wily e Ninna Nanna, in cui il talento di Ghali era spontaneo e sorprendente.
Le motivazioni che spiegano un flop così netto da parte dell’artista sembrano poi particolarmente radicate, complesse da risolvere e, soprattutto, non necessariamente connesse alla sua musica. Ghali, infatti, che nel 2016 e nel 2017 aveva impressionato per l’attenzione e la cura della propria immagine, ha iniziato il 2018 nel peggiore dei modi possibili.
Il problema principale della musica di Ghali, in questo momento, è l’impossibilità di definirne un target preciso, poichè brani come Cara Italia o Habibi sembrano rivolte a un pubblico di adulti, piuttosto che di ragazzi, essendo ben lontane, per sonorità e testi, dai pezzi rap riempi-locale come Giovane Fuoriclasse di Capo Plaza o Sciroppo di Sfera Ebbasta. Altre canzoni di Ghali, invece, come Zingarello e la hit Ricchi Dentro, mostrano la volontà del rapper di essere un’icona anche per i ragazzi, per l’uso del linguaggio, i flow più aggressivi e la presenza di punchlines nel testo.
Il capolavoro dell’autore del Cd Album, infatti, è stato senza dubbio il brano Ninna Nanna, che oggi conta 84 milioni di visualizzazioni su YouTube, capace di stupire con sonorità mai sentite, spettacolari (merito anche della strumentale di un ispiratissimo Charlie Charles) e con un testo che univa adulti, ragazzi e anche bambini, grazie ai numerosi riferimenti a cartoni come Dragonball e Pokemon.
Inoltre, Ghali, quest’anno, è stato fortemente penalizzato da altri due fattori: l’indipendenza dalla scena rap e l’improduttività. Sono state pochissime, infatti, le collaborazioni del rapper da quando è un artista di successo (Album è un disco senza featuring), impedendogli di legarsi ad altri cantanti. Anche lo stesso Plaza, suo compagno di etichetta, sembra più legato a BHMG che a Ghali e la loro, pur ben riuscita, collaborazione apparve molto forzata.
Ciò su cui il rapper italo-tunisino deve puntare, per un ritorno in grande nella scena italiana è, a livello musicale, l’esplorazione di un nuovo universo sonoro, lontano dalle note pop di Album e Cara Italia, che hanno fatto il loro tempo, e, a livello di testi e d’immagine, sull’internazionalità: featuring con grandi artisti stranieri e inserti in francese o in arabo, un po’ come nei suoi primi lavori.
Voto 3 a Fishball, a Cuba e al suo discutibile debutto nella scena italiana:
Felisja Piana, in arte Fishball, è una fotografa, tatuatrice, modella e dall’1 giugno 2018 cantante rap, conosciuta nell’ambiente urban per essere stata la fidanzata di Madman per 4 anni. Dopo essersi lasciata con il rapper pugliese, la ragazza, forte della sua fama da modella, ha deciso di tentare, insieme alla collega Christina Bevertello e al deejay internazionale Rahizel, la carriera musicale, proponendo due canzoni: Lo So Fare e Cuba, che hanno riscosso un discreto successo (Cuba ha totalizzato quasi un milione di riproduzioni su Spotify), tale da portare la ragazza a parlare a Hip Hop Tv e tale che Inoki stesso criticasse ampiamente le sue canzoni.
Fishball è una ragazza simpaticissima e un personaggio di grande carisma, come dimostra l’affetto dei suoi seguaci, ma qualitativamente la sua musica ha pochi elementi salvabili. Dai banalissimi testi dei brani ai flow già sentiti, fino alla voce, acuta e fastidiosa, Lo So Fare e Cuba sono pieni di difetti. Inoltre, moltissimi ascoltatori hanno evidenziato la somiglianza fra Cuba e la ben più nota I like it di Cardi B, Bad Bunny e J. Balvin, dal punto di vista melodico e strumentale, accusando le cantanti di plagio.
Insomma, chiunque può mettersi a fare musica, ma quando si è un personaggio famoso, vedasi il caso di Rovazzi, si è chiaramente molto più esposti di un qualsiasi altro artista: dunque, la partenza di Fishball è stata del tutto fallimentare, nonostante i discreti numeri.
Voto 2 a Young Signorino e a chi ha ancora il coraggio di sprecare strumentali per lui:
Il 2018 è stato un ottimo anno per il rap italiano: è stato l’anno di dischi di indubbia qualità sia di rapper esperti che di nuove leve (Potere, Enemy, Davide, Mowgli, Rockstar sono solo degli esempi). Purtroppo, tuttavia, questo è stato anche l’anno di un fenomeno del web, per certi aspetti simile a quello della Dark Polo Gang l’anno scorso, ovvero Young Signorino. Grazie alle belle strumentali di Low Kidd e di Big Fish, alla loro sponsorizzazione e ai numerosi articoli e video su YouTube a lui dedicati, Young Signorino, all’anagrafe Paolo Caputo, con la sua personalità sopra le righe e le sue canzoni volutamente trash e inascoltabili, è riuscito a totalizzare con il suo “singolo di punta” Mha ha ha ha, pubblicato ad Aprile, la bellezza di 21 milioni di views: numeri da fuoriclasse del rap italiano.
Fortunatamente, la viralità del fenomeno, a poco a poco, è andata scemando: La danza dell’ambulanza ha totalizzato poco più di sei milioni di visualizzazioni e il singolo successivo Vestito Nudo addirittura poco più di un milione. Ogni tanto, però, su alcune radio di rap italiano, vengono trasmessi dei brani di Young Signorino e molti ascoltatori si chiedono il motivo di ciò. Purtroppo, come dimostra anche la scelta di Sto Magazine di dedicare un’intera intervista e una serie di articoli a Bello Figo Gu (che al massimo potrà spiegare come fare la pasta con il tonno), la scena rap italiana è ormai aperta al fenomeno trash del momento.
È un po’ come se, nel 2012, Rolling Stone avesse deciso di intervistare gli autori del celebre video trash Rap Rumeno, chiedendogli quale fosse il featuring dei loro sogni o se MTV avesse trasmesso il loro videoclip fra un brano di Ensi e uno dei Club Dogo: sarebbe stato del tutto assurdo e incomprensibile.
Invece adesso i fenomeni trash come Young Signorino o Bello Figo Gu sono sponsorizzati da testate giornalistiche (Noisey e Sto Magazine) e trasmessi dalle radio hip hop, soltanto perché tali personaggi fanno numeri maggiori rispetto a un vero artista che non sia il solito Sfera Ebbasta o Guè Pequeno. Addirittura, Young Signorino ha utilizzato strumentali di Low Kidd, beatmaker assai influente di Machete, e di Big Fish, uno che ha prodotto veri e propri pilastri del rap italiano, dai Sottotono a Fabri Fibra, passando per Emis Killa, Bassi Maestro e Ensi. Perché rovinare una carriera così importante con delle produzioni per un fenomeno trash?
Voto 1 all’assurda gaffe di Noisey, inutilmente polemica nei confronti di Gemitaiz:
Il 17 agosto, la testata giornalistica di Noisey Italia, ha pubblicato, sul suo profilo Instagram, un post in cui rendeva noto quanto accaduto a un concerto di Gemitaiz all’Indiegeno Fest in Sicilia, ovvero che la giovanissima rapper CRLN, che apriva lo stesso live, è stata accolta dal pubblico con cori e sfottò di natura sessuale. Inoltre, nell’articolo allegato al post, del giornalista Giacomo Stefanini, accusava Gemitaiz di non avere mai fatto menzione di tali fatti, nè sui suoi profili social nè allo stesso concerto.
Effettivamente, la nota di Noisey sarebbe assolutamente lodevole se si fosse limitata a sensibilizzare il pubblicoin in generale riguardo il rispetto dell’artista e della donna, che sia famosa o che non lo sia, e a condannare gli spettatori maleducati che hanno accolto in tale modo una ragazza così giovane come CRLN, ma l’accusa al rapper romano è del tutto fuori luogo e sembra pronunciata da un giornalista che non ha minimamente idea di chi sia Gemitaiz. Il rapper romano autore di Davide, infatti, è stato uno dei primi artisti urban italiani a pubblicizzare una rapper donna, la talentuosa Priestess, portandola con sè nei tour e facendola partecipare al suo ultimo disco, nella traccia Alaska.
Inoltre, come Gemitaiz ha scritto nei commenti del post di Noisey, il rapper era arrivato all’Indiegeno Fest dieci minuti prima della propria esibizione: non poteva essere dunque a conoscenza dei fatti. Per quanto riguarda il suo “silenzio social”, invece, l’artista aveva rilasciato un’intervista relativa all’accaduto per Rolling Stone Italia, che sarebbe dovuta uscire a settembre. Di fatto, dunque, la posizione del rapper romano era del tutto inattaccabile, soprattutto perché, come ha ricordato lo stesso Gemitaiz su Instagram, la redazione di Noisey ha spesso pubblicizzato artisti che, nei loro testi, utilizzano parole come “troia” o “puttana” in maniera del tutto casuale, come la Dark Polo Gang o il sopracitato Young Signorino. In conclusione, quella di Noisey è stata proprio una figuraccia, tant’è che lo stesso giornalista autore dell’articolo si è dovuto scusare in un secondo post.
S.M.